LA PORTA DEL PARADISO FIRENZE

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Lorenzo Ghiberti, Porta del Paradiso, Battistero di Firenze, 1425-52
La Porta del Paradiso del Battistero di Firenze torna visibile al pubblico dopo un restauro durato 27 anni, senza eguali per complessità, e dopo 560 da quando Lorenzo Ghiberti terminò quello che può essere considerato uno dei grandi capolavori del Rinascimento. Secondo il Vasari fu Michelangelo a darle il nome di Porta del Paradiso: ”elle son tanto belle che starebbon bene alle porte del Paradiso”. Il restauro, che ha permesso di salvare la mitica doratura, è stato diretto ed eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, su incarico dell’Opera di Santa Maria del Fiore, grazie ai finanziamenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e al contributo dell’Associazione Friends of Florence. Realizzata in bronzo e oro, la Porta del Paradiso (del peso di 8 tonnellate, alta 5 metri e venti, larga 3 metri e dieci, dello spessore di 11 centimetri) sarà conservata nella grande teca, realizzata dalla Goppion spa, in condizioni costanti di bassa umidità per evitare il formarsi di sali instabili, tra la superficie del bronzo e la pellicola dorata, che salendo, sollevano e perforando l’oro, possono causare la distruzione. La collocazione dentro il cortile coperto del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze è temporanea: al termine dei lavori di realizzazione del nuovo Museo, previsti nel 2015, la Porta del Paradiso sarà esposta in una nuova sala espositiva, di 29 metri x 21 x 16 di altezza, con accanto le altre due Porte del Battistero a cui sarà riservato in futuro lo stesso destino.
DESCRIZIONE

Dopo un breve soggiorno a Venezia, nel 1424, subito dopo la conclusione della porta nord del Battistero, Lorenzo Ghiberti fece ritorno a Firenze, dove gli venne affidato l’incarico di realizzare una nuova porta di bronzo, sempre per il Battistero. Anche questa porta, al pari dell’altra, ha avuto una lunga gestazione e realizzazione, durata ben 27 anni: fu infatti messa in opera solo nel 1452, quando il Ghiberti aveva ben 74 anni.

Il programma stilistico iniziale non doveva essere molto differente dalle altre due porte. È facile immaginare che anche questa porta doveva contenere 28 riquadri, nei quali dovevano collocarsi Scene del Vecchio Testamento, secondo un piano iconografico predisposto dal letterato umanista Leonardo Bruni. Ma il Ghiberti, questa volta, impose una decisa svolta stilistica, progettando una porta con soli dieci grandi scene di formato quadrato.

I dieci grandi riquadri sono collocati nei due battenti, cinque per parte: le due file verticali sono poi circondate da quattro cornici ciascuna, contenenti in tutto 24 piccole nicchie, nelle quali sono inserite dei personaggi biblici, alternate con 24 piccoli medaglioni dai quali sporgono dei busti (uno di questi si ritiene sia l’autoritratto del Ghiberti).

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Lorenzo Ghiberti, Storie dalla Genesi, Porta del Paradiso, Battistero di Firenze

Ognuno dei grandi pannelli quadrati raggruppa due o più storie, secondo una concezione di rappresentazione sincrona che, abbiamo visto, era molto utilizzata nel Duecento e Trecento. Ma in questi riquadri domina una visione spaziale unitaria, con molti particolari architettonici costruiti in prospettiva più o meno perfetta. Il Ghiberti mostrò così di saper aggiornare il suo stile sulle novità rinascimentali che andavano maturando in quegli anni, e in ciò non dovette essere secondario il contributo che al maestro diede l’opera di Donatello. Molti elementi delle scene, realizzate a rilievo schiacciato, quasi un puro disegno inciso sul piano della lastra, sembrano proprie dello stile di Donatello. Ma in questi grandi pannelli rimane il gusto ancora tardo gotico per il dettaglio minuto, nonché per la varietà, da atlante naturalistico, di piante e animali. Tardo gotico è anche l’insistere sulle cadenze lineari in motivi curvi e spiraliformi.L’opera ebbe grande fortuna critica, e deve il suo nome di «Porta del Paradiso» a Michelangelo, uno dei primi e maggiori estimatori di questo capolavoro della fusione in bronzo.

