Alcuni studiosi l’hanno identificata con Sela,che significa “roccia”, una città menzionata nell’Antico Testamento,in cui si legge che fu la capitale del regno di Edom. Stiamo parlando della città di Petra, soprannominata anche la Città delle Tombe, fondata nel IV a.C. e colonizzata dai romani nel 106 d.C., durante la reggenza dell’imperatore Traiano.
Petra è l’unica città al mondo ad essere stata completamente scavata nella roccia e i beduini del deserto sostengono che durante la fuga dall’Egitto, Mosè vi si fermò con il suo popolo. L’eco di questa vicenda a metà strada tra la tradizione e il mito, risuona ancora oggi nel nome del fiume Wadi Musa (“Torrente di Mosè”) che un tempo scorreva in questa zona.
Nei dintorni della Città Rossa sono stati rinvenuti antichissimi reperti risalenti al Paleolitico ed al Neolitico (10.000-5.000 a.C.) mentre gli scavi archeologici effettuati a Petra hanno portato alla luce resti di insediamenti attribuiti agli Edomiti, popolazione che, a partire dal II millennio a.C., si stabilì in questa zona.
I Nabatei, un’etnia semitica originaria del deserto e dedita al nomadismo, arrivarono nel sud della Giordania, dell’Arabia, tra il VI e IV secolo a.C., stabilendosi nel paese di Edom e cacciando, nel 500 a.C. gli Edomiti della Città delle Tombe.
Durante il periodo Ellenistico e Romano, Petra fu la capitale del regno dei Nabatei, che fecero di questa città uno dei principali snodi del traffico viario commerciale del Medio Oriente, uno strategico crocevia di antiche vie carovaniere lungo le quali gli aromi della penisola arabica, la seta cinese, le spezie indiane e l’incenso venivano trasportati dal sud dell’ Arabia verso la Palestina, i paesi che si affacciavano sul Mar Mediterraneo, l’Egitto e la Siria.
I Nabatei resistettero eroicamente agli attacchi del generale greco Antigono nel 312 a.C. e sotto il re Areta III, estesero la propria egemonia fino a Damasco, l’odierna capitale della Siria.
Nel 363 d.C., in epoca bizantina, la Città delle Tombe fu quasi completamente distrutta da un violento terremoto, a seguito del quale iniziò a perdere sempre più importanza. Riacquistò un certo lustro durante le campagne militari europee in Terra Santa, periodo in cui i cavalieri crociati vi eressero ben tre forti.
L’ultimo personaggio storico a visitare Petra, prima che cadesse nell’oblio per quasi sei secoli, fu il sultano mamelucco Baybars, che vi si recò nel 1276 durante un viaggio verso Karak, dopo di che venne riscoperta, nella primavera del 1812, dall’audace viaggiatore ed esploratore anglo-svizzero Johann Ludwig Burckhardt (1784-1817).
I resoconti di Burckhardt sulla riscoperta di Petra furono resi di dominio pubblico nel 1822, suscitando grande interesse e curiosità in tutta l’Europa.
Gli archeologi non sono ancora riusciti a stabilire esattamente quale fosse la natura di quest’opera; alcuni studiosi ipotizzano che fosse una tomba, altri un tempio, altri ancora una sorta di forziere.
Uno degli interrogativi più intriganti della città di Petra consiste nel declino della civiltà che l’ha resa così florida e nel suo improvviso spopolamento, un mistero che molti storici ed archeologi hanno tentato e stanno tutt’ora tentando di svelare ma che sembra resistere al tempo ed alla scienza.
Secondo l’architetto Pietro Laureano, incaricato dalla monarchia giordana di sviluppare un piano per restaurare e preservare i monumenti di Petra, il crollo della civiltà nabatea e l’abbandono della Città Rossa da parte dei suoi abitanti, è dovuto principalmente ad un fattore di ordine economico, per la precisione, ad una diminuita richiesta di incenso e seta, due dei principali prodotti commerciati a Petra ed al fatto che le carovane deviarono a favore di altre rotte, dai percorsi originari che un tempo portavano alla città di Petra.
Gli ultimi abitanti di Petra, dopo il periodo bizantino e l’epoca dei crociati, erano piuttosto inclini al nomadismo e gradualmente abbandonarono la città; con lo spopolamento le condizioni economiche peggiorarono ulteriormente, portando al declino strutturale di tutta la città.
Marta Francesca Spini,
studentessa scuola secondaria di primo grado.