MORBEGNO 2 ottobre 2014 serata alla memoria
IN OCCASIONE DELLA PROIEZIONE DEL DOCUFILM DI ROSSANA PODESTA’ E PAOLA NESSI PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DI WALTER BONATTI E COMMEMORAZIONE DELLA SUA FIGURA
Nella splendida cornice dell’auditorium della chiesa sconsacrata di S. Antonio nella piazza omonima di Morbegno, dove ai banchi e all’altare si sono sostituiti poltrone e palco, ma sono rimasti, discretamente conservati, gli affreschi e le cripte originali, questa sera, a partire dalle ore 20.30, un nutrito pubblico ha potuto assistere alla celebrazione di una figura di grande rilievo nazionale e internazionale, ma anche molto importante a livello del nostro territorio: Walter Bonatti, grande alpinista, esploratore, giornalista, scrittore, una leggenda, ma soprattutto un uomo di grandi principi e dalle grandi qualità che nel corso della serata sono state raccontate con molta passione da tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo personalmente.
Introduzione di Giuseppe Ronconi
L’importanza di Walter Bonatti nell’ambito del nostro territorio è ulteriormente dimostrata dal fatto che proprio qui in Valtellina si è costituita un’associazione chiamata proprio GLI AMICI DI WALTER che si propone di portarne avanti il ricordo e il pensiero per dare lustro al nostro territorio e per formare, nello spirito dell’eredità lasciata da Walter, le nuove generazioni, collaborando dunque anche con l’istituzione scolastica. Un’associazione che Giuseppe Ronconi, principale cicerone della serata, ha avuto l’onore di presentare in apertura introducendo a cospetto del pubblico i membri principali.
Il Presidente Onorario Franco Moro
Franco Moro è stato amico personale di Walter Bonatti (hanno fatto tra le altre cose un viaggio insieme nelle remote isole Vanuatu) e questa sera ha voluto introdurre il suo discorso con una citazione del grande alpinista: chi più in alto sale più lontano vede, chi più lontano vede più a lungo sogna. “Walter è stato un atleta e una persona eccezionale che teneva in grande considerazione il valore dell’amicizia” ha raccontato Moro “il suo più grande sogno era che emergesse una volta per tutte la verità sul K2. Con la grande determinazione di cui era dotato, ha lottato per cinquant’anni a tal scopo e poco tempo prima della sua morte è riuscito a vincere questa battaglia passando però attraverso molte traversie cui ha sempre opposto il suo coraggio e i suoi saldi principi. Esemplare da questo punto di vista un episodio. Walter venne convocato a Roma per ricevere una medaglia dall’allora presidente Ciampi. Al momento del ritiro si trovò con Compagnoni e Lacedelli che ricevettero anch’essi delle onorificenze. Al momento Walter ritirò la medaglia, ma poi, una volta a casa, fece un pacco accompagnato da una lettera di rifiuto e lo spedì al presidente. Potrei raccontare anche un altro episodio che testimonia la grande levatura di Walter. Durante il nostro viaggio alle Vanuatu, nel corso di un’immersione, Walter venne senza ossigeno a soccorrere me e un altro membro della spedizione dopo che eravamo rimasti indietro. La personalità di Walter emerge anche nel corso del suo legame con Rossana Podestà, soprattutto i primi tempi”. Rossana Podestà è stata una grande attrice italiana già sposata con un importante regista (Marco Vicario ndr) dal quale ha avuto due figli (Francesco e Stefano a loro volta registi di rilievo una volta cresciuti ndr). “Una volta,” ha raccontato ancora Moro “ospite in tv di Catherine Spaak, dichiarò che se avesse dovuto trascorrere qualche tempo su un isola deserta con qualcuno quel qualcuno sarebbe stato Walter Bonatti. Gli amici di Walter glielo comunicarono così egli volle incontrarla, ma i primi incontri furono molto difficili e burrascosi” “Venivamo da due mondi diversi” ha dichiarato la stessa Rossana Podestà (nella parte finale del film che è stato poi proiettato ndr) “ma ci accomunavano infondo gli stessi obiettivi e questo ci ha poco a poco avvicinato”, un canovaccio molto comune nell’ambito dei grandi amori, quelli destinati ad entrare nella leggenda e a far sognare le generazioni a venire per molto e molto tempo. Un amore in virtù del quale Rossana Podestà ha vissuto momenti difficili come, secondo la testimonianza di Franco Moro “una notte da sola in Patagonia, mentre Walter scalava una parete, dentro una tenda con un puma che si aggirava nei paraggi. Quella di Walter insomma è stata una vita che val la pena far conoscere, soprattutto ai giovani, in quanto lo stesso Walter aveva molto a cuore l’educazione ambientale e culturale”.
