CUCINA DELL’ AMERICA CENTRALE

 

 

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La cucina del centro America si distacca dalle altre per la sua singolarità, in quanto deriva  dalla fusione  di ogni popolo che abitò quest’area: dai maya agli Aztechi, dagli spagnoli agli africani. Questo “miscuglio di tradizioni” è caratterizzato da sapori forti e decisi confluiti ai cibi dalle numerose spezie e dai toni piccanti derivati dall’utilizzo del peperoncino che si presenta in numerose varietà.

I piatti, che donano particolarità alla cucina, sono tipicamente molto colorati grazie alla ricca varietà di verdure ( tra cui peperoncini, peperoni verdi, broccoli, cavolfiori, ravanelli…) e di carni del cibo messicano ( quali manzo, pollo, maiale…). Un piatto che certamente ricopre tutte queste caratteristiche è il chili.

 

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In particolare, quando si descrive la cucina del centro America si fa sopratutto riferimento alla cultura culinaria messicana. Quest’ultima, infatti, derivata dall’antica popolazione Maya e influenzata dalla cucina caraibica  è il cuore delle tradizioni del centro America.

I cibi messicani cambiano da regione a regione a causa delle differenze climatiche, geografiche ed etniche. La zona settentrionale del Messico è nota per la produzione di manzo e di conseguenza si distingue per le pietanze basate su queste carni. La zona meridionale, è invece conosciuta per i piatti con verdure piccanti e pollo. I prodotti del mare vengono preparati in un modo chiamato “stile Veracruz”.

Esistono anche piatti più esotici, cucinati in stile Azteco o Maya, con ingredienti piuttosto inusuali quali iguane, serpenti a sonagli,  cervi, scimmie, ragni e persino qualche tipo di insetto; queste pietanze sono note come comida prehispanica  (cibo preispanico) e, per quanto non molto comuni, sono comunque relativamente piuttosto conosciute.

I piatti tipici per eccellenza sono i tacos, i burritos ( tortillas con un ripieno a base di carne, cipolle e spezie) e  il guacamole, il tutto accompagnato con abbondante  tequila o mezcal, ma anche liquados, una  specie di frappè alla frutta, molto amata.  Un’altra tipica pietanza è la tortillas, la famosissima focaccia a base di farina di mais ricopre il ruolo che da noi è dato al pane, ma anche alla pasta: può infatti servire da accompagnamento ai piatti, ma spesso e volentieri li racchiude, cambiando nome a seconda del condimento.

 

 

 

 

 

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In Messico spesso si inizia il pasto con una zuppa, che può essere di sole verdure o dall’aggiunta di carne, ingrediente molto consumato, soprattutto al nord. Il pesce è molto amato, così come i crostacei e i frutti di mare. E non mancano certamente i dolci, soprattutto considerando il fatto che il cacao è proprio originario delle Americhe. Tra questi ultimi sono tipiche le torte di frutta, in particolare quelle di banane.

 

 

 

 

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Marta Francesca Spini, studentessa scuola secondaria di primo grado

 

 

 

100 ANNI IN MONTAGNA. L’ ALPINISMO E LE GUIDE ALPINE

Quando vogliamo parlare delle montagne, una domanda sorge naturalmente: “Chi furono i primi locali a frequentare le montagne?” Con l’eccezione delle famiglie agiate del fondovalle che dai “freschi delle località di villeggiatura partivano per escursioni fuori porta, gli alpinisti ante litteram furono sicuramente i cacciatori. Non ci sono pervenuti ne diari, ne resoconti pubblicati sui giornali, gelosi come erano delle loro riserve di caccia, ma solo racconti delle loro imprese, tramandate oralmente a figli, nipoti e amici.

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ALFONSO VINCI

Un posto speciale in questa carrellata di alpinisti, lo ebbe sicuramente Alfonso Vinci che negli anni 1938 e 1939 portò a termine una delle più interessanti salite della Val Masino: sulla Punta Milano, sul Pizzo Ligoncio, sulla Punta Sertori e sul Pizzo Cengalo.

Val Masino

Val Masino

Alfonso Vinci nasce a Dazio in Valtellina nel 1915. Ufficiale nella Scuola Militare degli Alpini, negli anni ’30 fu un alpinista di punta (è famoso lo “Spigolo Vinci” al Cengalo, ma più significativa una via estremamente difficile sull’Agner, ancor’oggi poco ripetuta), insignito con la medaglia al valore sportivo dal Regime Fascista. In Italia, all’Università di Milano, si laurea in Lettere e Filosofia e in Scienze naturali con la specializzazione in Geologia. Aderisce alla Resistenza ed è conosciuto come “Bill”, il leggendario capo partigiano della divisione valtellinese delle Brigate Garibaldi. Subito dopo la guerra si imbarca, con in tasca un biglietto di sola andata, per il Sud America.

Alfonso Vinci alla Savana Kirisuochi (Spedizione Shiriana, Venezuela, 1953)

Alfonso Vinci alla Savana Kirisuochi (Spedizione Shiriana, Venezuela, 1953)

Fu alpinista,esploratore,cercatore di diamanti in Brasile Cile e Venezuela.Ebbe anche il tempo di scrivere diversi libri alcuni dei quali ambientati in Amazzonia,e molti articoli sull’alpinismo,dove poté mettere in evidenza il suo modo di concepire l’arrampicata.

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“Quando qualche rara struttura permette un’arrampicata estremamente difficile,ma che sia vera e naturale,allora essa non presenta che le solite conosciute e talvolta esagerate differenze:appigli lontani e scarsi;loro conformazione tendente all’arrotondamento,o piuttosto pianeggiante,dove occorre lavorare di palmo per poter sostenersi.Struttura a grande disegno,quindi arrampicata più atletica,elegante ma faticosa,e sebbene meno delicata,molto più precisa e misurata che quella in dolomia (roccia sedimentaria carbonatica costituita principalmente dal minerale dolomite).La caratteristica particolare del sesto grado sul granito della Val Masino si compendia non in acrobatismi,ma in fatica bruta,in estremo coraggio,in lunghezza di itinerari che nascondono sempre sorprese sgradevoli,nell’applicazione di tutte le più raffinate risorse artificiali della moderna tecnica.Per la mancanza di asperità, per la levigatezza delle placche enormi che si accavallano nel cielo,la cuspide di granito è ben più terribile della dolomitica”.

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L’impresa più importante di Alfonso Vinci,per la quale ricevette la medaglia oro al valore atletico nel 1939,fu la salita alla parete OSO del Monte Agner nelle Pale di S.Martino.Parete di 1300 m,ritenuta l’ultimo problema alpinistico delle Dolomiti,che richiese due giorni di scalata,per di più avversate dal maltempo,e due bivacchi( l’accampamento notturno all’aperto).

In suo onore, il Pizzo Cengalo,cresta Sud Sud Ovest fu denominato “Vinci.”

Pizzo Cengalo-Spigolo Vinci

Pizzo Cengalo-Spigolo Vinci

Tutto questo fa di Alfonso Vinci un personaggio straordinario,emblematica figura di italiano intraprendente,indipendente e coraggioso,uomo di azione ma anche di grande cultura che dai lontani e “spensierati”anni ’50 ci trasmette spunti interessanti  di riflessione.

Marta Francesca Spini e Matilde Cucchi

studentesse,scuola secondaria di primo grado

fonte:Album Club Alpino Italiano,2002,”Cent’anni di montagna in bassa Valtellina”.