GIOVINARTE

                                                              TALAMONA 17 maggio 2014 mostra estemporanea alla Casa Uboldi

I RAGAZZI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “G.GAVAZZENI” DI TALAMONA ESPONGONO I LORO LAVORI ARTISTICI

Quadri di tutti i tipi ma soprattutto di soggetto astratto riprodotti con le tecniche più varie (tra cui dei contenitori di cartoni per le uova disposti su tela a formare una composizione cromatica e geometrica) e sui più vari supporti (come ad esempio i sacchi di tela soprattutto per le figure umane abbigliate con classici costumi di Cino, Delebio e altri angoli della Valtellina) riproduzioni di quadri e autori famosi fedeli o anche reinventate (IL BACIO di Klimt, GUERNICA di Picasso, due tele dell’Arcimboldo, due ritratti fruttati, opere di Van Gogh, Gauguin, Mirò, Kandinsky e l’immancabile Orlando Furioso in due scene tratteggiate a carboncino. Tutto questo è GIOVANINARTE la mostra estemporanea presentata quest’oggi dalle 15 alle 19 alla sala mostre della Casa Uboldi con un piccolo rinfresco e intrattenimento a cura dei giovani artisti e col patrocinio della Pro Loco. Proprio la presidentessa della Pro Loco, Savina Maggi, ha avuto l’idea di mettere in mostra i lavori che i ragazzi realizzano a scuola e che finora li rimanevano, esposti nei corridoi tuttalpiù alla vista di genitori e insegnanti, ma che, anche a detta dell’assessore alla cultura Simona Duca, sarebbe positivo valorizzare meglio. Ecco dunque la possibilità di ammirare quest’oggi(con l’apertura per la settimana seguente nei orari della biblioteca) una selezione dei migliori lavori realizzati dai ragazzi negli ultimi cinque anni. L’idea originale prevedeva anche i lavori di quest’anno, ma non è andata in porto per motivi di spazio. Questo lascia ben sperare in una prossima edizione.
Antonella Alemanni

