“Senza aver visto la Cappella Sistina, non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo sia in grado di ottenere”.
Goethe
Roma! Città eterna e capitale della storia e dell’arte. Al centro della città, la Basilica di San Pietro simbolo stesso del cristianesimo in ogni parte del mondo. Dai corridoi dei Musei Vaticani, alla basilica del primo papa cristiano, questa è la meta ogni anno di oltre 4 milioni di visitatori venuti da tutte le parti del globo. Un percorso meraviglioso che trova il suo culmine in uno dei più grandi tesori di tutti i tempi: la Cappella Sistina.

CAPPELLA SISTINA – RICOSTRUZIONE DELL’INTERNO, PRIMA DEGLI INTERVENTI DI MICHELANGELO. STAMPA DEL XIX SECOLO. (clicca sulla foto per ingrandimento)
Il papa Sisto IV la inaugura nel 1483 e voleva che rappresentasse tutta la maestosità della Chiesa romana. I più famosi pittori dell’epoca vennero chiamati ad affrescare le pareti, ma la Cappella custodisce la presenza di uno dei giganti dell’arte di tutti i tempi: Michelangelo Buonarroti. Aveva 33 anni nel 1508, quando papa Giulio II gli chiese di decorare la volta della Sistina, un’ impresa quasi impossibile per un artista che aveva sempre fatto della grandezza la sua ossessione.

LA CAPPELLA SISTINA DALL’ALTO. VI FU CELEBRATO IL PRIMO CONCLAVE NEL 1492, DAL 1878 è SEDE STABILE DI OGNI CONCLAVE. (clicca sulla foto per ingrandimento)
Michelangelo dormiva e mangiava sotto la volta. Dipingere con la schiena piegata all’indietro era massacrante e l’umidità divorava gli affreschi, tant’ è vero che Michelangelo dovete distruggere il suo Diluvio Universale più volte per ricominciare tutto da capo.
Michelangelo si è ispirato alle vicende del Vecchio Testamento con un gusto quasi mitologico. La grande volta viene partita verticalmente in 3 grandi fasce.
Nella più alta, in riquadri più o meno grandi sono nove scene tratte dalla Genesi, ai lati delle più piccole agitati giovani ignudi reggono medaglioni di finto bronzo con altre storie bibliche. Nella seconda, poco più in basso, Profeti e Sibille (i veggenti che hanno previsto la venuta del Signore) siedono sui troni. Nella terza fascia, la più bassa, composta dai triangoli e dalle lunette gli antenati di Cristo, e ai lati quattro eroi di Israele che hanno salvato il popolo ebraico, simboli della promessa messianica. Il corpo umano fu sempre il vero protagonista dell’opera dell’artista, che disprezzava sfondi e paesaggi. Il risultato è una pittura monumentale e drammatica che tende più possibile verso l’arte che Michelangelo preferiva: la scultura. Nella creazione di Eva, la donna non nasce da una costola, ma direttamente dal fianco di Adamo, la somiglianza dei corpi sta a testimoniare l’origine comune. Nel peccato originale, la colpa di Eva viene trasmessa dalla crudezza del suo volto, e il serpente, anch’esso a forma di donna, anticipa la colpa. Ma è la creazione di Adamo l’affresco più significativo dell’intera volta della Sistina. Semplicemente straordinari sono i due indici che stanno per entrare in contatto.
Vediamo il Dio di Michelangelo che trasmette la scintilla della vita. La volta della Sistina è di un impatto visivo senza precedenti nella storia, una fusione tra pittura, scultura e architettura che Michelangelo ha trasformato in un trionfo assoluto!
I destini della Sistina e quello di Michelangelo erano ormai uniti. E’ il 1533, papa Clemente VII (Giulio de Medici 1523-1534) ordina a Michelangelo, settantenne, di tornare nella Sistina per affrescare l’enorme parete retrostante l’altare. Il soggetto: Il Giudizio Universale.
La sua collocazione estremamente anomala (normalmente questo tema compare sulla controfacciata o sulla facciata degli edifici sacri) è frutto della specifica volontà del committente, che però giunse a vederne solo il modello compositivo preparatorio. L’esecuzione in affresco del dipinto ebbe luogo sotto il papa Paolo III (Alessandro Farnese 1534-1549) ed inizia nel 1536 dopo una lunga e tormentata fase preparatoria. La composizione presenta in alto, nelle due lunette i simboli della Passione portati in volo da angeli apteri (cioè senza ali); segue la fascia dei santi e degli eletti, in mezzo ai quali si trova il Cristo giudice e la Vergine Maria. Al centro un gruppo di angeli tubicini, annunciatori del giorno del giudizio, a sinistra i risorgenti chiamati da Cristo con un gesto delicato della mano, e a destra i dannati che precipitano in basso verso l’inferno. Alla base dell’affresco, a sinistra c’è la Resurrezione della carne, e a destra la rappresentazione dell’inferno con Caronte in piedi sulla barca alata con la quale ha raccolto i dannati e Minosse in atto di svolgere la sua funzione di giudice infernale.
