Compagnie di pittori a Milano nella seconda metà del Quattrocento e il caso della decorazione della cappella ducale nel Castello di Porta Giovia

Il giornale culturale “I tesori alla fine dell’arcobaleno” è lieto di presentarvi un nuovo collaboratore: Dott.ssa ROBERTA DELMORO.
Laureata in Lettere Moderne con indirizzo storico-artistico (orientamento storia delle tecniche artistiche con una tesi su Stefano da Verona e Jean d’Arbois) presso l’Università degli Studi di Milano, ha compiuto il master di D.E.A. in Storia dell’Arte Medievale all’Ecole Doctorale d’Histoire de l’Art dell’Università della Sorbona (Paris IV) e la Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il suo ambito di specializzazione di studi verte sull’arte lombarda in età visconteo-sforzesca e sugli scambi artistici con la Francia. Ha esperienza pluriennale di perizie su dipinti e sculture dal Trecento al Novecento, per antiquari e collezionisti privati e un dottorato in storia dell’arte moderna conseguito alla Sapienza, Roma( novembre 2014). Ha frequentato per due anni la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Milano, specializzandosi nella lettura, trascrizione e interpretazione dei documenti antichi (particolarmente nell’ambito notarile tra Trecento e Quattrocento) e nell’indagine paleografica delle iscrizioni.
I Tesori alla fine dell’arcobaleno presenta alcuni articoli e ricerche della dott.ssa Roberta Delmoro, con la gentile concessione dell’autrice.
Abstract 
Alcuni documenti inediti, inerenti i rapporti tra il pittore milanese Ambrogio Zavattari e artisti del suo entorurage, permettono di focalizzare le diverse tipologie contrattuali di società  o compagnie di pittori che si organizzavano a Milano nella seconda metà del Quattrocento: in bottega con società a lungo termine, in occasione di committenze di rilievo con compagnie a breve termine. È il caso, nello specifico, dei patti di società stesi con Luchino Candi da Vercelli, pittore del filone tardogotico, collaboratore in bottega dello Zavattari per diversi anni, e di collaborazione con Leonardo Ponzoni, pittore probabilmente già rinascimentale col quale Ambrogio iniziò a stipulare accordi per le decorazioni della salla nel Palazzo di Luigi Sanseverino, palazzo che si affacciava sulla piazza del Castello di Milano, passato in eredità al nipote Ugone Sanseverino (1466-1468 ca.).

I patti stipulati tra Ambrogio Zavattari e Leonardo Ponzoni per le decorazioni nella sala di Palazzo Sanseverino, che venivano compiute nel corso del trasferimento della corte ducale dall’Arengo Vecchio di Milano al ricostruito Castello, costituiscono un esempio di come, successivamente, possono essersi associati i pittori per l’impresa decorativa della cappella ducale nel Castello di Porta Giovia (1473). Si approfondiscono, nella seconda tranche dell’articolo, sulla base di un’attenta rilettura delle carte d’archivio, e riprendendo in esame alcune foto della cappella prima e dopo i restauri del 1921, 1922-24 (Milano, Civico Archivio Fotografico), le diverse personalità artistiche attive nel ʻgiroʼ della committenza ducale, offrendo in particolare una nuova proposta di lettura per la fisionomia artistica di Zanetto Bugatto, ritrattista ufficiale del quinto duca di Milano, e individuando le tracce per una collaborazione degli Zavattari a tale impresa
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