IL PAESE DEI PRESEPI

CRONISTORIA DI UNA TRADIZIONE DIVENUTA ORMAI IMPRESCINDIBILE

Il presepe. Dai tempi del primo presepe vivente allestito da San Francesco di ritorno dalla Terrasanta, presidiata dai saraceni e dunque interdetta ai cristiani, la tradizione di mettere in scena la natività del Salvatore è divenuta la più caratteristica per onorare il Natale. A partire dal 1988, ininterrottamente, per ben un quarto di secolo, con costanza, passione, impegno, tempo, denaro, tra mille difficoltà ma sempre con lo stesso entusiasmo, anche Talamona contribuisce a dare qualche sfumatura in più a questa tradizione secolare. Ciascuna contrada, mettendo in campo i propri volontari, da una sua interpretazione personale della rappresentazione dell’evento fondamentale della cristianità. Chi si mantiene sul classico rappresentando i luoghi originali con le case bianche dal tetto piatto, la sabbia, i viandanti coi dromedari, gli asini e i cavalli. Chi vira questa classicità al nostro ambiente montano rappresentando pastori, case e luoghi che somigliano alla nostra gente, alle nostre case, ai nostri luoghi, reinventandoli in modo immaginario oppure riproducendo perfettamente luoghi reali in particolar modo Talamona com’era una volta in modo da coniugare la tradizione religiosa ad una sorta di memoria storica locale. Chi crea rappresentazioni statiche e chi le integra con effetti luminosi oppure meccanici in modo da stupire l’osservatore. E chi di anno in anno propone soluzioni di volta in volta inedite ed originali ognuno seguendo la sua ispirazione e la sua fantasia e utilizzando i materiali più diversi. Per qualche anno per esempio in località Ca di Rish un presepe è stato allestito sulle fronde di un albero mentre un altro in via San Giorgio presso una casa privata è stato creato con delle ombre su di un panno ed infine un presepe molto bello con sagome colorate di cartone, è stato allestito per qualche anno nei pressi della cascata in località Civasca, un anno in particolare fece particolarmente effetto per via della cascata ghiacciata. Di volta in volta si sono creati presepi di stoffa, con la frutta secca, le pannocchie, i ricci delle castagne eccetera. Persino i pompieri per tre anni di fila hanno adibito a presepe un loro mezzo per aderire a questa manifestazione. Con gli anni c’è chi si è mantenuto sempre costante nella sua adesione, come i volontari della via Erbosta e quelli di Case Giovanni, e chi ha aderito solo per qualche edizione poi ha smesso, chi ha smesso poi ha ripreso, chi ha cambiato posto. Solo un anno ha visto registrarsi un calo d’entusiasmo con la realizzazione di soli 14 presepi mentre di solito ci si è sempre mantenuti su una media di venti fino ad arrivare ai 24 della scorsa edizione e ai 21 di questa. E pensare che tutto era partito senza troppo slancio i primi anni, su iniziativa di un eterogeneo gruppo di persone. Da una parte tutti coloro che ruotavano intorno alla Pro Loco che proprio in quegli stessi anni andava costituendosi e dall’altra da un gruppo formato dal comune e dai commercianti che indirono il primo Natale talamonese con tutta una serie di manifestazioni, tra cui appunto anche i presepi, per ragioni di solidarietà, per comprare cioè un pullmino all’oratorio. Negli anni immediatamente successivi si pensò di trasformare la manifestazione in una sorta di concorso con una giuria esterna a Talamona convocata da Savina Maggi, coinvolta in questa tradizione, che si è poi evoluta negli anni,sin dai suoi esordi, sia in veste di membro della Pro Loco (quest’anno presidente) sia come amministratore negli anni in cui è stata assessore in Comune, una giuria che votava ogni anno il presepe più bello. Dopo pochi anni i volontari hanno espresso parere contrario al fatto di gareggiare tra loro e la cosa non si è più fatta. È rimasta la volontà di creare i presepi ognuno secondo il proprio sentire, si è intensificata sempre di più nel tempo l’accoglienza verso i visitatori che sono circa 7-8 mila ogni anno e che vengono anche da fuori provincia organizzando pullman appositamente, ricompensati poi con dolci, vin brulé, sconti nei ristoranti, ma soprattutto con le emozioni e con le atmosfere particolari che i presepi sanno dare e che chi li realizza sa abilmente accentuare attraverso sottofondi musicali, luci soffuse e attraverso la scelta del luogo dove il presepe viene allestito, ad ulteriore riprova di come i presepi siano una vera e propria arte nonché un mezzo per difendere le nostre tradizioni e la nostra cultura in un mondo di culture che sempre più si incontrano, si mescolano e talvolta si scontrano, una tradizione che vuole rappresentare la pace e la fratellanza tra i popoli, una tradizione che altri comuni della provincia come Morbegno e la Val Tartano stanno provando a mettere in scena da alcuni anni e attorno alla quale si sono sviluppate tante altre iniziative come le vetrine decorate, i mercatini, le letterine a babbo Natale, le Befane, i concerti della filarmonica, i tornei di beneficienza, le lotterie eccetera. Una tradizione che riunisce più generazioni e che si trasmette attraverso le generazioni perché solo se i giovani raccoglieranno con lo stesso entusiasmo il testimone dei veterani (alcuni dei quali attualmente purtroppo non ci sono più) questa cosa potrà avere un futuro, solo se l’impegno e la volontà non verranno mai a mancare nonostante la crisi e le difficoltà che possono verificarsi e ovviamente se non verrà mai a mancare l’affetto e la partecipazione popolare.Per ragioni d’età io sono tra quelli che non possono dire di aver conosciuto Talamona senza la tradizione annuale dei presepi. Ho cominciato ad interessarmene quando ero molto piccola, perché ai presepi si dedicavano i temi natalizi alle scuole elementari e perché in quegli anni anche la mia contrada allestiva un presepe e io dovevo compiere solo pochi passi per andarlo a vedere. È stato quello il primo presepe che vidi. Era il 1996 e il presepe stava davanti casa di un mio coetaneo Bruno Tirinzoni credo che lo avesse realizzato suo padre. Ricordo che, come continuano ad essere tuttora molti presepi, era molto curato nei dettagli. Era costruito con paglia legno e granturco e oltre alla capanna della natività contava cinque case che parevano istantanee su un altro mondo come se da un momento all’altro come per magia dovessero prendere vita, una sensazione che tutti i presepi, nel corso del tempo hanno sempre saputo trasmettere più o meno efficacemente alcuni più di altri. Una di queste case mi aveva colpita particolarmente perché aveva la scala esterna e il terrazzo. Uno dei primi giri completi dei presepi che mi ricordo di aver fatto è stato nel 2001. Quell’anno presi pure la navetta per la prima volta. Fino al 2005 sono andata piuttosto regolarmente per poi diradare le visite fino a quest’anno. Per essere sicura di fare un bel giro e di vedere tutto per bene ho dedicato ben tre giornate ai presepi spostandomi sempre a piedi e camminando anche per viuzze che, nonostante sia nata e vissuta sempre qui, non avevo mai percorso. È incredibile. Si sogna di conoscere il mondo, ci si ritrova spesso a fantasticare di luoghi molto lontani e poi si scopre di non conoscere poi così bene neppure i luoghi in cui si è nati. Molte zone di Talamona danno la sensazione di tornare indietro di almeno due secoli perché l’urbanistica non è mai cambiata. Ci sono ancora gli acciottolati, i viottoli angusti, le panche di pietra dove ai vecchi piace sedere d’estate a prendere aria fresca e chiacchierare, ci sono ancora le vecchie case fatiscenti in muratura a secco, le vecchie stalle testimoni ormai muti di vite amene, un contatto diretto col passato che in molte grandi città non viene percepito nella vita di ogni giorno. Molte di queste vestigia vengono utilizzate per allestirvi i presepi ed è facile accorgersene perché nei pressi di un presepe l’aria è impregnata dell’odore del vin brulé. Ciascun presepe un’opera d’arte, una storia che parla al cuore di ognuno a seconda della sua personale sensibilità. Lascerò or dunque che siano loro a parlare anche con l’aiuto dei volontari che si impegnano ogni anno per realizzarli.