L’intervento di Maria Cristina Bertarelli Presidente dell’Associazione Amici di Walter
A questo punto la parola è passata a Maria Cristina Bertarelli la quale, dopo i ringraziamenti di rito al pubblico in sala, al comune di Morbegno, in particolare al vicesindaco Gabriele Magoni e all’assessore Claudio D’Agata “per il riconoscimento dell’importanza della valorizzazione del territorio” e all’ingegnere Milani “per aver messo a disposizione la sede delle antiche cantine Martinelli” ha raccontato la sua personale esperienza all’interno dell’associazione che in pochi giorni a partire dalla fondazione sta riscontrando parecchie adesioni “un’associazione che raccoglie l’eredità di Walter e ne omaggia la figura di uomo dalla personalità forte, determinata sincera, sicura, leale e molto fedele ai valori in cui credeva. Un uomo che poteva scegliere di vivere in qualunque punto dell’arco alpino, ma scelse la Valtellina (per la precisione Monastero di Dubino ndr) perché ne apprezzava la bellezza. Ed eccoci dunque qui oggi, con grande impegno, a raccogliere la sua eredità e a divulgare i suoi valori: conoscenza e rispetto del patrimonio storico, ambientale, sociale e più in generale culturale di un territorio, in particolare del nostro territorio che Walter amava tanto e che anche noi che ci viviamo dovremmo imparare ad apprezzare. Per questo un ruolo molto importante gioca la formazione dei giovani, un altro valore cui Walter teneva moltissimo”
L’intervento di Plinio Marini dell’Associazione Cancro Primo Aiuto
È stato un tumore a portarsi via Walter Bonatti tre anni fa e questo spiega perché, nel corso della serata a lui dedicata, è intervenuta un’associazione che si occupa della cura di questa malattia ed è stata anche promossa una piccola raccolta fondi ad offerta libera. “il cancro è un male bastardo” ha dichiarato Plinio Marini “un male che lascia dietro di se tanta rabbia e innumerevoli domande insolute, ma anche la voglia di impegnarsi a fare qualcosa. L’associazione è partita in sordina, ma nel corso del tempo ha creato tre nuovi centri Ospis ha finanziato studi e ricerche e ogni anno risponde ad un sempre maggior numero di richieste d’aiuto. Richieste cui tutti possono rispondere donando col cuore”
Presentazione del sentiero Bonatti che sarà inaugurato sabato 4 ottobre alle ore 17
A questo punto Giuseppe Ronconi ha introdotto il discorso del sentiero Bonatti, uno dei tanti progetti che l’Associazione ha messo in campo per valorizzare il nostro territorio nello spirito dell’eredità e della memoria di Walter. “questo sentiero nasce in particolar modo dall’iniziativa di quattro volontari che hanno percorso i dintorni della casa di Walter, le montagne circostanti fino ad aprire questa via che porterà il suo nome. Queste persone sono Giuseppe Lisciotti, Denis Pellegatta, Andrea della Bitta e Michele Ortelli. Nella realizzazione di questo sentiero l’Associazione Amici di Walter ha trovato un valido sostegno nella Pro Loco di Dubino” ed è stata proprio una rappresentante della Pro Loco di Dubino, Rosa Barri, introdotta da Giuseppe Ronconi e coadiuvata da una presentazione fotografica interattiva, ad illustrare il percorso del sentiero “che partendo da Monastero arriva a più di 2000 metri di altezza passando da San Giuliano, La Piazza, Monte Prusata, Val Bassa, La Forcelletta, Cino, Novate, Verceia per poi ridiscendere, una volta toccato il punto più alto (che corrisponde ai 2750 m del Rifugio Omio) verso i bagni di Masino dove si conclude. In questi giorni è stata posizionata la segnaletica verticale e un sistema di rilevamento GPS a cura della Pro Loco di Chiavenna”.
