LA GIOIA DELL’APERITIVO

TALAMONA 14 giugno 2015 i giovani di Talamona presentano

 

 

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IL MIO RACCONTO PERSONALE DI UN EVENTO A META’ STRADA TRA CULTURA, ARTE, SOCIALE E FESTA

C’è ben poco da stare allegri in una giornata così. Piove incessantemente da due giorni e con un tempaccio del genere non viene certo voglia di uscire di casa. Oltretutto non so nemmeno in che cosa consiste bene questa cosa. In qualità di assistente scolastica ho potuto seguire alcune fasi dell’allestimento, in particolar modo la creazione dei quadri dei quali una selezione sarebbe andata a formare una mini esposizione che nella sala a pianterreno della Casa Uboldi era già stata allestita da qualche giorno. Di tutto il resto però non ho la più pallida idea. Mi era sembrato di capire che fosse un’iniziativa della biblioteca che si è fatta prestare i quadri dei bambini della scuola, ma in che cosa consista di preciso il tutto non lo so, come volontaria della biblioteca mi è stata chiesta disponibilità, ma per cosa in particolare non mi è stato specificato (oltre al mio solito ruolo di osservatrice che documenta e fa memoria naturalmente). Pioggia o non pioggia stanchezza o non stanchezza the show must go on  e dunque mi appropinquo al luogo della festa che il tempo ha costretto a cambiare. Non più la casa Uboldi, ma il teatro dell’oratorio.

Vi giungo e tutto è in fermento. Gente che arriva, che si ritrova che si saluta, qualcuno sta fuori, qualcuno entra e prende posto. Dentro è stato allestito un rinfresco e pochi tra quelli che entrano (tra cui io) non ne approfittano. Ma guarda c’è pure la musica. In effetti questo era riportato sul manifesto dell’evento. Ma a fare musica sono gli alunni delle scuole medie diretti dal professor Riccardo Camero come quella volta a Morbegno al concorso intitolato allo scultore Salvatore Pisani. Allora suonava anche il bambino cui faccio da assistente che oggi non c’è, non vedo nemmeno il suo quadro appeso… ma forse devo guardare meglio… dunque vediamo… ci sono dei quadri appesi sul palco, appesi proprio alle quinte, alcuni sono quelli che avevo già visto nel precedente allestimento, quello alla casa Uboldi che ha poi dovuto essere spostato… li il quadro del mio bambino c’era, ma qui? Forse non lo hanno messo qui perché lo sfondo del nuovo allestimento è scuro e il quadro è già scuro di per sé non si noterebbe. Chissà perché il mio bambino così vivace ha deciso di usare tinte scure. Un momento! Ci sono dei quadri anche la nell’angolo a sinistra rispetto a chi giunge dall’ingresso. Quelli non li riconosco. A scuola non li ho mai notati. Devo dire che sono di squisita fattura. Però! Alcuni sembrano disegni per cartoni animati altri ritratti che sembrano vivi schizzi questi che sembrano dei quadri espressionisti quasi dei Van Gogh contaminati da uno stile graffitaro, arte moderna, arte astratta e questi… quadri che sembrano riprodurre le foto del telescopio spaziale Hubble. Ma da dove vengono? Sono sicura di non averli mai visti prima… c’è pure una Gioconda riprodotta con l’arte astratta. Qui comincia ad accalcarsi gente mi domando come si possano apprezzare questi quadri nel corso della serata. Intanto le prove continuano. Mi guardo intorno cerco di capire a chi potrei rivolgere qualche domanda per cercare di capirci qualcosa. Tra il pubblico c’è anche la signora Lucica che difficilmente si lascia scappare qualche evento se non quando è molto impegnata, ma sempre ad occuparsi di cultura. Mi dice subito che aspetta l’articolo di questo evento. Prima o poi qualcuno dirà qualcosa che possa permettermi di capire che sta succedendo, cosa succederà, qualcosa che potrò poi riportare.