Presepe 1 al Tempietto degli alpini

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Presente nella rassegna dei presepi dal 2000 a fasi alterne il gruppo degli alpini sceglie di allestire presepi di volta in volta ispirati alle tematiche della natura e ai fatti di cronaca salienti di ogni anno. Personalmente ricordo un anno (ma non l’anno preciso) in cui vidi un presepe del gruppo che parlava proprio di loro, in cui gli alpini si erano rappresentati come i personaggi del racconto della natività. Realizzato sempre prevalentemente all’interno del tempietto vero e proprio, quest’anno si è deciso invece di utilizzare un piccolo rilievo esterno per creare un presepe ispirato alla natività classica ma fatto in modo che ci si potesse camminare dentro diventando parte della storia, una prerogativa che finora è sempre stata del presepe sul fiume di case Giovanni.

Presepe 2 località Sassella

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Presente nella rassegna per il secondo anno consecutivo questo presepe è nato da un’idea di un giovane mio coetaneo Gianpaolo Luzzi che negli anni precedenti lo allestiva all’oratorio ma da quest’anno ha pensato di  allestirlo in una baita per creare l’atmosfera del pellegrinaggio, il pellegrinaggio nei luoghi santi. Questo presepe infatti si può raggiungere solo attraverso sentieri montani che i volontari badano a tenere costantemente  puliti ed agibili fornendo anche lanterne per le ore più buie, sentieri che conducono in un luogo ameno con una splendida vista su tutta la vallata sottostante e punteggiato di vecchie stalle (oltre a quella che ospita il presepe) che si sta pensando di ristrutturare. Cio che cambia rispetto all’allestimento dello scorso anno è il fatto di aver utilizzato tutto lo spazio disponibile e di aver riprodotto una cascata che scorre nelle vicinanze. Le statuine che animano questa piccola stanza con il racconto della natività sono statuine storiche: sono infatti quelle del primo presepe di case Giovanni che non era ancora quello classico sul fiume, ma era stato allestito in un prato nelle vicinanze. L’idea dei presepi nacque proprio così quasi per caso. Qualcuno quell’anno decise di realizzare il suo presepe fuori casa e così si è deciso che ogni contrada avrebbe allestito il suo. Quest’anno il presepe della località Sassella si erge a pretesto per raccontare un evento molto importante: la giornata mondiale della gioventù organizzata da papa Francesco a Rio de Janeiro cui ha partecipato il giovane ideatore di questo presepe con sua sorella Sabrina (che si è prestata per raccontarmi tutto). Questa esperienza ha fatto scoprire loro il valore della testimonianza di fede, un valore che i presepi possono contribuire a veicolare.

Presepe 3 a case Giovanni

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Se non altro perché è uno dei due presepi che in venticinque anni di manifestazione non è mai mancato questo presepe si può considerare il classico, il simbolo del paese dei presepi, quello che più attrae ed incuriosisce per il fatto di essere un presepe costruito quasi a grandezza naturale sul torrente Roncaiola, animato da congegni meccanici a rappresentazione della vita di una volta, degli antichi mestieri, un presepe dentro cui ci si può immergere attraverso cui si può passeggiare osservando da vicino le case particolareggiate e tutti gli edifici che ricreano perfettamente un piccolo villaggio montano. Una magia che per essere creata e per funzionare sempre bene ha bisogno di tempo e pazienza di fantasia per far si che dei semplici pezzi di legno possano essere trasformati in personaggi ognuno con una storia. Un’idea quella di far sentire i visitatori parte del presepe che fin da subito si è rivelata vincente. Il bello di questo presepe è che appena si giunge in visita c’è la possibilità di ammirarlo nel suo insieme, ma poi ci si avvicina e lo si visita come se fosse un centro abitato vivo. L’idea di animarlo è venuta col tempo, si sono trovati dei meccanici disponibili a creare e a far funzionare i congegni necessari. Lo spazio occupato sul fiume non è sempre della medesima estensione. Quest’anno è stato particolarmente studiato in modo da consentire ai visitatori di fotografarlo nel suo insieme dal ponte. Mi ricordo di un anno in cui lo vidi ricoperto dalla neve e mi fece particolarmente effetto. Nessun presepe è mai stato ne sarà mai decorato con neve vera su un fiume vero. Ogni anno questo presepe, pur rimanendo sostanzialmente fedele a se stesso, cerca di portare elementi di novità. Se quest’anno nella capanna della natività troviamo un giro di angeli in una edizione passata è capitato di trovare le foto di tutti i presepi. Nessuna statua è mai realizzata e disposta a caso. l’intento è quello di rappresentare un nucleo familiare per ogni casa, una vera e propria istantanea di vita di una volta.

Presepe 4 in via Sassella

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Presente nella rassegna dal 2003 in dieci anni si sono realizzati vari allestimenti. Di fronte rispetto a dove si trova ora, poco più lontano, ma sempre in esterna con la necessità di ricoprirlo con una tettoia. Quest’anno si è scelto di collocare il presepe all’interno di questa stalla per creare un ambiente caratteristico perché è proprio in una stalla che si svolge la storia originale della natività ed è ora sempre una mangiatoia che ne ospita una originale versione ambientata in un paese che somiglia più a quello delle nostre valli che ai luoghi originari, un paese riprodotto nei minimi dettagli mettendo insieme luoghi reali e immaginari a seconda di come ispira la fantasia.

