In anteprima assoluta, il libro “Sensazioni” di Ornella Gavazzi, pubblicato online dal giornale “I tesori alla fine dell’arcobaleno”, per gentile concessione dell’autore.
“Ho cercato le parole per descrivere le mie sensazioni. Chissà se le ho trovate !”
Ornella Gavazzi
UN PICCOLO MONDO
La luna illumina quel piccolo mondo
di una luce fredda,
di una luce azzurra
che l’avvolge.
Un ruscello gli scorre accanto
di un’acqua fredda,
di un’acqua azzurra
ch’el circonda.
L’aria dei monti accarezza quel piccolo mondo
di un’aria fresca,
di un’aria azzurra
che lo culla.
Il silenzio riscalda quel piccolo mondo
un silenzio caldo,
un silenzio di sentimenti
un silenzio d’amore.
SERA
La luce di un abatjour
mi bagna il viso.
A stento gli occhi azzurri
la guardano
luminosa
in questa penombra.
Sulla parete una macchia
più scura.
Il rosa è diventato bruno.
Non sono che una macchia
in mezzo al rosa.
La luce di un abatjour
mi bagna il viso.
JOSEPH
Grappoli di luci colorate
per illuminare la città,
vetrine brulicanti di regali
per catturar gli sguardi,
passi decisi e ansiosi
nel voler sfidare il tempo,
un groviglio di voci ed emozioni
per riscaldare i cuori.
Joseph, il barbone, è là,
all’angolo della via…
e osserva il tuo Natale.
CENERE
Cenere tu sai cos’è una vita
Tu sei tutto eppure non sei niente
Tu sei corpo e pure sei la mente
Cenere che danzi nell’aria infinita.
Il tuo colore non sembra esser colorato
Le tue tinte raccolgono il passato
Il tuo profumo non sembra profumato
I tuoi aromi racchiudon ciò che è stato.
Tu sei ciò che resta del fuoco di un camino
tu sei ciò che resta del falò nel verde prato
che consumando ciò che prima è stato
tu sei ciò che rimane del destino.
Tu sei leggera, fredda e calda insieme
come una musica ricca di armonia
le tue note una dolce melodia
tante emozioni tutte ancor trattieni.
Gioie e dolori, amicizie e delusioni
con pesante leggerezza tu sostieni
una sola mano tutte le contieni
in una sola mano tante sensazioni.
Nel tuo fardello un poco d’allegria
nel cielo azzurro ti perdi e te ne vai
basta un soffio, ma dimmi dove vai?
A confondermi nel tempo, vado via.
Cenere un nome che significa una fine
cenere un nome che pur vuol dire aurora
cenere perché qualcosa resta ancora
cenere un nome che non ha confine.
IL SASSO E LA NUVOLA
Il sasso e la nuvola si tengono per mano
lungo la strada, lontano l’orizzonte.
Dolce è il cammino
greve è il cammino.
Inciampa il sasso
inciampa la nuvola,
si rialza il sasso
si rialza la nuvola.
Luci ed ombre in loro compagnia
Gli occhi al cielo
lo sguardo alle stelle…
Due più luminose.
Il sasso e la nuvola si tengono per mano.
PER UNA MOSTRA
Da un po’ di tempo la mia mente è alle prese
con un progetto un po’ particolare,
il mio pensar così nel lieto andare
di esporre i miei colori al mio paese.
L’idea, come tante volte accade,
nasce così da un’emozione in un momento,
col cuore in quel dì un po’ scontento
si accende in me ed apre nuove strade.
Comincio a ripassare questo e quello
osservare i quadri che lì stanno a guardare,
per vedere quali sono da portare
se questo o quello può essere più bello.
Vaga lo sguardo su cornici antiche
ripescando nuove e vecchie sensazioni,
cariche ancora di tante emozioni
cariche ancora di giovani fatiche.
Vedute, visi, case e cose ancora
il pennello a suo tempo ha disegnato,
quel pennello che momenti ha poi fermato
dove le luci a volte san d’aurora.
Severo e dolce insieme è il suo bel viso
scuri e chiari insieme i suoi colori,
essi racchiudon ahimè tanti dolori
però sicuramente anche un sorriso.
Un pennello ferma sulla tela
un’esile figura, un caro amico,
solo un ricordo ormai per chi è partito
come una piccola fiamma di candela.
E poi c’è il vaso marrone con le rose
un vaso antico, di un antico affetto,
che il colore fissato sì di getto
or trattiene ricordi e tante cose.
Tutto questo e ancor per una mostra
a scuola, in vacanza, per Natale,
idea nata in modo occasionale
un’idea così, per una mostra.
PER TINA
Un duetto di qualche pomeriggio di domenica
con le voci che esprimon sintonia.
Un paesaggio di sole di lago
che corre dietro allo sguardo…
Le verdi piante che sembrano ascoltare,
annoiarsi e ritirarsi,
partecipare alle serene conversazioni
rallegrate da una calda tazza di tè.
Quel duetto di qualche pomeriggio di domenica
con le voci, il sole, il paesaggio, le piante, il tè.
IL BOSCO
Mi incammino verso la “Madonnetta”
imbocco il solito sentiero
dove i passi, come in una danza,
saltano qua e là sopra i sassi
coccolati dall’ultimo muschio dell’inverno.
Profumi, suoni e colori
mi piovono addosso.
Voglio essere foglia
voglio essere fiore
voglio essere il vento d’autunno
e volo di farfalla…
Ritorno sul solito sentiero
dove i passi, come in una danza,
posano qua e là sopra i sassi
coccolati dal primo muschio dell’inverno.