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Lorenzo Ghiberti, Storie di Giuseppe, Porta del Paradiso, Battistero di Firenze

Lucica Bianchi

 

DIES ACADEMICUS CLASSE DI SLAVISTICA VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA

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Comunicato stampa

Traduzioni e rapporti interculturali degli slavi con il mondo circostante Ricca di 400 anni di storia, la Biblioteca Ambrosiana, nota per la sua importantissima collezione manoscritta e libraria e per la sua ricchissima pinacoteca, ha visto la fondazione, nel 2008, della Accademia Ambrosiana, i cui statuti sono stati rinnovati e confermati dal Cardinal Angelo Scola, che ne ha altresì solennemente inaugurato l’Anno Accademico il 22 ottobre 2014. Costituita non da libri od opere d’arte, come la Biblioteca e la Pinacoteca, l’Accademia racchiude una ricchezza ancora più preziosa, perché capace di far vivere e fiorire le prime due: quella degli studiosi che la compongono, accademici di chiara fama e giovani ricercatori di promettente ingegno. Raccolti in classi di studio, costoro hanno il compito di far “fruttificare” il patrimonio dell’Ambrosiana, unendovi la creatività e lo studio personali, in modo da innescare e tenere vivi processi di crescita del sapere capaci di produrre una nuova cultura umanistica. Nell’ambito dell’Accademia Ambrosiana, che con le sue varie Classi ha lo scopo di promuovere (così recita lo Statuto) “in modo coordinato e sistematico ricerche e pubblicazioni”, “contribuendo a suscitare un sempre più vasto interesse nel mondo scientifico e insieme a rendere la Veneranda Biblioteca Ambrosiana un luogo di confronto e di scambio per gli studiosi delle altre istituzioni accademiche”, la Classe di Slavistica trova la sua ‘specificità’ nel riferimento alla Biblioteca Ambrosiana, intesa non solo come ‘deposito’ di ‘materiale culturale di ambito slavistico’, ma piuttosto come sistema culturale integrato, esso stesso degno di indagine. Gli ambiti di studio della Classe non sono così limitati al solo patrimonio librario e codicologico afferente all’ambito slavo posseduto dalla Biblioteca Ambrosiana, ma si estendono da un lato allo studio della figura di Ambrogio e della sua tradizione negli ambiti linguistico-culturali slavi e dall’altro alla ricerca storica collegata ai carteggi, agli incontri e agli scritti dei Prefetti e dei Dottori, e più in generale a quanto riguarda la storia delle relazioni tra l’Ambrosiana (e quindi l’ambito milanese) e i Paesi slavi, dal XVI secolo ai giorni nostri. Il 26 e 27 maggio prossimi la Classe di Slavistica terrà il sesto Dies Academicus, dedicato al tema: Traduzioni e rapporti interculturali degli slavi con il mondo circostante. Durante il Dies Academicus si celebrerà l’investitura dei Neo Accademici prof. Anatolij Turilov (Accademia delle Scienze di Mosca) e prof. Serena Vitale (Università Cattolica di Milano). Oltre a ciò, si affianca alle giornate di studio la presentazione del quinto volume della collana “Slavica Ambrosiana”, espressione della Classe e dedicata al tema (frutto del lavoro dell’anno accademico 2010-2011): “Libro manoscritto e libro a stampa nel mondo slavo (XV-XX sec.)”. Interverranno numerosi studiosi e docenti universitari provenienti da Atenei italiani e internazionali: A. M. Totomanova (Sofia), D. Stern (Gand), A. Naumow (Venezia), D. Frick (Berkeley), S. Temčinas (Vilnius), N. Marcialis (Roma), J. Klein (Leida), H. Kleipert (Bonn), R. Marti (Saarbrücken), C. De Michelis (Roma), Luca Bernardini (Milano). Il convegno avrà luogo, per tutta la giornata del 26 maggio e per la sessione mattutina del 27 maggio, nella Sala delle Accademie, con ingresso da Piazza Pio XI, 2. La sessione pomeridiana del 27 maggio avrà invece luogo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, aula G127, con ingresso da Largo Gemelli, 1. Le due giornate sono aperte al pubblico e a ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti in sala. Accademia Ambrosiana – Classe di Slavistica Sesto Dies Academicus: Traduzioni e rapporti interculturali degli slavi con il mondo circostante Milano, Biblioteca Ambrosiana – Sala delle Accademie (ingresso da Piazza S. Sepolcro) Martedì 26 maggio, ore 15.30-20.00 – Mercoledì 27 maggio, ore 9,30-12,30 Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore – Aula G127 Mercoledì 27 maggio, ore 15,00-18,00 Per maggiori informazioni: http://www.ambrosiana.itsegreteria.slavistica@ambrosiana.it . Tel. : 02 80692.1; Fax 02 80692.215.