Presepe 5 a ca’ Perlini

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Presenti nella rassegna da cinque anni sempre nello stesso luogo i volontari di Ca’ Perlini propongono ogni anno presepi completamente diversi dagli anni precedenti. Ogni anno smontano e rimontano il tutto ripartendo completamente da zero.Quest’anno chi è giunto in visita ha potuto osservare un presepe che stupisce per i suoi dettagli minuziosi nonostante la scala ridotta e per la presenza di una teleferica animata. Perfetto amalgama tra luoghi reali e dell’immaginario un altro elemento degno di nota è la presenza del Colosseo di Roma al posto della classica capanna della natività qui collocata per sfatare il mito secondo il quale il Colosseo sarebbe stato teatro dei supplizi dei primi cristiani.

Presepe 6 in via Spini

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Presenti nella rassegna da più di dieci anni, nel corso del tempo, i volontari della via Spini hanno utilizzato, per allestire il loro presepe, tutte le stalle disponibili nei dintorni, stabilendosi poi in questa che ha accolto quest’anno i visitatori da una decina d’anni. I volontari mettono un grande impegno nella realizzazione del loro presepe. Già nel mese di ottobre cominciano ad ideare il progetto e ad allestirlo. Nel corso degli anni si sono alternati presepi di varia fattura da quelli fatti col legno a presepi realizzati con la sabbia volti a ricreare i luoghi originali del racconto della natività eccetera. Una nota positiva è la totale partecipazione di tutti gli abitanti della via. Chi non partecipa direttamente all’allestimento del presepe fa a turno per accogliere i visitatori. Quest’anno, in occasione del venticinquesimo anniversario, si è pensato di allestire un presepe simile al presepe delle origini fatto col muschio, il primo presepe allestito da questa contrada.

Presepe 7 di Ca’ di Sarac

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Presente da circa cinque-sei anni questo presepe si caratterizza per il fatto di essere un’iniziativa portata avanti da giovani che hanno coinvolto le loro famiglie e non come di solito succede per altri presepi un passaggio di testimone tra la vecchia guardia e i giovani. Un presepe cui ogni anno, senza cambi radicali, si cerca di portare elementi di novità per non annoiare chi arriva in visita e che viene accolto con entusiasmo da questo gruppo di giovani con la stessa passione che dedicano nel creare un presepe ricco di dettagli e animato da effetti luminosi e meccanici dati da tutta una serie di ingranaggi nascosti sotto il presepe vero e proprio come nei capolavori dei maestri orologiai. Un entusiasmo che è un peccato lasciar scemare senza porre in controparte una migliore valorizzazione visto e considerato il fatto che tutti, amministratori e popolo, dichiarano di tenere molto a questa iniziativa. Dentro un edificio di pietre in muratura a secco si giunge a cospetto di un borgo incantato i cui dettagli, presi da alcuni luoghi reali, sono stati abilmente reinventati per creare un borgo realistico, ma al tempo stesso sospeso nel tempo, reso ancor più incantato dalla neve riprodotta col cotone e dagli effetti luminosi che rappresentano l’alternarsi del giorno e della notte. Elemento di novità nel panorama dei presepi è la presenza di una pista da sci e di una funivia.

Presepe 8 di case Barri

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Attivo da venticinque anni in modo non continuativo per molti anni è stato allestito vicino al ristorante che da sulla statale ogni anno in modo diverso senza uno specifico progetto, ma con un occhio di riguardo alla nostra terra e alle nostre tradizioni. Da due anni a questa parte i volontari di case Barri hanno trovato un allestimento più caratteristico in una stalla dove ancora fino a pochi anni fa venivano custodite le mucche, un allestimento ritenuto a ragione più caratteristico per la sacra rappresentazione col muschio i ciuffi d’abete e le classiche statue di ceramica.

Presepe 9 del Gruppo della Gioia

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Presenti nella rassegna dal 2001 i volontari del gruppo della gioia, attivo dal 1998 nel prestare assistenza alle categorie sociali più bisognosi, nel corso degli anni ha alternato varie sedi che hanno fatto da cornice all’allestimento del presepe. Dapprima la sede del gruppo anziani poi la casa arcobaleno in via Valenti e poi la nuova sede sopra la palestra comunale. Uno dei primi presepi realizzati da questo gruppo è stato particolarmente originale perché conteneva i soprannomi di tutti i volontari. Di anno in anno per realizzare il presepe ci si trova tutti insieme e si mettono a confronto varie idee.Il presepe di quest’anno qualcuno lo giudica il migliore di tutti quelli realizzati dal gruppo sinora ed è nato dall’idea della madre di un ragazzo diversamente abile che è anche catechista con l’idea di coinvolgere i bambini che frequentano il catechismo e ispirandosi alla natura. I materiali di realizzazione sono infatti naturali, offerti spontaneamente dalla natura, come ricci di castagne e legno. I bambini si sono divertiti a raccoglierli e a realizzare ciascuno la propria statua personale intenta nello svolgere un compito specifico e che ciascun bambino ha potuto personalizzare aggiungendo il proprio nome con una stellina. È proprio il massimo coinvolgimento dei bambini la nota di merito di questo presepe.