Ecco che finalmente qualcuno sale sul palco e afferra un microfono. Questo dovrebbe essere il segno del fatto che si sta per cominciare davvero. Possiamo cominciare dice infatti l’uomo che nel corso del suo discorso si presenterà come Alberto della Cooperativa Insieme. Questa festa è per i giovani, ma in generale per tutta la popolazione. Da alcuni mesi a questa parte alcune associazioni del comune si stanno incontrando con la Cooperativa Insieme di Morbegno per provare a discutere insieme (appunto) del tema giovani e prevenzione. Mentre vengono enumerate tutte le associazioni che hanno preso parte a questa iniziativa (e ci sono proprio tutti UIDLM, Oratorio, Pro Loco Biblioteca, Gruppo della Gioia, le cooperative Insieme e Orizzonti, la scuola, infondo le idee confuse che avevo nonostante tutto non erano così lontane dalla realtà) penso che ci si riferisca in particolar modo al disagio sociale, all’importanza di mettere in campo delle attività per impedire che i giovani si ritrovino preda del vuoto di senso (che è di gran lunga peggio del senso di vuoto) e dunque portati a percorrere strade sbagliate, la dipendenza da alcool e droga. Il signor Alberto proseguendo il suo discorso conferma questa mia ipotesi. Nel corso di questi incontri si è stabilito di mettere in campo una serie di iniziative d’incontro tra giovani, associazioni e cittadinanza e la festa di oggi vuole essere l’inizio del percorso, l’evento simbolo. Non posso fare a meno di pensare a come ci siano territori che hanno una necessità vitale di risorse del genere e non posso non pensare al Mezzogiorno dove c’è chi è ben lieto di approfittare del vuoto di senso dei giovani per farli diventare dei delinquenti. Se fossimo a Napoli magari vedrei entrare improvvisamente degli uomini armati che sparano a tutto spiano. Ma forse questo è solo un pregiudizio. Nel frattempo ha preso la parola Laura del Gruppo della Gioia per ringraziare tutti coloro che hanno permesso di realizzare concretamente questa  che altrimenti sarebbe stata solo un’idea. Ai ringraziamenti si unisce poi di nuovo il signor Alberto che ringrazia in particolar modo il comitato ARTE LIBERA di Berbenno che ha fornito i quadri posti nell’allestimento nell’angolo (visto? Ci avevo visto giusto, non era roba nostra! Bella però) e segnala la presenza del furgoncino della cooperativa LOTTA CONTRO L’EMARGINAZIONE che mette a disposizione la possibilità di fare l’alcool test e per i giovani di rilasciare un’intervista su cio che vorrebbero vedere realizzato a Talamona perché serve a noi per orientarci per capire cosa fare. Dunque questo potrebbe significare l’inizio di una nuova era per la stagione culturale talamonese? E io che cosa potrei proporre? Tanto Saviano qui non lo inviteranno mai quindi è inutile che continuo a sprecare il fiato. Due o tre settimane prima ad Albosaggia c’era un festival letterario in occasione del quale era ospite Valerio Massimo Manfredi, un altro dei miei scrittori preferiti. Io però quel giorno avevo già in programma il cinema pomeriggio e sera. Due anni fa a Morbegno hanno invitato Antonia Arslan per ben due volte e io ho pure rimediato una copia de LA MASSERIA DELLE ALLODOLE autografata con dedica. A qualcuno interessano gli scrittori qui? Non mi è mai sembrato e comunque ora ho la mente vuota, ho sonno e non mi sento affatto nello spirito giusto per essere propositiva. Penso troppo da vecchia.

Sul palco nel frattempo è salita Simona Duca ex assessore alla cultura (ora dovremmo già averne uno nuovo e presto conto di scoprire chi è) qui in veste di insegnante di scuola secondaria per introdurre la parte dello spettacolo curata proprio dalle scuole medie e dedicata alla memoria di un ragazzo che ci ha lasciato troppo presto, Paolo Biella. Può sembrare stonato accostare questo pomeriggio gioioso al ricordo di una persona che non c’è più ha detto Simona ma lui era una persona gioiosa e positiva e dunque abbiamo pensato che a lui farebbe piacere essere onorato così. Oggi è come se anche lui fosse ancora con noi. Se la memoria dei morti è il principale motore della civiltà, il popolo di Talamona si caratterizza per essere un popolo molto civile visto che sono molti gli eventi che sono nati e proseguiti nel tempo per commemorare la memoria di un qualche compaesano che se ne è andato. In attesa di preparare gli strumenti e gli accordi Simona Duca chiama sul palco la preside della scuola, Eliana Giletti, seduta tra il pubblico, che non può che sottolineare ulteriormente il grande impegno profuso in tutto questo.

Per rompere il ghiaccio due assoli di motivi che richiamano al rock.

 

 

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Qualcuno dei ragazzi ha la funzione di voce fuori campo che introduce alcuni brani.