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CONVEGNO INTERNAZIONALE IN VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA

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VENERANDA BIBLIOTECA PINACOTECA ACCADEMIA AMBROSIANA E FONDAZIONE TRIVULZIO – 1° CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI Storia e storiografia dell’arte del Rinascimento a Milano e in Lombardia. Metodologia. Critica. Casi di studio

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4 le sessioni di studio e dibattito, presiedute da una triade di famosi esperti internazionali. 38 gli studiosi coinvolti da vari Paesi. 7 i tempi di discussione, con 4 conduttori.

I SESSIONE, in Ambrosiana: Problemi metodologici e storiografici. Presidenza: F. Boespflug – H. Burns – A. Nesselrath

II SESSIONE, in Fondazione Trivulzio: Arte tra fede, scienza e religioni Presidenza: R. C. Morgan – A. Nesselrath – C. M. Pyle

III SESSIONE, in Ambrosiana: Contesto storico. Frontiere tecnologiche E. Fučíková – X. Company Climent – A. Nesselrath

IV SESSIONE, in Ambrosiana: Casi di studio E. Fučíková – X. Company Climent – A. Nesselrath

In Conclusione: Proclamazione del Comitato scientifico permanente per i convegni internazionali periodici con annuncio congiunto di G.G. Attolico Trivulzio, A. Nesselrath, F. Buzzi

L’idea dell’Ambrosiana e della Fondazione Trivulzio, è quella di offrire agli studiosi, di ogni provenienza e di ogni convinzione metodologica, uno spazio periodico di incontro, confronto e scambio di idee e informazioni.
L’obiettivo del progetto Ambrosiana/Trivulzio è creare un forum indipendente per la comunicazione, l’assistenza scientifica e il dibattito intellettuale, per migliorare le attività degli studiosi e delle istituzioni in tutte le fasi della loro ricerca.
Il progetto coinvolge studiosi di fama, istituzioni internazionali e promettenti ricercatori in simposi regolari, i cui atti saranno pubblicati nelle relative collane «Fonti e Studi» (Biblioteca Ambrosiana) e «Trivulziana» (Fondazione Trivulzio).
Si tratta del primo di una serie di convegni, che, proseguendo l’itinerario cronologico, possano studiare le modalità di interazione territoriale in Europa e di proiezione europea nel mondo.
A titolo di esempio:
II Convegno – Storia e storiografia dell’arte dal Manierismo al Barocco tra stati italiani e stati europei,
Milano, 9-10 giugno 2016 (giovedì-venerdì)
III Convegno – Storia e storiografia dell’arte dal Barocco ai Lumi dall’Europa al mondo,
Milano, 9-10 giugno 2017 (venerdì-sabato)
Le modalità organizzative per l’operatività della presidenza, per la diffusione dei rapporti internazionali e per la curatela delle pubblicazioni, saranno decise dal Comitato scientifico permanente attraverso una specifica articolazione interna.

link utili:

Fai clic per accedere a AT_9-10_6_15_Comunicato_Stampa_1.pdf

http://www.ambrosiana.eu/jsp/index.jsp

NEWSLETTER VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA

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Newsletter

della Veneranda Biblioteca Ambrosiana

Milano, 19 maggio 2015

Lettura di Poesia in Biblioteca Ambrosiana – aperta liberalmente alla Città

Vladimír Holan: ritratto del “poeta murato”, martedì 19 maggio 2015 ore 16:30-18:00, nella Sala XXIII dell’Ambrosiana, presentazione del volume “Addio?” di Vladimir Holan, Arcipelago Edizioni Editore, dicembre 2014. Intervengono Vlasta Fesslová e Marco Ceriani, curatori del volume; Paolo Giovannetti Università IULM, Milano, editore e i poeti Maurizio Cucchi e Mario Santagostini, accolti dal Curatore della Newsletter dell’Ambrosiana alla presenza di Radka Neumannova, direttrice del Centro Culturale Ceco di Milano.

Invito_________ ►●

Foglietto di Sala__ ►●

In apertura, e in anteprima, un brevissimo filmato del regista antoinedelaroche, prodotto per la Newsletter dell’Ambrosiana.