Presepe 10 al bar La Terrazza.

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Presente a Talamona da quando la cooperativa CONAD si è trasferita nella sua sede attuale, il bar LA TERRAZZA nel corso degli anni ha spesso cambiato nome e gestione ma ha sempre proposto il suo presepe in uno stile classico, piccolo col muschio incorniciato da una sorta di tettoia di aghi di abete rosso. Quest’anno invece si è voluti puntare sull’originalità ed effettivamente il presepe proposto si candida ad essere uno dei più originali dell’ intera manifestazione

Presepe 11 della Sciaresola

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Un presepe a conduzione familiare da parte della stessa famiglia che manda avanti l’agriturismo Sciaresola e che ha partecipato ogni anno tranne uno, quando cioè e stato aperto l’agriturismo nella sede attualee anche il presepe si è spostato dalla sede di Via Valenti all’attuale. Ogni anno viene proposto un tema diverso, anche a seconda dei temi dell’annata, con uno stile originale ed estroso per un risultato che vuole essere semplice e significativo al tempo stesso. Un anno per esempio è stato proposto il presepe del contadino, mentre un altro anno il presepe dedicato alla famiglia con la foto della famiglia Sassella al posto di un presepe vero e proprio. Quest’anno abbiamo il presepe alla rovescia a simbolleggiare il mondo sempre più privato di valori e di punti di riferimento, dove tutto sembra andare appunto alla rovescia tranne la famiglia e la casa del Signore.

Presepe 12 di via Mazzoni

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Per tutti gli anni Novanta questo presepe è stato allestito sotto un portico nelle vicinanze della sede attuale presso un cortile esterno ed era un gruppo diverso da quello attuale ad occuparsene, un gruppo che non ha più potuto seguire la cosa a causa di varie problematiche personali e familiari. Dal 1995 al 2008 dunque questo presepe non è più stato fatto finchè poi, appunto nel 2008 il gruppo attuale se ne è interessato e il presepe ha cominciato ad essere allestito nella sede attuale ogni anno con tematiche diverse ma sempre inerenti alla montagna alle sue attività alla vita quotidiana. Una volta una vigna, un’altra volta gli alpeggi dove si produce il formaggio, un’altra volta ancora i campi coltivati, lo scorso anno la riproduzione della piazza di Talamona e quest’anno la riproduzione di un borgo di alta montagna. Elemento costante e di originalità di questo presepe è l’effetto luminoso che alterna il giorno e la notte riproducendo perfettamente il tramonto il cielo stellato e una nuova alba.

Presepe 13 della località Civasca

 

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Nella sede attuale, una piccola casetta di via Civasca, questo presepe si trova per il secondo anno consecutivo e rispetto all’ edizione dello scorso anno non ci sono differenze sostanziali. Due anni fa invece il presepe era stato realizzato in vetro presso l’attuale sede del bar PANCAFFE’.

Presepe 14 dell’Istituto Comprensivo “G.Gavazzeni”

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Questo è uno dei pochi presepi presso cui non ci sono persone che accolgono i visitatori. Personalmente ricordo la partecipazione dell’istituto comprensivo dai primi anni Duemila, ma in una sede diversa vicino al fioraio Barlascini, dall’altro lato della strada. Ricordo ogni anno presepi molto colorati realizzati soprattutto con carta e stoffa non molto grandi. Da quando è stata ristrutturata la Casa Uboldi ed è stata scelta come sede della nuova biblioteca la collaborazione tra quest’ultima e l’istituto scolastico si è intensificata attraverso la promozione di varie attività e laboratori e spostando anche il presepe proposto dalle scuole nella sede della casa Uboldi, un presepe realizzato attraverso pannelli che nelle edizioni precedenti venivano applicati alle vetrate mentre quest’anno sono stati appesi alla parete e mescolati nell’allestimento della mostra sul volontariato e del mercatino dei libri a favore del GFB ONLUS.Un elemento di novità di quest’anno è stato anche il piccolo presepe di Santiago di Compostela proposto dal signor Walter Orioli che proprio col racconto del suo pellegrinaggio ha aperto la nuova stagione culturale alla Casa Uboldi.

I presepi al museo etnografico nei sotterranei della chiesa. Quella dei presepi è una tradizione talmente radicata che ad un certo punto si è sentito il bisogno di prendere quelli più belli e di riprodurli esattamente nel piccolo museo etnografico di Talamona che si trova nei sotterranei della chiesa parrocchiale e che è stato creato col contributo di tutti i talamonesi, una sorta di museo della nostra memoria, della nostra cultura, delle nostre usanze, della nostra identità, un contesto di cui, da molti anni a questa parte, fanno parte anche i presepi. Tutto è cominciato nel 2009 quando anche il gruppo anziani ha deciso di realizzare il suo presepe e ha deciso di realizzarlo proprio presso il museo integrando l’accoglienza ai visitatori con vere e proprie dimostrazioni di antichi mestieri. Quel presepe non è più stato tolto e anche le successive edizioni hanno pian piano preso il loro posto accanto a quella prima insieme con i presepi più significativi di tutte le altre contrade.