La parola a Paola Nessi regista del docufilm W di Walter
Paola Nessi insieme a Mirella Polverini (stimata giornalista e scrittrice di montagna) è un membro dell’associazione Amici di Walter. Introducendola Giuseppe Ronconi ha sottolineato il grande impegno, la passione e l’amore profusi in questo progetto fortemente voluto da Rossana Podestà “per raccontare il suo Walter” come ha detto la stessa Paola Nessi nel suo discorso durante il quale ha spiegato brevemente la genesi di questo film frutto di un lavoro di tre mesi interamente girato e montato, anche con materiale di repertorio, nella casa di Rossana e Walter a Monastero di Dubino una casa che oltre ad essere la scenografia principale del film rientra nel racconto perché ad un certo punto Rossana Podestà racconterà di come lei e Walter l’hanno avuta e ristrutturata con pazienza, una casa originale del Seicento che praticamente cadeva a pezzi cui loro hanno ridato nuova vita ristrutturandola in primis, ma anche abitandola e riempiendola dei cimeli di Walter e ora trasformandola in una scenografia. “ho ricevuto un giorno una telefonata di Rossana” ha raccontato Paola Nessi “mi diceva che voleva raccontare la vita di Walter in un film che fosse anche una sorta di documentario e voleva che mi occupassi della regia. Ci siamo trovate un giorno nella casa di Dubino in cui avremmo trascorso molto tempo per scegliere le immagini di repertorio da inserire nel film” “il film è stato presentato per la prima volta a Trento il 13 settembre dello scorso anno in occasione del secondo anniversario della morte di Walter” ha proseguito Giuseppe Ronconi “è un film che racconta la storia della vita di Walter ma anche la storia d’amore tra Rossana e Walter”
W di Walter diario di una visione
A questo punto le luci in sala si sono abbassate lo schermo ha cominciato ad animarsi ed è risuonata la voce di Rossana Podestà inquadrata in apertura mentre tiene in mano una foto di Walter bambino. È questa la prima immagine di un racconto che è insieme un delicato diario intimo, un’appassionante e appassionata testimonianza privata e un documento storico di valore, la biografia di una vita unica e irripetibile all’insegna dell’avventura e della conoscenza partendo dagli anni giovanili di Walter, le sue prime scalate, passando per l’avventura del K2, che nel bene e nel male ha segnato tutta la sua vita, fino ad arrivare ai reportage in giro per il Mondo realizzati per il mensile EPOCA e alla profonda amicizia col suo datore di lavoro, Arnoldo Mondadori, la cui scomparsa lo addolorò profondamente. Un docufilm emotivamente potente in cui la figura di Walter rivive in tutta la sua forza e in cui la sua leggenda viene percorsa passo dopo passo da tutti quelli che ne furono testimoni (le tv e le testate giornalistiche che lo intervistarono, anche straniere) ma in primis dalla sua compagna in tutto e per tutto che ha vissuto nel suo ricordo nella loro casa valtellinese finchè anche lei è purtroppo scomparsa molto recentemente. Un film che è stato vissuto intensamente dal pubblico in sala (il quale, durante una scena che mostrava Walter sulla cima del Cervino dopo una scalata difficile, si è lasciato andare ad un breve ma intenso applauso) e testimonia un grande esempio di coraggio, passione e virtù. Personalmente guardando il film ho avuto modo di conoscere vari aspetti della vita e della figura di Walter Bonatti che non conoscevo come la sua fantasia nel tracciare nuove vie e percorsi di tutti i livelli (nei discorsi di chiusura sono state citate alcune vie della Val Masino e Punta Fiorelli quali vie aperte proprio da Bonatti) che ne fa una specie di visionario, perché visionario dopotutto è colui che sa vedere nuovi mondi e nuove cose laddove i più non vedono. In particolare mi ha colpito la vicenda di una via aperta su un monte molto scosceso che è franata durante i funerali di Walter. In realtà questo è solo uno dei tanti aneddoti straordinari nell’ambito di una vita che ancora si ispirava ai grandi Esploratori Ottocenteschi e ha saputo coglierne l’eredità, una vita che, quello che i più considerano impensabile, lo trasforma in ordinaria amministrazione.
Premio speciale a Paola Nessi e discorsi conclusivi
Dopo la visione del film l’Associazione Amici di Walter ha voluto conferire un premio speciale a Paola Nessi. Durante la premiazione è intervenuto Giampietro Scherini presidente del comitato scientifico che ha voluto dare un suo personale omaggio alla figura di Walter “un autodidatta che si è fatto da se e ha saputo compiere grandi imprese, scrivere grandi libri e grandi reportage con una proprietà di linguaggio degna dei migliori intellettuali e accademici, è riuscito a sognare e a far sognare. È nello spirito del suo esempio e dei suoi insegnamenti che l’associazione nata in sua memoria vuole realizzare a breve, nella cornice di Castel Masegra a Sondrio (già famoso per i cicli di affreschi ariosteschi ndr) un museo della montagna che dedicherà un intero nucleo a Walter esponendo una collezione dei suoi cimeli e di tutto cio che lo riguarda. Sarà un piccolo passo di un grande percorso” “perché Walter rappresenta l’esempio di come la montagna va vissuta” ha dichiarato il vicesindaco Magoni “un uomo libero in tutti i sensi dalle grandi qualità morali che Rossana Podestà definiva senza sovrastrutture per dire che era sempre fedele a se stesso. È fondamentale tenere viva la memoria di un uomo eccezionale, di una autentica leggenda dell’alpinismo”
Conclusioni dell’ing Abbiati presidente SEV
“già da alcuni anni conduco studi ricerche ed incontri per comunicare la montagna e trasmettere la consapevolezza della cultura e dell’ambiente. Ecco perché ho voluto dare il mio sostegno a questo film”
A questo punto la serata si è definitivamente conclusa. Restava solo il buffet a base di bresaola e chat, piatti tipici nostri locali. Io mi sono trattenuta un po’ di più solo per guardare alcune foto disposte tutt’intorno al perimetro della platea. Istantanee dei viaggi avventurosi di Walter Bonatti soprattutto i deserti con le lunghe distese di sabbia dalle curve morbide che disegnano drappeggi come di seta. In alcune compare anche Walter. In una in particolare è ritratto come un puntino in mezzo al vasto nulla del deserto. Si può dire che sia l’immagine simbolo dell’esistenza umana in generale.
Antonella Alemanni