 

Conclusione della Mostra dell’Ambrosiana a Singapore “Leonardo da Vinci’s Codex Atlanticus” (17 maggio 2015)​ e intervista esclusiva di Honor Harger, direttrice dell’Artscience Museum di Singapore, alla newsletter dell’Ambrosiana pdf ►●  ebook ►●

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I° Convegno internazionale – Milano,  9-10 giugno 2015

Renaissance history/historiography congress

Storia e storiografia dell’arte del Rinascimento a Milano

  e in Lombardia. Metodologia. Critica. Casi di studio.”

promosso a Milano congiuntamente alla Fondazione Trivulzio

Comunicato Stampa – 19 maggio 2015 –►●

Invito-►●       Locandina – Manifesto-►●

Totem all’ingresso dell’Ambrosiana-►●

I contributi di VolArte alla Newsletter della Veneranda Biblioteca Ambrosiana​:

Da VolArte: Paola Banfi. Una testimonianza –►●

Staff Redazionale NL-VBA

tel. +39 02 80 69 24 21- fax +390280692215

e-mail: newsletter@ambrosiana.it

VENERE E MARTE

“Non si sdegni Apelle di essere eguagliato a Sandro: già il suo nome è noto ovunque”.
(Ugolino di Vieri, Epigrammata III, 23)
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VENERE E MARTE
Venere e Marte è un dipinto a tempera su tavola (69×173 cm) di Sandro Botticelli, databile al 1482-1483 circa e conservato alla National Gallery di Londra. L’opera viene in genere datata a dopo il ritorno dal soggiorno romano (1482), per gli influssi classicheggianti che l’autore avrebbe potuto studiare sui sarcofaghi antichi della città eterna. Essa viene inoltre messa in relazione con gli altri grandi dipinti della serie mitologica, commissionati forse dai Medici: la Primavera, la Nascita di Venere e la Pallade e il centauro. La presenza delle vespe nell’angolo in alto a sinistra ha anche fatto pensare che si trattasse di un’opera commissionata dai Vespucci, già protettori di Botticelli, magari in occasione di un matrimonio. Il formato orizzontale farebbe così pensare alla decorazione di un cassone o di una spalliera. La scena raffigura Venere mentre osserva, consapevole e tranquilla, Marte dormiente, distesi su un prato e circondati da piccoli fauni che ruzzano allegri con le armi del Dio. I satiri sembrano tormentare Marte disturbando il suo sonno, mentre ignorano del tutto Venere, vigile e cosciente: uno ne ha l’elmo che gli copre completamente la testa mentre, con un altro, ruba furtivo la lancia di Marte; un altro sta per suonare un corno di conchiglia nell’orecchio del dio per svegliarlo; un quarto fa capolino dalla corazza sulla quale il dio è adagiato. Nonostante il contorno scherzoso dei fauni, nel dipinto serpeggiano anche elementi di inquietudine, come il sonno spossato e abbandonato di Marte o lo sguardo lievemente malinconico di Venere. Il significato del dipinto è oscuro, ma quasi sicuramente andava letto secondo le tematiche filosofiche dell’Accademia neoplatonica. In particolare sarebbe la figurazione di uno degli ideali cardine del pensiero neoplatonico, ossia l’armonia dei contrari, costituita dal dualismo Marte-Venere. La fonte d’ispirazione di Botticelli sembra ragionevolmente essere infatti il Symposium di Ficino, in cui si sosteneva la superiorità della dea Venere, simbolo di amore e di concordia, sul dio Marte, simbolo di odio e discordia (era infatti il dio della guerra per gli antichi). Secondo il critico Plunkett il dipinto riprenderebbe puntualmente un passo dello scrittore greco Luciano di Samosata, in cui viene descritto un altro dipinto antico raffigurante le Nozze di Alessandro e Rossane, in cui alcuni amorini giocavano con la lancia e l’armatura del condottiero. La scena sarebbe un’allegoria del matrimonio, in cui l’Amore, impersonato da Venere, ammansirebbe la Violenza, di cui Marte è la personificazione. L’opera potrebbe dunque essere stata realizzata per il matrimonio di un membro della famiglia Vespucci, protettrice dei Filipepi (come dimostrerebbe l’inconsueto motivo delle api in alto a destra) e quindi questa iconografia sarebbe stata scelta come augurio nei confronti della sposa. È anche possibile però che gli insetti simboleggino semplicemente le “punture”, cioè le spine dell’amore. Marte starebbe vivendo la “piccola morte” che segue l’atto sessuale, che neanche uno squillo di tromba nelle orecchie riesce a destare; il fatto che i faunetti lo abbiano depredato della lancia simboleggia anche il suo disarmo davanti all’amore. Un’altra interpretazione possibile è quella dell’incontro tra Venere, raffigurante i piaceri catastematici, e Marte, i piaceri dinamici, presente nel proemio dell’opera De rerum natura del poeta latino Lucrezio. Nell’opera sono leggibili alcune caratteristiche stilistiche tipiche dell’arte di Botticelli. La composizione è estremamente bilanciata e simmetrica, che può anche sottintendere la necessità di equilibrio nell’esperienza amorosa. Il disegno è armonico e la linea di contorno tesa ed elastica definisce con sicurezza le anatomie dei personaggi, secondo quello stile appreso in gioventù dall’esempio di Antonio del Pollaiolo. A differenza del suo maestro però, Botticelli non usò la linea di contorno per rappresentare dinamicità di movimento e sforzo fisico, ma piuttosto come tramite per esprimere valori anche interiori dei personaggi. L’attenzione al disegno inoltre non si risolve mai in effetti puramente decorativi, ma mantiene un riguardo verso la volumetria e la resa veritiera dei vari materiali, soprattutto nelle leggerissime vesti di Venere. I colori sono tersi e contrastanti, che accentuano la plasticità delle figure e l’espressionismo della scena. Grande attenzione è riposta nel calibrare i gesti e le torsioni delle figure, che assumono importanza fondamentale.

