L’ARTE POPOLARE

Gli artisti che praticano l’arte cosiddetta “popolare” non hanno un’istruzione artistica vera e propria, ma seguono le tradizioni della loro comunità. In questo campo un pittore, ad esempio, decorerà gli oggetti d’uso quotidiano invece di dipingere quadri e se anche ne dipingesse (icone o immagini di culto per esempio) eseguirebbe cose destinate a un uso specifico e che non esprimono certo la sua personalità.

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Il vaso di Dueno, VII sec.a.C., Museo di Stato di Berlino

Il vaso di Dueno, in bucchero, formato da tre recipienti rotondi conglobati, custodito nel Museo di Stato di Berlino, appartiene alla categoria dei cosiddetti “oggetti parlanti” ed è al centro di studi da più di 130 anni, proprio a causa della scritta che vi è incisa. Si tratta di un’iscrizione piuttosto difficile da interpretare, ordinata da destra verso sinistra, articolata in tre frasi che non presentano spazi tra una parola e l’altra. Finora nessuno è riuscito a trovare il significato definitivo delle misteriose parole incise sul vaso.
A Roma la scrittura fece la sua comparsa nel VII secolo a.C., il periodo in cui è stato prodotto il vaso di Dueno che, pertanto, costituisce una delle attestazioni di scrittura più antica. Non solo, si tratta di un oggetto di pregevole fattura, sicuramente appartenuto ad una persona piuttosto abbiente.

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Vaso peruviano in terracotta, Museo etnografico di Neuchâtel, Svizzera

I canti e i ritmi popolari hanno spesso una parte importante nel lavoro quotidiano: i tessitori del Nord Africa e del Medio Oriente intessono i tappeti seguendo istruzioni ritmiche cantate ad alta voce (e i maestri tessitori si spostano di località in località recando nella memoria i motivi di decorazione sotto forma di canti).

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 Tappeto africano con motivi etnici e schemi stilizzati seguiti dagli artisti popolari

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Tessitori di tappeti in Iran

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Tappeto “Shiraz”, collezione privata

Gran parte della musica popolare è fortemente ritmica, e spinge a cantare, a muoversi o a ballare. Quando i canti popolari sono basati sul racconto delle gesta dei eroi tradizionali o di avvenimenti e di emozioni quotidiani, raramente recano notazioni personali o individuali.

L’arte popolare non è però tutta “ingenua”. Alcune sue forme particolari sono, anzi, molto sofisticate. Inoltre, ovunque si pratichi ancora l’arte popolare troviamo che tutti riconoscono il senso di potenza insito nell’atto stesso della creazione artistica. In molti casi tale riconoscimento si accompagna con la credenza che questo tipo di artista debba lasciare deliberatamente una “pecca” nel suo lavoro, poiché solo Dio può compiere un’opera perfetta. Se non lo fa, si potrebbe pensare che stia cercando di “imitare” Dio. Per evitare un simile “sacrilegio”, l’ebanista di un villaggio, per esempio, inserirà un “errore” nel proprio lavoro o ne lascerà incompiuta una parte. Un decoratore lascerà un’estremità del suo motivo aperta oppure vi inserirà una nota di colore o una stonatura, in modo da turbarne leggermente la simmetria. Ed è proprio per ragioni del genere che i tessitori orientali e finnici lasciano una “coda” o difetto nel loro lavoro. Loro ritengono infatti che se non lo facessero, le loro anime verrebbero tessute dentro il lavoro stesso e in questo modo intrappolate.

Sebbene non abbia normalmente un’istruzione artistica vera e propria, l’artista popolare apprende quanto gli necessita dal lavoro tradizionale del passato. Dai precedenti artisti egli copia forme altamente stilizzate e così facendo spesso porta un grado più avanti la semplificazione o la stilizzazione. In questo modo il pittore popolare non impara a disegnare un fiore, ma a mischiare i colori, a caricare di colore il pennello in giusta misura e infine a vibrare la pennellata esatta per fare un petalo. In breve, impara un’azione, ed è la somma di queste azioni che determinerà la forma e l’aspetto del fiore.

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Esempi di carretti siciliani. Splendide opere d’arte popolare siciliana, decorati con disegni geometrici a vivaci colori, sono un’eredità degli invasori arabi dell’XI secolo. Sui pannelli vi sono scene della storia medioevale sicula.

 Concludendo, a caratterizzare l’arte popolare è un forte apporto creativo individuale, nato da una matrice artigianale tradizionale, e la storia dell’arte popolare dovrà essere una storia di opere indagate prescindendo da ogni teoria generalizzante, in rapporto con il particolare contesto storico e sociale che le ha prodotte.

                                                     Lucica

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