DI MANO IN MANO

 

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TALAMONA 7 marzo 2014 presentazione di un libro alla casa Uboldi

 

NEL LIBRO DI DOMIZIANO LISIGNOLI UNA ARMONICA COMMISTIONE TRA IMMAGINI EVOCATIVE E TESTI PROFONDI

Le mani. Dopo gli occhi sono il nostro primo e più immediato contatto con il Mondo che nel caso di persone affette da cecità diventano ancora più importanti. Le mani inoltre, come ha sottolineato l’assessore alla cultura Simona Duca facendo gli onori di casa “sono un tassello fondamentale della nostra storia evolutiva, sono quello che ci ha permesso di diventare quello che siamo, di virare da una forma scimmiesca verso la civiltà attraverso l’acquisizione della posizione eretta e la possibilità appunto di maneggiare strumenti. Ma le mani sono anche un’importantissima forma di comunicazione che si esprime attraverso la gestualità e, attraverso le impronte digitali determinano la nostra identità: si da il caso infatti che nessuno, nemmeno i gemelli omozigoti, hanno impronte digitali perfettamente identiche” le mani dunque presentano mille sfumature e si rivelano essere le porte su un mondo tutto da scoprire. Un Mondo che Domiziano Lisignoli (fotografo valtellinese titolare di uno studio fotografico apprezzatissimo a Sondrio e specializzato nello stile reportage) ha indagato a fondo. Il risultato di questa sua ricerca è il libro DI MANO IN MANO presentato questa sera alla Casa Uboldi alle ore 20.45. Una location che si è rivelata essere tutt’altro che casuale. L’ultima foto del libro infatti ritrae la mano di una donna malata terminale morta proprio il giorno successivo allo scatto ed è per questo motivo che il signor Lisignoli ha voluto fortemente fare una presentazione del libro a Talamona. Un libro che attraverso le mani, attraverso gesti quotidiani ritratti in bianco e nero con grande efficacia espressiva, racconta la vita stessa dalla nascita alla morte passando per varie fasi. Un libro che nella mente del signor Lisignoli ha cominciato a prendere forma nel 2005 durante un reportage che seguiva da vicino le sale parto. “Volendo cogliere il senso profondo della professione delle ostetriche” ha spiegato Lisignoli “ho capito che il punto focale del mio racconto per immagini avrebbero dovuto essere le mani, lo strumento fondamentale del loro lavoro. Nel 2011 mi sono invece trovato a bordo di un elicottero e anche in quell’occasione mi è venuto d’istinto focalizzarmi sulle mani del pilota, sui suoi gesti mentre guidava il mezzo. È stato allora che ho sentito sorgere in me la volontà di realizzare un reportage tutto incentrato sulle mani che attraverso le mani raccontasse la vita stessa”. Un reportage che questa sera Lisignoli ha raccontato al pubblico in sala attraverso una presentazione digitale delle foto che nel libro compaiono accostate a testi efficaci e di piacevole lettura che questa sera il signor Lisignoli ha cercato di rendere a voce. Punto di partenza della presentazione la foto di copertina: un intreccio di più mani appartenenti a cinque generazioni diverse per evocare un senso di continuità per descrivere la vita che si rinnova continuamente. Da li le mani di tutte le persone che il signor Lisignoli ha potuto incontrare nel corso della sua esperienza, di questo suo viaggio di scoperta a cominciare appunto dalle mani delle ostetriche che decretano l’inizio della vita, passando dalle mani dei bambini che le usano per scoprire il mondo che li circonda, le mani dei ragazzi dei quali si parla spesso e spesso a torto in modo banale, ritratti con le mani intente nell’uso di gadget digitali di ultima generazione,  fino ad arrivare a una galleria di gesti quotidiani (scrivere, prendere una tazzina di caffè, la classica stretta di mano) e di attività lavorative e artigianali dove le mani svolgono un ruolo di primo piano: le mani del contadino che semina e raccoglie, le mani di un chirurgo, del pilota dell’elicottero, le mani dei tecnici delle frecce tricolori, le mani che prestano soccorso, le mani del tastierista dei Subsonica, che ha vissuto senza regole per quarant’anni finchè ha deciso di darsi una disciplina attraverso il volo, quelle del macchinista del trenino del Bernina, le mani dei volontari del 118, le mani di un anziano, la mano volutamente sfocata di Finardi che si dichiara ateo con una sua personale concezione di spiritualità. Il tutto per arrivare alla conclusione che è stata anche il punto di partenza di questa serata: le mani alla fine della vita, una foto molto sofferta ad una persona che non ha mai potuto vederla e che dunque il signor Lisignoli ha voluto omaggiare e ricordare presentando il suo libro qui stasera per ringraziarla di aver aderito al suo progetto nonostante la sua sofferenza. Un racconto per immagini che non sono solo da guardare ed ecco perché sono accompagnate anche dal testo scritto. Un libro che attraverso le mani in alcuni scatti da uno sguardo inedito e originale anche sul nostro territorio e le sue attività. Un racconto di vita intriso in qualche modo della vita di tutti coloro che hanno contribuito al progetto (il signor Lisignoli ha voluto ringraziare in modo particolare l’Associazione  Siro Mauro e la psicologa dell’Ospis che ricorda con emozione il momento dello scatto alla mano della donna che chiude il libro). Un libro che ritrae nella loro semplicità piccoli gesti e piccoli momenti dell’esistenza proprio per sottolinearne l’importanza troppo spesso sottovalutata: momenti lieti, di contatto, momenti difficili che ci rendono bisognosi di un sostegno, momenti che caratterizzano la nostra vita e quella degli altri, momenti di crescita e momenti di perdita.

Antonella Alemanni con la collaborazione di Sonia Sassella

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