L’espressione museo virtuale è venuta assumendo nel corso degli ultimi anni una valenza sempre più sfuggente, soprattutto a causa dei notevoli mutamenti di scenario prodotti dalle continue trasformazioni tecnologiche della comunicazione e dell’informazione. Al momento della sua introduzione, nei primi anni Ottanta del ventesimo secolo, con museo virtuale (o digitale) si indicava la rappresentazione delle collezioni di un museo fisicamente esistente. Questo tipo di realizzazione rispondeva a una duplice esigenza. Anzitutto, offriva ai curatori una soluzione eccellente, sia per archiviare e consultare la documentazione sulle collezioni, sia per gestire le pratiche di natura amministrativa (restauri, prestiti ecc.). Quando si guarda alla storia dei musei si osserva un processo di continua revisione dei presupposti intellettuali e delle finalità, che impone talvolta un ripensamento radicale degli allestimenti. Basterà ricordare la distanza abissale dell’attuale concezione e configurazione dei musei rispetto alle finalità e all’organizzazione delle collezioni signorili e principesche del Rinascimento. Quelle collezioni, alle quali vengono di solito fatte risalire le origini del museo nel mondo occidentale, erano, com’è noto, espressione di una varietà di interessi e presentavano, di conseguenze, una notevole promiscuità di reperti: meraviglie dell’arte e della natura, dipinti, disegni, libri e manoscritti, ma anche reliquie strumenti scientifici, modelli di macchine e di architettura, resti archeologici e così via. La collezione rispecchiava l’identità e le aspettative del collezionista: era insieme evocativo “studiolo” e camera di risonanza di ambizioni auto contemplate e interessatamente esibite a un pubblico molto selezionato, al di fuori di ogni preoccupazione informativa e didattica.
Questo carattere costitutivo subì progressive modifiche che, soprattutto in seguito a profonde rielaborazioni concettuali proprie dell’età dell’Illuminismo, produssero una radicale ristrutturazione della missione dei musei. L’affacciarsi di nuove esigenze educative, sempre più pressanti, accelerò la trasformazione del museo. Ebbero così origine, da un lato i primi musei della scienza e della tecnica, depositi di reperti storici memorabili, centri di ricerca e di formazione e, insieme “templi” evocativi della razionalità scientifica, considerata come strumento fondamentale per il riscatto e per il progresso dell’umanità, dall’altro, vennero formandosi i musei d’arte, collezioni di opere “belle”, capaci, proprio perché belle, di educare al buongusto e di elevare la qualità morale dei soggetti che le ammiravano.
Accanto a un’intensa produzione di musei virtuali online, i nuovi scenari aperti dalle tecnologie dell’informazione stimolano un processo di riflessione destinato a mettere in discussione l’idea del museo virtuale fino ad oggi dominante: quella di copia fedele del museo reale. Da questo processo di riflessione è scaturita la consapevolezza del fondamentale contributo offerto dalle tecnologie informatiche nella costruzione di un museo online, liberato dalle preoccupazioni di tutela che ostacolano il museo tradizionale ( una volta “impostata”, l’opera d’arte, scientifica ,ecc., può essere visionata liberamente, nei modi e secondo le scelte di gusto personale). D’altra parte, l’utente non è più costretto a subire la “passività” dei musei tradizionali, può, viceversa, liberamente selezionare, oltre alla lingua, il livello e la durata della consultazione, seguire percorsi suggeriti o formarsene di propri, ottenere ingrandimenti delle immagini e così via. Il museo online offre all’utente molteplici modalità di fruizione, laddove nel museo reale è costretto a “subire” l’organizzazione e la rigida sequenza di visita che i curatori hanno selezionato, tra le molte opzioni plausibili che le opere esposte potrebbero consentire. Si potrebbe dire che il museo virtuale online mette l’utente al centro del processo di apprendimento, trasformando gli oggetti esposti in fulcri di processi narrativi dotati di forte capacità di coinvolgimento grazie all’utilizzo di diversi media. Questo complesso di immagini, di informazioni, e di opzioni è contenuto in uno spazio di molto inferiore a quello occupato da un pannello di sala, rispetto al quale presenta anche il vantaggio non trascurabile che i dati e le opere possono essere continuamente integrati e modificati.
Guardare le opere di questo museo con occhi curiosi e la mente aperta è l’augurio dei “custodi” del museo ai visitatori che si addentrano fra i capolavori dell’arte in esso custoditi.
Si è chiaramente compiuta una necessaria selezione di opere d’arte pittoriche e scultoree appartenenti a epoche storiche e culture talvolta molto distanti tra loro. Le opere di questo museo si propongono come un viaggio appassionante che permetta ai visitatori di scoprire che l’uomo si sia da sempre rapportato alle grandi tematiche della vita, del divino, della bellezza, dell’umano e del senso dell’esistere.
I dipinti e le sculture proposti sono capisaldi dell’arte di tutti i tempi e si rivelano altamente esemplificativi, pur nella loro specificità, dei nodi più importanti della cultura artistica.