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Una delle edizioni del presepe dell’associazione Amici degli Anziani

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Riproduzione della via Mazzoni in un presepe dello scorso anno (2012)

Presepe 16 Scuola per l’infanzia statale

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Quest’anno anche la scuola per l’infanzia statale ha voluto allestire qui il suo presepe realizzato con la stoffa. Elemento di originalità è stato il fatto di aver creato ciascuna statuina con un bigliettino dove i bambini hanno scritto i loro pensieri, i loro desideri, i propositi per l’anno nuovo e quant’altro.

Presepe 17 della fondazione Scuola per l’infanzia

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Un altro presepe che si presenta da se e che vista l’agevole collocazione ho potuto visitare praticamente tutti gli anni senza riscontrare troppi cambiamenti di sorta. Un presepe essenziale che non è stato tutti gli anni sempre di uguali dimensioni e che per almeno un anno è stato fatto con pannelli colorati, ma che sa trasmettere lo spirito del Natale e la gioia che esso infonde sui bambini.

Presepe 18 dell’Oratorio

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Da alcuni anni l’oratorio partecipa alla manifestazione dei presepi. Quale iniziativa meglio di questa può essere in grado di far avvicinare i ragazzi a queste tematiche? Ogni anno almeno un presepe cerca di proporre l’ambientazione originale della natività. Quest’anno lo ha fatto questo presepe per l’allestimento del quale don Stefano ha messo a disposizione il suo garage e i suoi ragazzi come comitato d’accoglienza.

Presepe 19 nel cortile degli Spinetti.

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Questo è un altro dei pochi presepi caratterizzato dal fatto di non aver mai avuto un comitato d’accoglienza e dall’essenzialità delle idee. Addirittura nel 2005 questa contrada ideò il presepe che non c’è. In una nicchia incorniciata di aghi di abete rosso campeggiava una scritta in elegante corsivo che diceva IL VERO PRESEPE E’ NEL CUORE DEI CREDENTI. Un’idea minimalista che scatenò non poche polemiche, ma che personalmente credo andasse apprezzata per il suo messaggio. Anche quest’anno senza arrivare ad eccessi minimalisti si può comunque notare l’essenzialità estrema della rappresentazione.

Presepe 20 di via Erbosta

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Questo è l’altro presepe, insieme a quello di case Giovanni che in venticinque anni non ha mai saltato un’edizione. Fedele nella locazione, fedele nella rappresentazione, sempre di ambiente montano col muschio e le statuine di ceramica con qualche piccolissima variazione da un anno all’altro. Da 25 anni a questa parte sono sempre le stesse persone che si occupano del presepe perché non c’è stato un ricambio generazionale.Quest’anno i volontari della via Erbosta si sono impegnati a ricreare perfettamente Talamona e i suoi dintorni fino agli alpeggi così come apparivano circa 50-60 anni fa quando in cima al paese c’era una centralina alimentata con una turbina che a sua volta alimentava i mulini e le segherie che sorgevano ed esercitavano le loro attività lungo un torrentello che attraversava l’intero paese. Il tutto riprodotto perfettamente in scala.

Presepe 21 dell’asilo nido

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Un presepe che è una costante da diversi anni a questa parte più o meno da quando l’asilo nido è stato costituito e che ha sempre avuto come tematica principale la fantasia dei bambini di saper vedere di tutto in ogni cosa.Non si è in grado di comprendere questo presepe se non lo si guarda con gli occhi di un bambino. Un adulto non riuscirà mai a collegare questi oggetti a dei personaggi non solo di un presepe, ma di una qualunque rappresentazione mentre un bambino non guarda mai le cose per come sono ma le trasfigura nel suo immaginario.

Presepe fuori concorso

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Anche al punto informazioni della Pro Loco in piazza viene allestito un piccolo presepe alla finestra che però non fa parte della manifestazione vera e propria. E con quest’ultimo presepe considerando anche quello vivente della via Cerri che da luogo ogni anno ad una vera e propria processione siamo giunti alla fine di questo viaggio, un viaggio nella memoria e nelle emozioni, un viaggio dove molti dettagli sfumano lungo il cammino, ma ciò che non si perde mai ed anzi rimane intatta è la passione, quella passione che, si spera, possa consentire di continuare questo viaggio per moltissimo tempo ancora.

