A PROPOSITO DI …SAN GIORGIO – LA RUOTA DEL MULINO

 DAI RICORDI DELLA FAMIGLIA ZUCCALLI

Chiesa di San Giorgio-Talamona

Chiesa di San Giorgio-Talamona

Si sa che nei tempi andati San Giorgio di Premiana era un centro abitato, si sa che lassù era la chiesa filiale di Santa Maria. Si sa ancora che, oltre alle famiglie patriarcali e alla chiesa, esistevano lassù un castello e anche un molino.

Tutto però è stato distrutto dal tempo, dalle alluvioni e dalle frane.

Come sia andato completamente perduto quel castello, che doveva essere una specie di fortezza e del quale non rimane che un prato dov’era ubicato, non è dato sapere con esattezza.

Il molino, invece, sembra stato travolto da una frana che ne disperse ogni traccia nel torrente Roncaiola: ciò può essere grossomodo rilevato anche da un fascicolo di notizie storiche compilato dal Sacerdote Don Giacinto Turazza in occasione della costruzione della nuova chiesa di Talamona.

Secondo quelle notizie sembra che il fatto sia avvenuto poco dopo la peste che imperversò anche in quel di San Giorgio nel 1630.

Da quel fatto sono dunque passati oltre 300 anni e col succedersi delle generazioni si ne sono perduti anche i ricordi.

Ma mentre al posto del rudimentale molino sono cresciuti i castani e si è infittito il bosco, mentre le quasi periodiche alluvioni portavano a valle e disperdevano ogni frammento della casa del mugnaio, qualche cosa è rimasta là, incollata nel letto del torrente, per richiamare, dopo tanto tempo, e tanta dimenticanza, la memoria dei Talamonesi al fine di ricordare che anche lassù in quel di San Giorgio ferveva un giorno un’attività, una piccola e assai modesta industria.

Una nuova alluvione ha per l’ennesima volta rivangato il letto di quel torrente e mentre in determinati punti ha accumulato montagne di materiale laggiù, ai piedi di “Dos Mulin”, ha scoperto e offerto alla luce dell’alba del giorno 13 luglio 1961, la pietra molare di quel vecchio molino.

Quella rudimentale pietra, della quale di tanto in tanto i Talamonesi parlavano come di una leggenda, fu scoperta casualmente da Luigi Zuccalli che pascolava le mucche con la famiglia su un piccolo prato bagnato dalla Roncaiola.

Il figlio Martino racconta che Luigi si girò verso la moglie e le disse:” Hai i piedi sulla ruota del molino”. Ma quella pietra era laggiù, incastrata nei detriti del torrente e, dato il suo non trascurabile peso (circa 3 q.li) e il ripido sentiero attraverso il bosco, non era cosa facile riportarla a monte, onde fosse al sicuro e non rischiasse di essere nuovamente travolta da una eventuale nuova alluvione.

Ma la tenacia di un gruppo di uomini affezionati a San Giorgio superò ogni difficoltà e, affratellati dal comune desiderio di lasciare ai posteri quel cimelio che potesse parlare di quella storia, il giorno 15 agosto 1961, dopo aver assistito alla Santa Messa, associarono le loro fatiche e coronarono il loro desiderio.

E ora la pietra molare del vecchio molino, che non è più una leggenda ma una realtà, fa bella mostra di sé nel sagrato della chiesa e resta a rappresentare un po’ la fierezza di coloro che quel giorno hanno duramente faticato per salvarla da ulteriori smarrimenti e per donarla alla luce dei secoli che si succederanno.

                                                              Mariarosa Rizzi

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