Nel momento in cui Michelangelo era alle prese con Il Giudizio, il mondo stava per cambiare. La tempesta luterana sta mettendo in discussione i fondamenti stessi del cattolicesimo. Michelangelo venne sedotto dall’idea di un gruppo di riformisti religiosi “i spirituali”, che sostenevano l’integrazione tra pensiero luterano e cattolico. Michelangelo fece di questa idea la sua filosofia di vita e l’ispirazione per affrontare da solo tutto l’enorme sforzo creativo del Giudizio Universale, il più grande affresco mai eseguito da un artista. Un’opera radicalmente diversa da tutto ciò che era stato compiuto fino ad allora, sconvolgente in ogni particolare. Nemmeno gli angeli non sembrano risparmiati davanti al possente Cristo Redentore, che giudica e condanna tutte le 400 figure, rese pari dalla loro nudità. Non resta che chiederci se c’è forse un’altra opera più travolta o più sconvolta da una disperata speranza, come quella che si può vedere nell’arte di Michelangelo Buonarroti?
L’inaugurazione nel 31 ottobre 1541 del Giudizio Universale, giorno in cui papa Paolo III celebrò i Vespri davanti all’affresco appena scoperto, provocò tanto entusiasmo quanto scalpore. I nemici di Michelangelo chiesero la distruzione dell’opera, vedendo in essa un segno di eresia luterana. Per fortuna del mondo intero, il Giudizio Universale non è stato distrutto, ma è resistito per 5 secoli, e oggi insieme alla volta della Cappella rappresentano due capolavori assoluti, un vero e proprio inno alla perfezione e alla bellezza che l’uomo può raggiungere attraverso l’arte.
APPROFONDIMENTI: (Fonte: Wikipedia)
Le pareti
- Parete ovest
- Michelangelo, Giudizio Universale (1536–1541)
- Perugino, Nascita e ritrovamento di Mosè (distrutto)
- Perugino, Assunta con Sisto IV inginocchiato (distrutto)
- Perugino, Natività di Cristo (distrutto)
- Parete sud
La parete sud mostra le Storie di Mosè, databili al 1481–1482. Dall’altare si incontrano:
- Pietro Perugino e aiuti, Partenza di Mosè per l’Egitto
- Sandro Botticelli e bottega, Prove di Mosè
- Cosimo Rosselli o Domenico Ghirlandaio o Biagio di Antonio Tucci, Passaggio del Mar Rosso
- Cosimo Rosselli e Piero di Cosimo (attr.), Discesa dal monte Sinai
- Sandro Botticelli, Punizione dei ribelli
- Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta, Testamento e morte di Mosè
- Parete nord
La parete nord mostra le Storie di Cristo, databili al 1481–1482. Dall’altare si incontrano:
- Pietro Perugino e aiuti, Battesimo di Cristo
- Sandro Botticelli, Tentazioni di Cristo
- Domenico Ghirlandaio, Vocazione dei primi apostoli
- Cosimo Rosselli (attr.), Discorso della montagna
- Pietro Perugino, Consegna delle chiavi
- Cosimo Rosselli, Ultima Cena
- Parete est (d’ingresso)
- Hendrik van den Broeck (1572) su originale di Domenico Ghirlandaio, Resurrezione di Cristo
- Matteo da Lecce (1574), su originale di Luca Signorelli, Disputa sul corpo di Mosè
Lucica
molto bella la parte video con anche i link di trasmissioni famose. io a mettere su you tube i video girati da me per poterli aggiungere ci ho provato, ma pesano troppo e non si caricano.
Gli ebrei volevano uccidere Gesù, ma non potevano, Pilato poteva condannarlo a morte, ma non voleva, Erode tratto Gesù come fosse il protagonista di un carnevale ebraico (Purim), i soldati romani come se fosse il protagonista di un carnevale romano (Saturnali). Barabba più che un nome proprio, che probabilmente era Gesù, potrebbe essere un titolo relativo ad una funzione ed in ogni caso coincideva con l’imputazione relativa a Gesù: essersi proclamato Figlio del Padre. Per questo Michelangelo quando dipinse il Giudizio Universale per Gesù giudice riprese la figura di Aman (protagonista del carnevale ebraico) dipinta precedentemente nella volta della Cappella Sistina? Cfr. ebook (amazon) di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.
Ringraziamo Ravecca Massimo per il suo intervento.
Entrando nella Cappella Sistina di Michelangelo, sopra il Giudizio, speculare all’Innalzamento del serpente di rame, da parte di Mosè, vi è dipinta la crocifissione di Aman, primo ministro persiano che voleva uccidere gli ebrei e poi a morire sarà lui. (cfr. Libro di Ester). Unica croce presente negli affreschi. Fa si che abbiamo una promessa (la croce di Cristo), sotto forma di minaccia. Aman protagonista negativo del carnevale ebraico, negli affreschi di Michelangelo assomiglia al Gesù giudice del Giudizio Universale. Ma in questo caso la somiglianza a cui si alluderebbe non sarebbe fisica, (come invece avrebbero avuto Gesù, Leonardo da Vinci e Michelangelo verso il termine della loro vita), ma funzionale. Il genio di Michelangelo, gli ha permesso un fantastico viaggio nel tempo: avrebbe visto la morte di Gesù in croce, mentre assumeva anche il ruolo di Aman, (anticipando di 4 secoli l’ipotesi simile dell’antropologo Frazer di inizio 900). In un carnevale si perde la cognizione di quello che si fa. Tanto che Gesù sulla croce all’inizio esclamò: “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). Così Gesù amando tutti sarebbe sceso il più in basso possibile per non tralasciare nessuno. Cfr. ebook/book. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.
Grazie a te Ravecca Massimo!
L’ha ribloggato su Pittura1arte2disegno3.