 

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È appena terminato l’assolo di batteria di Riccardo piano quando si leva la voce fuori campo (o forse sono semplicemente io che non vedo il ragazzo da quella posizione in cui mi trovo). A New Orleans i funerali erano accompagnati da musiche spesso allegre. L’espressione delle emozioni era ed è pubblica e non c’è dissociazione tra vita, silenzio e morte. Lo stesso concetto di distacco dalla persona cara è diverso rispetto a quello delle civiltà occidentali e tutto è caratterizzato da profonda fede. A questo punto partono le note di I UNDERSTAND GO MACHININ eseguite soprattutto col flauto. Però, non avevo idea che fosse un brano da funerale. Del resto non avevo neanche idea che a New Orleans i funerali si considerino quasi una festa. Mi sembra di ricordare che anche gli Etruschi la pensassero così.

Gli eventi cui non riusciamo a trovare una risposta la trovano idealmente nel vento. Ecco che mentre penso si è già passati alla presentazione di un altro brano. Meno male che sto registrando tutto. Questa canzone continua la voce si  rivolge idealmente all’umanità. Non poteva che essere BLOWININD THE WIND cui fa subito seguito un mix di repertorio classico, di brani tra gli altri di Mozart Beethoven e Vivaldi. Con la musica classica non si sbaglia mai, ha degli effetti benefici sull’anima che non si possono ottenere in altro modo.

Ogni tanto mentre ascolto la musica mi guardo un po’ in giro e noto che tutti osservano un piccolo bambino seduto in braccio a colei che immagino sia sua nonna nel pubblico, un piccolo bambino biondo dalle guance paffute e ridenti. È un po’ come se fosse lui la star occulta della serata. Quando un giorno potrebbe ritrovarsi assalito dalla tristezza e pensare di contare ben poco al mondo (questa fase la attraversano tutti anche se ognuno in modo diverso) che qualcuno gli ricordi questo giorno.

L’ultimo brano eseguito dagli alunni delle scuole medie è LET IT BE dei Beatles. Nella presentazione si dice che Paul McCartney dichiarò in un’intervista di aver avuto l’ispirazione per questo brano da un sogno durante il quale incontrò la madre Mary, morta di cancro nel 1956 quando lui aveva 14 anni e che proprio la madre nel sogno gli disse di lasciare che gli eventi facciano il loro corso (let it be appunto) e che tutto si aggiusterà. Perbacco. Io sapevo che YESTERDAY è nata da un sogno di Paul McCartney il quale sognò la melodia percependola come un qualcosa che aveva già composto e restando stupito quando nessuno dei compagni sembrava riconoscerla. Certo che i sogni portano davvero bene ai Beatles! Avessero gli stessi effetti o comunque effetti simili su tutti! Al Mondo ci sarebbe più bellezza più energia creativa…  dopo l’esecuzione di questo brano c’è chi ha voluto esprimere un pensiero personale del suo ricordo di Paolo.

A questo punto prima di lasciare spazio a giovani band e talenti musicali solisti di Talamona gli studenti di scuola media propongono una presentazione in lingua inglese del nostro Comune che non sfigurerebbe su un sito di viaggi internazionale. Simona Duca prova a cercare volontari che traducano il tutto in dialetto, ma nessuno si fa avanti così lo assegna come compito a casa che non penso sarà mai svolto.

Nel frattempo la prima rock cover band è gia pronta per trasformare il teatro in una discoteca. Cavoli mentre suonano sento vibrare tutto il pavimento le pareti persino i miei nervi. Quando si dice la musica psichedelica. Poco ci manca per la miseria. Il batterista è particolarmente bravo è come se la batteria fosse un prolungamento della sua stessa anima. Le cantanti invece sono molto meno coinvolgenti dovrebbero avere più presenza e invece se ne stanno ferme come statue e cantano come se stessero dicendo messa a momenti. Dovrebbero prendere esempio dal rapper che si è esibito dopo. Non si capisce cosa dice, forse è l’effetto del rimbombo, del suono non proprio gestito correttamente, però almeno si muove sul palco, si appropria della scena, sente quello che canta vuole coinvolgere tutti i presenti, invaderli con la sua musica.

Mentre il rapper canta mi accorgo che lo smartphone non sta più registrando nulla. Non so chi si deve ancora esibire e per quanto tempo ancora, ma penso che comunque possa bastare questa musica così forte mi sta martellando le orecchie. Un mal di testa oggi è proprio l’ultima cosa che voglio. Vedo che anche altri a poco a poco stanno andando via o se ne sono andati da prima. Credo che ormai lo spirito di cio che si intendeva comunicare sia ben chiaro e dunque non c’è bisogno che io resti. Esco e ancora piove mentre torno a casa.

Antonella Alemanni

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