Lucica Bianchi

 

Lettera d’invito al banchetto dei medici

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                                  Risâlat Da‘wat al-a¥ibbâ’ di Ibn Bu¥lân (Lettera d’invito al banchetto dei medici)
Dr. padre Paolo Nicelli, P.I.M.E. (Dottore della Biblioteca Ambrosiana)

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Dettaglio preso da una miniatura della Risâlat Da‘wat al-a¥ibbâ’ di Ibn Bu¥l…n. In essa vi è rappresentato un dottore che visita un paziente o un possibile dibattito tra due medici. Sulla sinistra della miniatura vi è una credenza con bricchi e calici: probabili pozioni a uso medico (Museum of islamic Art, Jerusalem)

Descrizione del manoscritto
Ms. Arabo A 125 inf. – Abû ðasan al-Mukhtâr ibn ‘Abdûn ibn Sa‘dûn ibn Bu¥lân, Risâlat Da‘wat al-a¥ibbâ’ (Il banchetto dei medici), sec. XIII. Splendido codice su carta di 122 fogli, in formato medio, copiato in Alessandria d’Egitto nel 1273 da Mu|ammad ibn Qaisar al-Iskandarî. Il manoscritto vergato in elegante scrittura nasî vocalizzata, comprende tre scritti medici, il primo dei quali composto nel 1058 dal medico, filosofo e teologo arabo di fede cristiana nestoriana Abû ðasan al-Mutâr ibn ‘Abdûn ibn Sa‘dûn ibn Bu¥lân (m. 1066). L’autore visse alla corte degli ‘Abbasidi in Baghdâd, ed ebbe come maestro un prete nestoriano, Abû al-FaraÞ b. al-¦ayyib, un commentatore di Aristotele, Ippocrate e Galeno, il quale si interessava anche di botanica e scrisse di satira, vino e qualità naturali. In Egitto e in particolar modo al Cairo, Ibn Bu¥lân intraprese diverse controversie contro Ibn Riÿwân (medico, astrologo e astronomo egiziano) su temi quali le citazioni e le idee filosofiche di Aristotele sul luogo, il movimento e l’anima. Egli si trasferì a Costantinopoli nel 1054, dove, su richiesta del Patriarca Michele Cerulario (m.1059), compose un trattato sull’Eucarestia e l’uso del pane senza lievito. Durante lo scisma che avrebbe portato alla separazione della Chiesa greca da quella latina, Ibn Bu¥lân passò gli ultimi anni della sua vita come monaco in un monastero presso Antiochia. La sua opera medica più importante è il Taqwîn al-¡i||a (il rinvigorimento della salute). È un trattato d’igiene e di dialettica in otto capitoli, scritto nell’ XI secolo, probabilmente a Baghdâd,(1) su carta e in elegante scrittura nasî, con i titoli in carattere cufico in color rosso. Esso è dedicato a rispondere ad alcune domande generali sui quattro elementi naturali, gli umori e i caratteri emotivi. Ibn Bu¥lân studiò la natura e il valore della nutrizione, come anche l’influenza dell’ambiente, dell’acqua e del clima sulla salute.

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Altra opera importante è la Risâlat Da‘wat al-a¥ibbâ’ (lettera d’invito al banchetto dei medici), che tratta di temi di etica medica, con una satira sui medici ignoranti.(2) Questa lettera-trattato è accompagnata da undici miniature di alta qualità, di scuola siriana con influssi dell’Asia centrale evidenti nell’abbigliamento e nei lineamenti asiatici del volto dei convitati, esempio unico dell’arte iconografica mamelucca del XIII secolo. Riproduciamo qui il frontespizio del Risâlat Da‘wat al-a¥ibbâ’ ta¡nîf (redazione) del Ms. Arabo A 125 inf. f.15 R., custodito nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana:

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1 Cfr. http://www.christies.com/lotfinder/books-manuscripts/al-mukhtar-bin-al-hasan-bin-abdun-bin-sadun-5422241-details.aspx (cons. 8 maggio 2015)
2 H. SELIN (editor), Encyclopaedia of the History of Science, Technology and Medicine in Non-Western Culture, Dordrecht – The Netherlands, 1997, pp. 417-418.

