FARO DI ALESSANDRIA

Faro Alessandria, Egitto

Faro Alessandria, Egitto

Il Faro di Alessandria, considerato una delle sette meraviglie del mondo antico non che una delle realizzazioni più avanzate ed efficaci della tecnologia ellenistica, fu costruito sull’isola di Pharos, di fronte al porto di Alessandria d’Egitto, negli anni tra il 300 a.C. e il 280 a.C. e rimase funzionante fino al XIV secolo, quando venne distrutto da due terremoti.

STORIA

Intorno al 334 a.C. Alessandro, re di Macedonia, conquistò l’Egitto, ove fondò la città di Alessandria seguendo un ‘idea da lui concepita ad imitazione di Babilonia, antica città mesopotamica. Alessandria diverrà la più grande città del mondo per tre secoli arrivando a contare un milione di abitanti con un suo museo,un giardino botanico e uno zoologico e con una biblioteca con più di 700.000 volumi.   Una diga in mattoni, lunga oltre un chilometro, univa l’isola di Pharos, posta di fronte alla città, alla terra ferma, formando due golfi, uno militare e uno mercantile. Oggi ne restano soltanto qualche vestigio.

Il Faro fu fatto costruire da Sostrato di Cnido, un mercante greco. Il progetto, cominciato da Tolomeo I Sotere, all’inizio del proprio regno, venne concluso dal figlio Tolomeo II Filadelfo.

Il Faro di Alessandria, il quadro di Salvador Dalì

Il Faro di Alessandria, il quadro di Salvador Dalì

Lo scopo dell’imponente opera era aumentare la sicurezza del traffico marittimo in entrata e in uscita, reso pericoloso dai numerosi banchi di sabbia nei tratti di mare del porto di Alessandria e dall’assenza di rilievi olografici. Esso consentiva di segnalare la posizione del porto alle navi, di giorno mediante degli speciali specchi di bronzo lucidato che riflettevano la luce del sole fino al largo, mentre di notte venivano accesi dei fuochi. Si stima che la torre fosse alta 134 metri, una delle più alte costruzioni esistenti all’epoca, e secondo la testimonianza dello storico Giuseppe Flavio poteva essere visto a 48 chilometri di distanza (cioè fino al limite consentito dalla sua altezza e dalla curvatura della superficie terrestre).

Ricostruzione tridimensionale basata su un esteso studio del 2006

Ricostruzione tridimensionale basata su un esteso studio del 2006

Il Faro era costituito da un alto basamento quadrangolare, che ospitava le stanze degli addetti e le rampe per il trasporto del combustibile. A questo si sovrapponeva una torre ottagonale e quindi una costruzione cilindrica sormontata da una statua di Zeus o Poseidone, più tardi sostituita da quella di Helios.

Ai navigatori la fiamma del Faro vista isolata e alta sull’orizzonte come una stella,sembrava l’apparizione della divinità protettrice. Assai presto si diffuse nel mondo antico la fama della torre luminosa nel porto della città di Alessandria!

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Due monete dell’epoca romana con raffigurazioni di fari: nella moneta che si trova a sinistra, risalente ad Antonino Pio, lo troviamo posizionato sulla destra; nell’altra moneta, di Domiziano, è raffigurato il faro di Alessandria. 

A d eccezione della piramide di Cheope, il Faro fu la più longeva delle sette meraviglie del mondo antico. Rimase in funzione per sedici secoli, fino a quando nel 1303 e nel 1323 due terremoti lo danneggiarono irreparabilmente.

Dal nome dell’isola Pharos ebbe etimologicamente origine il nome “faro”, che verrà poi ereditato da tutte le successive torri luminose all’ingresso dei porti.

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Ad Alessandria la memoria del Faro è mantenuta viva da una scultura moderna in marmo bianco che accoglie i turisti che entrano a visitare la città.

Marta Francesca Spini, studentessa scuola secondaria di primo grado

LA STATUA DI ZEUS

Disse, e con le nere sopracciglia il Cronide accennò; le chiome ambrosie del sire si scompigliarono sul capo immortale: scosse tutto l’Olimpo“.                       

                                                                                                       Strabone,Geografia,libro VIII 3,30

Una statua romana di "Zeus Olimpio", marmo (restaurata), probabile copia della colossale statua di Fidia, San Pietroburgo, Ermitage.

Una statua romana di “Zeus Olimpio”, marmo (restaurata), probabile copia della colossale statua di Fidia, San Pietroburgo, Ermitage.

La statua di Zeus,crisoelefantina(realizzata in oro),opera dello scultore e architetto Fidia si trovava a Olimpia un importante centro amministrativo e religioso della Grecia occidentale,dove si tenevano regolarmente celebrazioni in onore del dio Zeus che comprendevano anche competizioni atletiche.

Realizzata nel 436 a.C.,collocata nella navata centrale del Tempio di Zeus,oggi distrutta a causa di un incendio, venne considerata una delle sette meraviglie del mondo antico.

Ricostruzione della sistemazione della statua nel tempio

Ricostruzione della sistemazione della statua nel tempio

Dopo aver dimostrato la sua bravura inaugurando l‘Atena Parthènos, collocata all’interno del Partenone,i sacerdoti del tempio scelsero di affidarli anche la realizzazione della statua del Dio Zeus.

L’opera rimase nel santuario per oltre 800 anni suscitando stupore e meraviglia nei fedeli.Secondo lo storico romano Svetonio perfino l’imperatore Caligola,durante il suo regno (37-41) cercò con tutti i mezzi possibili di portare la statua a Roma.

Uno storico bizantino dell’ XI secolo Cedreno lasciò scritto che all’inizio del V secolo la statua entrò a far parte della collezione di opere d’arte pagana dell’ alto funzionario Lauso,fino all’incendio del 475 che distrusse l’intera collezione.

Fino al 1955-56 gli unici documenti rimasti relativi alla statua di Zeus consistevano in alcune monete romane e gemme incise.

Moneta romana raffigurante Zeus,Firenze,Museo Archeologico

Moneta romana raffigurante Zeus,Firenze,Museo Archeologico

In quegli anni nei pressi del luogo considerato la Bottega di Fidia, furono scoperte le matrici in terracotta usate per la lavorazione del manto.

La Bottega di Fidia

La Bottega di Fidia

Della statua non rimangono copie nonostante la sua importanza nel mondo antico;tuttavia l’opera risulta ampiamente, dettagliatamente descritta da autori del mondo greco e latino.Secondo le numerose descrizioni proveniente da scrittori classici, la scultura superava i 12 metri di altezza con un basamento di più di 6 metri per 10.La monumentalità era accentuata dalla sua altezza rispetto alla dimensione del tempio,tanto che Strabone ebbe a scrivere che “se il Dio si fosse alzato in piedi, avrebbe scoperchiato il tempio“.

Ricostruzione fantastica della statua di Zeus in una stampa del XVI secolo

Ricostruzione fantastica della statua di Zeus in una stampa del XVI secolo

Un’altra descrizione dettagliata di questa scultura ci viene anche dallo scrittore geografo greco antico di origine asiatica Pausania il Perigeta(II secolo d.C.):Zeus reggeva sulla mano destra una Nike( personificazione della vittoria),mentre nella sinistra teneva uno scettro su cui poggiava l’aquila d’oro,simbolo della divinità.

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Matilde Cucchi e Marta Francesca Spini

( studentesse, scuola secondaria di primo grado)