Paul Cezanne ,”Les joueurs de carte “( I giocatori di carte ) , 1892-1895, olio su tela, Courtauld Institute of Art , Londra
Frequentando i caffè, Paul Cézanne ha potuto assistere a diverse scene di giocatori di carte e a questo soggetto dedica diverse tele. Tuttavia, anche quando dipinge composizioni a più figure queste appaiono isolate. Non c’è il divertimento di chi sta giocando in compagnia né l’allegro vociare che accompagna le partite nei caffè. Le figure restano in silenzio, concentrate sulla mossa più opportuna per vincere la partita, ma la scena è sospesa come se la partita non dovesse mai proseguire. L’ambiente viene semplificato al massimo: lo sfondo è coperto di colore ma le pareti e le porte si riconoscono appena. Anche le figure sono costruite in modo grossolano e con una tavolozza di colori bassi: macchie arancioni, marroni, nere e qualche tocco di bianco lasciano solo intuire i volti, i cappelli calati sulla fronte, gli abiti spiegazzati.La sua tecnica pittorica è decisamente originale ed inconfondibile. Egli sovrapponeva i colori con spalmature successive, senza mai mischiarle. Per far ciò, aspettava che il primo strato di colore si asciugasse per poi intersecarlo con nuove spalmature di colore. Era un metodo molto lento e meticoloso, per certi versi simile a quello di Seurat e dei neoimpressionisti che accostavano infiniti e minuscoli puntini. Cezanne è, tuttavia, molto lontano dai risultati e dagli intenti dei puntinisti. Egli non ricercava una pittura scientifica, bensì poetica. La sua rimane però una pittura molto difficile da decifrare e spiegare. Ma basti il giudizio di Renoir che di lui disse: “Ma come fa? Non mette neanche due macchie di colore su una tela, senza fare una cosa eccezionale!”
Lucica Bianchi