La miniatura di seguito riprodotta (Ms. Arabo A 125 inf. f.15 R.), raffigura una scena di brindisi fra l’ospite e i suoi invitati, vestiti con raffinata eleganza e accompagnati da un suonatore, aspetti questi tipici del simposio classico greco-romano, ormai ripreso anche in altre culture mediterranee. Nel simposio è presente una bevanda non ben definita. Essa potrebbe essere il vino a indicare che ci troviamo in un convivio di medici pagani, o cristiani, oppure non si tratta di vino, ma di thè, indicando quindi un convivio di medici musulmani. Terza ipotesi potrebbe essere l’assaggio di un elisir particolare di cui i medici parlano. Questa tesi, che riteniamo più probabile, sarebbe sostenuta dal fatto che solo due commensali hanno il bicchiere e bevono la bevanda, mentre gli altri sono impegnati in altre cose. Nel simposio manca invece il cibo, alimento importante, assieme al vino, tipico del simposio greco-romano, dove sia il vino che il cibo venivano consumati stando sdraiati sui triclini, durante una conversazione tra pochi intimi. I suonatori suonavano inni e canti per il piacere dei commensali. In un contesto arabo o mamelucco, come quello della Risâlat Da‘wat al-a¥ibbâ’, i commensali sono invece inginocchiati a semicerchio su un tappeto e bevono insieme discutendo sul caso clinico di un certo Abû Aiub, il cui occhio si era arrossato, di color rosso sangue, probabilmente a causa di un agente esterno o a causa della pressione sanguinea nell’occhio stesso. Interessante è notare come un tale fenomeno, legato all’irritazione dell’occhio, venga spiegato attraverso un truce avvenimento quale quello di un massacro con il versamento di molto sangue, al punto da provocare, in colui che ne era stato il testimone oculare, l’arrossamento dell’occhio.

Stile dell’opera e traduzione del brano: (Ms. Arabo A 125 inf. f.15 R.)
L’opera si presenta con uno stile prosimetro, cioè che alterna prosa a poesia, così come espresso nei versi seguenti:
Prosa (natr): «Kahal disse che questa era una cosa relativa al nostro Šaih che si chiama Abû Aiub. Disse Abû Aiub: “bevo (Ašrabu) questo bicchiere e lo sorseggio (Asluhu) ”. Dopodiché, prese il bicchiere e lo sollevò e lo osservò e disse: “Per Allâh!, come disse il poeta”.
Poesia (ši‘r) in rime (damma – o…, o…,):
1) «Quindi Il vetro era una goccia non congelata e la medicina (il farmaco) di color rosso fuoco. “O Signore!, cantami, per Allâh!, i segreti […] di Kahal” e quindi iniziò e cantò».
Il significato del versetto richiama il modificarsi delle sostanze attraverso dei processi chimici. Infatti la composizione chimica del vetro del bicchiere si è modificata a causa di un processo chimico: prima di diventare solido era come una goccia non congelata, cioè liquido. Allo stesso modo, la medicina ha cambiato la sua composizione chimica con l’aggiunta di altri componenti diventando rosso fuoco.
2) «Qâlû ištakat ‘inuhu faqultu lahum min kathrati al-qatli nâlaha al-wa¡bu» «Dissero, che il suo occhio si lamentò, io gli ho risposto: per via del massacro (lett: della tanta uccisione), (l’occhio) è stato colpito dalla malattia».
3) «ðumratuhâ min damâ fî al-na¡li šahidu ‘aÞiab» «Il suo colore rosso per via del sangue di chi ha ucciso e il sangue sulla punta ferrata (della spada) è una testimonianza stupefacente».
4) «Quindi gli cantò: “L’ammalato alle palpebre (è ammalato) senza motivo e colui che si è truccato non si è truccato».
5) «La sua bellezza si lamentò della bruttezza dei suoi comportamenti, quindi la vergogna si manifestò sulle sue guance».