Antonella Alemanni

TALAMONA OMAGGIA VERONICA BERTOLINI

TALAMONA 22 dicembre 2013 saggio di ginnastica ritmica alla palestra comunale

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foto dall’archivio 2011

UN POMERIGGIO DI SPORT E SPETTACOLO PER CELEBRARE IL TALENTO ANCORA ACERBO E QUELLO GIA’ MATURO

All’incirca ogni anno, a partire dal 2009, la palestra comunale di Talamona ospita un evento patrocinato dalla Pro Loco con la collaborazione del gruppo sportivo del Comune. Si tratta di un saggio di ginnastica offerto dall’associazione VERA (acronimo di vigore energia ritmo agonismo) costituitasi nel 2011 come vera e propria associazione che si occupa soprattutto di ginnastica ritmica (partecipando con successo a gare di serie c, d e ai vari campionati di categoria) ma anche di ginnastica estetica da quest’anno, con la partecipazione ai campionati di Cesenatico e la qualificazione delle atlete a campionesse italiane nella categoria allieve. Un saggio dove sfilano bambine e ragazzine di ogni età compresa tra i 6 e i 16 anni tutte accomunate dalla passione per questo sport molto vicino ad una disciplina artistica di danza e tutte col grande sogno di emulare lei, la star della giornata, nonché un motivo d’orgoglio per la nostra comunità: Veronica Bertolini, classe 1995, che si allena coi maestri dell’associazione VERA fin da molto prima che essa si costituisse coi connotati odierni, da quest’anno campionessa italiana assoluta di ginnastica ritmica che ha raccolto su di se le più calde ovazioni del pubblico, prima, durante e dopo le esibizioni quando è giunto per lei il momento di firmare autografi e concedersi ai flash dei numerosi fan come una diva del cinema. Un successo meritatissimo frutto di una vita di disciplina e sacrifici volta ad investire si sul proprio corpo, ma come strumento di pratica sportiva volta ad ottenere risultati di alto livello in campo agonistico, come strumento da plasmare e disciplinare al fine di mettere in scena l’armonia, la bellezza e la perfezione del movimento. Un successo ancor più degno di nota se si pensa a quanto, nel mondo di oggi, il concetto di successo abbia assunto connotazioni molto elastiche e relative, se si pensa a quante persone (tra cui purtroppo proprio molte ragazze) ricevono applausi e attenzioni mediatiche immeritate. Questo è uno dei tanti punti a favore dello sport: il fatto che in quest’ambito la meritocrazia è d’obbligo. Al di la di tutte le scommesse e le corruzioni che gravitano intorno ad alcune discipline sportive (prime fra tutte calcio e pugilato) è davvero impossibile mettere in campo atleti che risultano scarsi al di la di ogni ragionevole dubbio solo perché raccomandati da qualcuno e quant’altro. La ginnastica possiede l’ulteriore pregio di non essere truccabile e chissà che non sia questo uno dei motivi per cui rimane uno sport ai margini, di nicchia, che rispetto ad altri sport più popolari riceve pochissimi finanziamenti. Ma non è di questo che oggi ci importa. Tutti coloro che oggi sono intervenuti a partire dalle ore 16 sono accorsi, come di già nelle precedenti edizioni, per acclamare le loro figlie e nipoti, per ammirare il talento che stanno coltivando con impegno e fatica e per distribuire applausi meritati a loro e alla nostra campionessa che dopo il saggio ho avuto modo di conoscere meglio rivolgendo le qualche domanda cui lei ha risposto con molta disponibilità. Ed è con la trascrizione dell’intervista che voglio ora chiudere il racconto di questa giornata.

Veronica Bertolini - Campionessa Italiana di Ginnastica Ritmica

Veronica Bertolini – Campionessa Italiana di Ginnastica Ritmica

Per cominciare ti chiederei un breve riassunto di vita e carriera di Veronica Bertolini

Ho iniziato a fare ginnastica a otto anni quando frequentavo la terza elementare. Ho iniziato con i corsi base poi la ginnastica promozionale e poi la ginnastica per tutti. All’età di 11 anni ho lasciato casa e mi sono trasferita a Desio perché volevo proseguire gli allenamenti ad un più alto livello gareggiando a livello regionale ed interregionale fino a raggiungere il livello più alto nel 2010 quando è cominciata la scalata verso le gare nazionali ed internazionali e la carriera da professionista con partecipazioni a coppe del mondo vari tornei soprattutto europei fino al conseguimento del titolo di campionessa italiana e al passaggio, l’anno successivo, alla categoria senior con la riconferma del titolo italiano e altre vittorie fino a sfiorare il campionato mondiale che non ho potuto fare a causa di un infortunio. Il 2012 è stato l’anno della svolta in cui ho cominciato ad essere notata da vari giudici internazionali fino ad arrivare a quest’anno pieno di sorprese ed emozioni a partire dal campionato assoluto col conseguimento del titolo fino agli europei e al mondiale e al secondo posto nel campionato di serie A.

Insomma una carriera in ascesa. Chissà che un giorno non ti vedremo anche nella squadra nazionale delle libellule o delle farfalle ora non ricordo come si chiamano…

Io sono già nella Nazionale Italiana. Non sono in squadra con loro però perché faccio esercizi da solista.

Wow. Ebbene a questo punto ritorniamo per un momento alle origini. Quando hai capito che questa sarebbe stata la tua strada, c’è stato un evento, un fattore scatenante in particolare, la voglia di seguire le orme di qualcuno, magari un personaggio dei cartoni animati oppure qualcuno di reale come succede a molti ragazzi, ad esempio a queste ragazze che sognano di essere un giorno come te?

