TALAMONA 17 maggio 2014 concerto canoro in Auditorium
TRE CORI PER UN’INIZIATIVA SOLIDALE
Un evento tra cultura e solidarietà quello che ha avuto luogo questa sera alle ore 20.45 all’Auditorium delle Scuole Medie. Tre cori hanno prestato la loro voce e la loro arte per una raccolta fondi a favore del GFB ONLUS un’associazione di genitori di bambini affetti da una rarissima malattia genetica per la quale ci può essere speranza di cura soltanto con la ricerca, con la continua informazione e sensibilizzazione di un pubblico sempre più vasto con l’organizzazione di convegni e serate di discussione tra gli addetti ai lavori in tutto il Mondo ma anche con la gente comune e infine anche con serate come questa dove, attraverso il divertimento e l’arricchimento culturale si contribuisce nel frattempo ai progressi nella lotta contro questa malattia chiamata sarcoglicanopatia, una variante della più conosciuta distrofia muscolare, per la quale esistono nel Mondo pochi gruppi di ricerca che se ne occupano. Madrina dell’evento Beatrice Vola, presidente e fondatrice del GFB ONLUS, madre di due ragazzi affetti da questa malattia, che, come in occasione di ogni evento benefico promosso, ha introdotto la serata facendo il punto sullo stato della ricerca e sulle iniziative finora portate avanti dall’associazione come ad esempio la creazione di un portale Internet per mettere in contatto le famiglie che in tutto il Mondo fanno i conti con questa malattia o l’adesione ad una campagna di raccolta punti dell’Iperal, una sorta di concorso che premiava le ONLUS scegliendo tra quelle maggiormente patrocinate dai consumatori attraverso la raccolta punti (il GFB si è piazzato terzo vincendo più di sedicimila euro), tutte iniziative che non possono che andare a beneficio della ricerca. È notizia recente che negli Stati Uniti alla Columbia University si è costituito un gruppo di ricerca che si occuperà in modo specifico di questa malattia.
Una volta informato il pubblico circa l’importanza di questa serata è venuto il momento di introdurre i tre cori.
I primi ad esibirsi sono stati i membri della Schola Cantorum di Madonna di Tirano. Questo coro polifonico si è costituito nel 1996 su iniziativa di un gruppo di appassionati desiderosi di ricercare nuove sfumature e stimoli di crescita attraverso un repertorio che spazia dai brani sacri finanche ai popolari e ai profani di epoche diverse, un repertorio del quale stasera, sotto la direzione di Mario Riva, è stato dato un assaggio attraverso sette brani alcuni accompagnati al pianoforte da Federico Bianchi (il secondo il quarto e il quinto).
Il primo brano presentato è stato O SACRUM CONVIVIUM di Luigi Molfino, uno dei più stimati e poliedrici compositori del XX secolo formatosi al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano presso il quale ha conseguito diplomi d’organo, musica corale, direzione di coro, composizione e polifonia vocale. Dal 1938 al 1941 è stato organista dell’orchestra della Scala e dal 1974 al 1986 è stato docente di organo e composizione organistica presso il conservatorio di Milano e di armonia e composizione e organo presso il Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra a Milano nonché autore di vari brani sacri e organistici.
Il secondo brano è stato MADONNA DE CLARITATE di Marco Enrico Bossi nato a Salò, in provincia di Brescia nel 1861 discendente di una famiglia di organari attiva dal XVI secolo in Lombardia e nel Nord Italia, autore di opere teatrali, messe, oratori, composizioni sinfoniche, musiche da camera, studi di pianoforte ed organo, spesso ispirati ai modelli romantici tedeschi in particolar modo Mendelsson e Brahms. Il brano cantato questa sera è tratto dal testo di una lauda francescana del XIII secolo dedicata a Santa Chiara.
A seguire TOURDION di Pierre Attaignant un editore e compositore musicale francese vissuto tra la seconda metà del Quattrocento e la prima del Cinquecento che stampò più di 1500 canzoni polifoniche sfruttando la tecnica a caratteri mobili che allora era stata recentemente inventata e che permise una rapida e vasta diffusione delle sue opere soprattutto danze e canzoni negli stili ad esso coevi. TOURDION in particolare identificava un tipo molto particolare di danza francese.
È venuto poi il momento di LIFE UP YOUR HEART di Sally de Ford, una preghiera.
A seguire un salto nell’Ottocento con VERLEIH UNS FREIDEN di Felix Mendelsson nato ad Amburgo da una famiglia aristocratica di origine ebraica, compositore prolifico sin dalla più tenera età fino a diventare nel 1835 direttore dell’orchestra del Gewandhous di Lipsia e a fondare nel 1843 il conservatorio nella città medesima.
Col brano successivo si resta nell’Ottocento facendo un piccolo salto geografico. OCULI OMIUM è una composizione di Charles Wood nato nel 1866 ad Armagh in Irlanda, fin da ragazzo corista nella Cattedrale di San Patrizio poi, dal 1883, studente di composizione, corno e pianoforte al Royal College of Music e infine insegnante ricordato soprattutto per le sue composizioni nell’ambito della musica da Chiesa e per gli inni sacri per coro a cappella che ben esprimono grande maestria nel trasmettere calore e ricchezza di espressione.