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Ciò che abbiamo presentato è un breve excursus su una delle perle più preziose che la Veneranda Biblioteca Ambrosiana custodisce con amore. Si tratta di una delle opere miniate più belle a disposizione del pubblico e degli studiosi. Ancora oggi, il Collegio dei Dottori dell’Ambrosiana custodisce con cura queste opere a cui, nel tempo, se ne sono aggiunte delle altre, non solo provenienti dal Nord Africa e dal Vicino Oriente, ma anche dall’Asia centrale e dall’Estremo Oriente. Lo studio delle lingue legato alla ricerca filologica e contenutistica delle antichità cristiane prosegue negli studi storici e filologici dei testi appartenenti ad altre tradizioni religiose ben oltre il bacino del Mediterraneo. Così dalla Cina, dal Giappone sono giunte delle opere interessanti e una notevole documentazione utile all’attività di ricerca dell’Accademia Ambrosiana, parte questa, con le più conosciute Biblioteca e Pinacoteca, della realtà culturale e artistica della Veneranda Biblioteca Ambrosiana. La neonata Classe di Studi Africani, che studia questo manoscritto come altri in lingua araba, copta, etiopica, armena e anche berbera, si inserisce in un quadro di lavoro di ricerca filologica con la precisa ambizione di voler approfondire lo studio storico e di attualità del mondo culturale mediorientale e africano, prendendo in esame le aree nord africane e coinvolgendo quelle sub-sahariane e oltre. Con lo spirito proprio del dialogo tra i popoli e le culture, si potranno promuovere dei lavori di ricerca interdisciplinari che coinvolgeranno le altre Classi di studio dell’Accademia, nello spirito proprio di Federico Borromeo che ha voluto creare questo luogo aprendolo alla comunicazione del sapere, oltre le frontiere geografiche, ideologiche e religiose. Non è retorico il ricordare che lo studio dei manoscritti appartenenti alla tradizione cristiana orientale, come a qualsiasi altra tradizione religiosa, è un vero e proprio contributo alla preservazione e valorizzazione di un patrimonio dell’umanità. La sua custodia e la sua preservazione è un nostro compito fondamentale, in quanto studiosi, soprattutto in quanto estimatori del loro inestimabile valore culturale, scientifico e religioso.

NOVITA’ DALLA VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA.NEWSLETTER

 

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                                                                   Veneranda Biblioteca Ambrosiana 

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Maggio 2015

 

Venerdì 15 maggio 2015 ore 16:00-18:00
nella Sala XXIII della Biblioteca Ambrosiana, piazza Pio XI, 2, Milano
presentazione del volume di Emanuela Fogliadini
L’invenzione dell’immagine sacra, Jaca Book
Intervengono: Professor François Bœspflug
Monsignor Marco Navoni, Dottore dell’Ambrosiana
Professoressa Emanuela Fogliadini
Invito____ ►●

 

Venerdì 8 maggio la sezione lombarda della SFI concluderà all’Ambrosiana

il suo ciclo 2014/15 su “I luoghi della filosofia” con Rita Zama,

che interverrà su Alessandro Manzoni, un letterato filosofo nella Milano romantica.

Invito__►●

 

Mercoledì 6 maggio 2015, dalle ore 16.00 alle ore 17.30, presso la Sala XXIII

della Pinacoteca Ambrosiana avverrà la presentazione della Collana

FUNDAMENTIS NOVIS di Città Nuova editrice

Invito__►●

 

Aprile 2015

 

mercoledì 29 aprile 2015 alle ore 18 in Sala delle Accademie.
Rav. Prof. Giuseppe Laras Dottore dell’Ambrosiana

                                                                  honoris causa.
insignito dall’Arcivescovo di Milano, Card. Angelo Scola,

Conferimento__►●        e       Invito__►●

__  giovedì 23 aprile 2015 ore 16:00 in Sala Galbiati

__  Conferenza “Il canto ambrosiano” di Angelo Rusconi.

__  Segue alle 17:00 nella Chiesa di S. Sepolcro
__  celebrazione cantata dei Vespri in rito ambrosiano presieduta

__  da Mons. Marco Navoni,(dottore della Biblioteca Ambrosiana,

__  canonico del Duomo e di S. Ambrogio,
__  pro-presidente della Congregazione del Sacro Rito Ambrosiano)__►●
__  Registrazione della celebrazione   _1_   _2_   _3_   _4_   _5_   _6_   _7_

 

lunedì 20 aprile 2015 ore 18.00 Conferenza programmatica
INSIEME PER PRENDERCI CURA
Evento accreditato ECM per tutte le professioni sanitarie.
In Ambrosiana Piazza Pio XI, 2 Sala delle Accademie E.R. Galbiati
Programma__►●
Progetto____ ►●

Abstract Intervento Pier Francesco Fumagalli__►●

Abstract Intervento Maria Luisa Denatale____  ►●
Saluto Rav Alfonso Arbib_______________  ►●