Prima di scegliere la ginnastica ritmica ho praticato diversi sport e quando mi sono accostata poi alla ginnastica non ne sapevo assolutamente nulla tanto che ho avuto un approccio inizialmente titubante. Poi appena ho visto gli attrezzi e ho cominciato a prendere confidenza con essi mi sono proprio innamorata di questa disciplina e di tutto cio che con essa ha a che fare, l’idea di tenere uno strumento in mano, la palla, la fune, il nastro eccetera, uno strumento che si muove con me a tempo di musica mi sono appassionata e non ho più smesso. È stato dunque un approccio diretto alla disciplina il punto di partenza un approccio non mediato da persone da modelli da imitare, una passione che mi ha spinto a concentrarmi esclusivamente su questa disciplina.

Se non avessi fatto questo che cosa avresti fatto?

Non lo so. Sinceramente forse avrei continuato con danza moderna che era quello che facevo prima oppure col nuoto, ma in realtà non saprei perché sono ormai sei anni che sono via da casa per fare ciò che faccio e non saprei descrivere la mia vita senza la ginnastica, senza la ginnastica non sarei me stessa.

E invece la tua vita con la ginnastica com’è? Parliamo un po’ della tua giornata tipo.

La mia giornata tipo è molto impegnativa perché mi alzo alle otto poi alle nove sono subito in palestra e fino alle cinque e mezzo della sera mi alleno e poi dalle sei alle otto vado a scuola.

Durante lo spettacolo la tua maestra raccontava proprio del tuo far conciliare studio e sport diceva che studi molto da privatista.

Si privatista in una scuola serale che ogni anno richiede di dare esami in tutte le materie. Quest’anno tra l’altro ho la maturità dunque incrociamo le dita.

Un momento in cui hai detto “basta mollo tutto chi me lo ha fatto fare”?

Ce ne sono tanti di momenti simili quando magari non riesci a dare il massimo in palestra o non vanno le cose come vorrei è proprio quello il momento in cui pensi “ma chi me lo fa fare di andare in palestra tutti giorni?” e capita molte volte anche in relazione al periodo, alle condizioni fisiche in cui ci trova, ma poi in palestra ci vai e ci ripensi perché è davvero impossibile per me stare senza ginnastica, immaginare di lasciarla e dunque faccio il mio allenamento e penso “non mollo niente perché mi piace”

Invece un momento in cui hai detto “ne è valsa la pena?”

Agli assoluti perché quest’anno non mi aspettavo assolutamente di vincere il campionato italiano assoluto. Quando hanno detto il mio nome per salire sul primo gradino del podio ero talmente emozionata che non capivo più niente.

Quante eravate?

Eravamo in quindici se non mi sbaglio e ho battuto campionesse che non credevo si potessero battere come Giulietta Cantalupi che è andata alle olimpiadi ed era sette volte campionessa italiana finché quest’anno sono arrivata io ad aggiudicarmi questo titolo. Un’emozione grandissima che mi ha fatto sentire davvero ripagata di tutto dei sacrifici, della fatica eccetera. Quella settimana oltre alle gare avevo pure gli esami.

Una vita di sacrifici significa anche tenersi in forma, mangiare in un certo modo…

Noi non abbiamo un dietologo che ci segue però dobbiamo mangiare in modo sano una dieta che non esclude dolci, fritti e schifezze varie, ma che comporta il doverli assumere con molta moderazione. Insomma si mangia un po’ di tutto (ma soprattutto frutta e verdura) ma senza abbuffarsi, io per esempio sono abituata a mangiare un primo di pasta o riso senza pane e un secondo di carne o di pesce a cena.

Cosa farai quando arriverai a fine carriera?

Il mio sogno sarebbe diventare fisioterapista perché questo lavoro mi ha sempre appassionata, me ne hanno fatto appassionare i fisioterapisti e dottori che seguono noi atlete, mi hanno in qualche modo spinto ad incuriosirmi e ad affascinarmi riguardo al funzionamento del corpo, dei muscoli, dei tendini, però c’è anche un altro sogno accanto a questo che è quello di diventare allenatrice per continuare comunque in qualche modo questa passione.

E dunque quando dici che pensi di fare la fisioterapista anche in quel caso pensi di specializzarti in ambito sportivo oppure faresti la fisioterapista per tutti?

No per tutti però certo seguire le atlete sarebbe bellissimo. Già ora vedo i terapisti che ci seguono e che hanno la possibilità in questo modo di girare il mondo e dunque fare la fisioterapista delle atlete sarebbe un modo per continuare a far parte di questo mondo.

Bene direi che possiamo concludere. Ti ringrazio!

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Antonella Alemanni

I PRESEPI DI TALAMONA

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Nel nostro paese da oltre 20 anni ricorre questa tradizione, ogni contrada attraverso un gruppo di amici volontari realizza un presepe. Viene data vita a delle vere opere d’arte, ed il paese diventa per tutto il periodo natalizio meta di migliaia di persone che vengono ad ammirare questi splendidi capolavori.

Non servono parole, presentiamo qui una rassegna fotografica per poter condividere e trasmettere a tutti i nostri lettori le emozioni e la magia che si respirano passeggiando tra questi presepi….