L’ultimo brano eseguito dalla Schola Cantorum è stato IL CARNEVALE DI VENEZIA di Gioacchino Rossini fra i massimi esponenti dell’opera buffa sicuramente tra i più rappresentativi, divertenti ed istrionici.
A questo punto il testimone è passato al coro dei Cech di Traona costituitosi nel 1997 sempre ad opera di un gruppo di appassionati con un repertorio che si rifà quasi esclusivamente ai canti popolari, di montagna, degli alpini soprattutto quelli del nostro territorio con l’intenzione di unire la passione per il bel canto al mantenimento della memoria delle genti, degli usi dei costumi della storia e della cultura delle nostre valli. Di questo spirito naturalmente anche i brani presentati questa sera, ciascuno con una sua storia, diretti da Davide Mainetti.
Il primo brano intitolato SABATO DI SERA di Angelo Mazza, è ambientato sul lago Maggiore è racconta di una notte d’amore che inizia in tragedia, ma che si conclude con un lieto fine.
A seguire un’ AVE MARIA musicata da Bepi de Marzi, per dare, come da tradizione nei concerti tenuti da questo coro, una nota devozionale.
Il terzo brano di Benedetto Michelangeli intitolato CHE FAI BELLA PASTORA racconta di un vecchio che si ostina a corteggiare una bellissima donna molto più giovane credendo di avere ancora delle risorse. Tutti i suoi tentativi sono però destinati a fallire.
A seguire I RADISS tratto da un testo di Marco Sironi musicato da Angelo Mazza, il canto nostalgico di un uomo che è costretto a lasciare la sua terra natale dove hanno origine i suoi avi, costretto a salutare tutti i suoi amici, i suoi legami per poi ritrovarli tutti alla fine carichi di ricordi.
Angelo Mazza ritorna anche col brano successivo intitolato QUEL MAT DE TONI RONDOLA che racconta di un qualcosa di molto familiare alle nostre genti fino a due o tre generazioni fa, la vita semplice delle montagne tra povertà e ristrettezze, ma arricchita da personaggi come quello della canzone che riescono comunque a non perdere l’allegria e la voglia di cantare, una canzone che trasmette il ritmo allegro attraverso la ripetizione della parola quattro.
In conclusione al proprio concerto il coro ha proposto un motivo tradizionale musicato da Gianni Malatesta A MEZZANOTTE IN PUNTO che racconta di un appuntamento galante nel bel mezzo della notte.
È venuto ora il momento dell’ultimo coro costituitosi a Talamona il 15 ottobre 1982 e intitolato a Don Vincenzo Passamonti indelebile presenza nella memoria collettiva dei talamonesi quale grande figura di uomo generoso deciso e spontaneo. Inizialmente sotto la guida di Oscar Pasina il coro prevedeva esclusivamente un repertorio sacro classico per accompagnare le funzioni religiose poi dal 1999 col nuovo direttore Tomaso Ronconi (che ha diretto anche questa sera naturalmente) il repertorio ha aperto anche alla musica polifonica moderna a cappella o con accompagnamento strumentale.
Il primo brano presentato è stato un inno sacro intitolato JESU REX AMIRABILIS composto da Giovanni Pierluigi da Palestrina vissuto nel Cinquecento tra i più importanti musicisti del Rinascimento italiano autore prevalentemente di messe e musica sacra, maestro cantore ammirato dalle maggiori personalità della sua epoca.
A seguire tre brani della musica sacra ortodossa: OCE NASH (PADRE NOSTRO) di Nikolaj Kedrov IZE CHERUVIMI di Gavril Lomakin e BOGORODITZE DIEVO di Serghej Rachmaninov, quest’ultimo particolarmente degno di nota in quanto lo scorso anno ricorreva il 140° anniversario della nascita e il 70° della morte di questo compositore prolifico musicista soprattutto nell’ambito della musica sacra russa della quale toccò il vertice in particolar modo con questo brano.
Dopo tanta musica sacra è venuto il momento di quella popolare con altri tre brani.
Il primo AY LINDA AMIGA di autore anonimo spagnolo del XV secolo musicato in seguito da Eduardo Torner fa parte di una raccolta conosciuta come CANCIONIERO DE PALACIO un’antologia di musica polifonica eseguita alla corte dei re Cattolici (un’importante centro di cultura musicale) e racconta i tormenti dell’amore.
Il secondo SZELLO SUG di Lajos Bàrdos un compositore ungherese che è stato anche insegnante e direttore di coro che, insieme a Zoltàn Kodàly gettò le basi della musica corale ungherese; in ungherese da voce solista è stata eseguita la prima parte del brano, tutto il resto in italiano dal coro, in una traduzione poco letterale.
Il terzo brano popolare che è anche quello che ha chiuso il concerto è stato LA CABANA tratto dalla tradizione popolare colombiana con testo di Julio Florez, musica di Emilio Murillo e armonizzazione di Efrain Orozco.
A questo punto dopo un bis eseguito insieme dalla Schola Cantorum e dalla corale Passamonti si è chiuso il concerto ed è cominciata l’ultima parte della serata consistente in un rinfresco e in una piccola festicciola per concludere il tutto in allegria.
Antonella Alemanni