Calendario degli incontri seminariali________►●

Giovedì, 9 aprile, ore 18, uto nella Chiesa di San Sepolcro in piazza San Sepolcro, Milano
presentazione del volume LA DAMA DI FERRO.
Il romanzo di Teodolinda, regina dei Longobardi

di Giovanna Ferrante, scrittrice e storica milanese.
Con l’Autrice intervengono mons. Franco Buzzi, Prefetto dell’Ambrosiana
e padre Gilberti Zini, direttore casa editrice Ancora. ________►●

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Marzo 2015

27 marzo. Si è conclusa la lunga visita del Prefetto mons. Franco Buzzi

e del Presidente della Fondazione Cardinal Federico Borromeo
ai musei del Cremlino di Kazan, capitale della Repubblica del Tatarstan,
una repubblica autonoma della Federazione Russa. Luogo bellissimo
di una cultura assai alta, sia per il Cremlino, sia per la biblioteca, di cui fu direttore
lo stesso famoso Lobacewski, l’inventore della geometria non euclidea.

Il sito ufficiale dei musei del Cremlino di Kazan ne danno ampio risalto.

Il sito è visitabile anche in italiano: è sufficiente selezionare la prima lingua,
l’italiano. Molte e suggestive le foto presenti in loco di Franco Buzzi
e Giorgio Ricchebuono. Qui il collegamento diretto col sito_►●

23 marzo, ore 18:00. “’A’ voce  d’è creature : testimonianza di don Luigi Merola”

Invito

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18 marzo, ore 9.00. Aldo Manuzio, seminario internazionale.

Invito

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17 marzo, ore 17.00. Conoscere il meticciato. Governare il cambiamento.

Invito

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Rav. Prof. Giuseppe Laras proposto Dottore dell’Ambrosiana  honoris causa.
viene nominato dall’Arcivescovo di Milano, Card. Angelo Scola,
mercoledì 29 aprile 2015 alle ore 18 in Sala delle Accademie

.

Giuseppe Laras, Ricordati dei giorni del mondo. Recensione da O.R. 17.12.2014, p.4.

​ Rav.  ​Prof. Giuseppe Laras, Presidente del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia: sempre attuale la presa di posizione sulla persecuzione dei cristiani e contro “i governi occidentali, troppo spesso distratti per disinteresse e ignavia”. 

Limmùd : Due incontri pubblici in occasione della Giornata del Dialogo ebraico-cristiano 2015:

I –  12 gennaio 2015 h. 15:00-17:00 con Rav Sciunnach

Testimonianza di uno studente______►●
II – 15 gennaio 2015 h. 17:00-18:30 con Rav Arbib

Registrazione integrale in 4 parti     1   2   3   4 

Dopo l’appello del   Papa all’Angelus  del 26.12.2014 sulla  libertà religiosa, diritto inalienabile 

“Grazie anche al sacrificio di questi martiri di oggi – ne sono tanti, tantissimi – si rafforzi in ogni parte del mondo l’impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è un diritto inalienabile di ogni persona umana” 

per meglio ricomprenderlo, si ricorda qui il saggio del Prefetto dell’Ambrosiana, Mons. Franco Buzzi, 

Tolleranza e libertà religiosa, con la relativa intervista Visita Delegazione Cinese in Ambrosiana

1.Conferenza L’Islam e la libertà religiosa in Indonesia,

28 gennaio 2015, ore 17.30 – Ambrosiana, Sala XXIII , Invito    1   

Registrazione audio-video    1    2    3    4   

2. Presentazione ultime pubblicazioni Centro Studi Tommaso Gallarati Scotti

Registrazione integrale in 3 parti     1    2    3  

3. Viaggi culturali in Israele__________►●

          Viaggio culturale a Verona_________►●

          Viaggio culturale in Romania_______►●

4. Presentazione Libro “Le chiavi per aprire 99 luoghi segreti di Milano ___Invito ____►●

Registrazione integrale in 4 parti     1     2     3     4

 

Biblioteca

 

1.      P​rogetto Aldo Manuzio   di Marina Bonomelli con la collaborazione di Angelo Colombo.

  1. ” Fondo Varisco della Biblioteca Ambrosiana e la storia di Monza “, di Angelo Colombo.​
  2. Introduzione ad una visita guidata in Sala di Lettura della Biblioteca Ambrosiana, di Lucica Bianchi.
  3. Progetti di digitalizzazione in Ambrosiana. Comunicazione al seminario  “Digital curation e Cultural heritage

di Angelo Colombo, Catalogatore dell’Ambrosiana, Palazzo delle Stelline, Milano, 12 marzo 2015