Lo sviluppo raggiunto durante l’ultimo secolo dalle tecniche di produzione nell’industria e dai mezzi di comunicazione di massa, vale a dire giornali, cinema e televisione, ha creato un nuovo tipo di artista, difficilmente classificabile sia come artista popolare sia come praticante delle “belle arti”. Fra questi nuovi artisti possiamo citare i cineasti, i disegnatori di tutti i tipi, le orchestre di musica da ballo, i cartellonisti e gli scrittori di teleromanzi. Tutte queste persone hanno una cosa in comune: lavorano per soddisfare le richieste di un vastissimo pubblico formato principalmente dagli abitanti dei centri urbani. In un certo senso, questo tipo di arte è l’arte “popolare”delle città, benché vi sia una grande differenza fra arte di massa e vera arte popolare. In primo luogo, l’arte di massa è più sofisticata: infatti, mentre l’artista popolare si accontenta generalmente di lavorare nell’ambito di una tradizione, l’artista che lavora per il grande pubblico cerca continuamente di dare alla sua opera un aspetto nuovo e aggiornatissimo. Inoltre, ricorre spesso al linguaggio artistico usato nel campo delle “belle arti”; per esempio, tecniche sperimentate tempo fa, come quella dei pittori impressionisti e quella di vari pittori non figurativi dei primi anni del XX secolo, sono entrate nell’uso comune nel campo del disegno tessile, nell’arte pubblicitaria, nell’arredamento delle vetrine e nelle scenografie teatrali e cinematografiche. In secondo luogo, l’arte di massa è altamente meccanizzata essendo collegata alle tecniche della produzione in serie. Il disegnatore industriale, per esempio, non è un artigiano come lo sono quasi tutti gli artisti popolari, ma è un uomo capace, che ha una notevole istruzione tecnica. Alle critiche mosse all’arte di massa, ritenuta semplice e superficiale, si risponde puntando proprio su questa eccellenza tecnica come su una delle sue maggiori virtù: la stessa intelligenza e cura impiegate nella registrazione dell’ultimo strepitoso successo di musica leggera sono applicate anche alla registrazione di qualsiasi opera o sinfonia, e i suonatori di tromba e di trombone d’una grande orchestra di musica da ballo devono avere quella stessa padronanza tecnica dei loro strumenti che possiedono i loro colleghi delle orchestre sinfoniche.Inoltre, l’eccellenza tecnica è indispensabile e addirittura vitale per consentire l’inserimento in un mercato a forte concorrenza.
Questa concorrenza accanita fa sì che le arti di massa cerchino in tutti i modi di far colpo immediatamente sul loro uditorio: i titoli dei giornali, la foto di stampa, il manifesto pubblicitario, la foto di stampa sono disegnati per colpirci nello spazio di un secondo. Lo sforzo che le arti di massa compiono per far colpo immediatamente ha effetti importanti sulla nostra capacità di apprezzare le belle arti. Sappiamo benissimo che la comprensione dell’Arte non è cosa facile, ma va coltivata col tempo e con la pazienza, poiché non esiste un‘arte che sia “istantanea”.

nel 1860 il dipinto di Sir John Everett Millais, Bolle, fu usato come manifesto pubblicitario per un tipo di sapone, e ciò scandalizzò i critici d’arte. Oggi, i manifesti pubblicitari sono spesso opera di artisti specializzati.
Lucica
L’ha ribloggato su Pittura1arte2disegno3e ha commentato:
BHE…….. SI! L’ARTE IN SE , COME ESSENZA E’ ESPRESSIONE UMANA E PER TAL VOLTA DIFFICILE A COMPRENDERE,O A CAPIRSI TRA PIEGHE DEI SEGNI O LE CHIAVI DI LETTURA DEI SIMBOLI ;PERO’ UNA COSA E’ UNIVERSALMENTE CAPITA E CAPIBILE : LE ARMONIE DEI TRATTI NEL DISEGNO E DEL COLORE ,QUESTI RIMANGONO ETERNAMENTE VITALI ,pittrice Susanna Galbarini