RIFIU-TAL-0 AL VIA

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TALAMONA 16 novembre 2013 inaugurazione della settimana europea per la riduzione dei rifiuti

ATTRAVERSO LA PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO SHOK TRASHED UN’OCCASIONE PER RIFLETTERE ANCORA UNA VOLTA SULLE NEFASTE CONSEGUENZE DELLO SVILUPPO E DELLO SPRECO E PER RENDERSI CONTO DI QUANTO TUTTI SIAMO INTERCONNESSI

I recenti aumenti della TARES e le lamentele che ne sono conseguite da parte della popolazione sono stati lo spunto che ha portato l’amministrazione comunale a decidere di aderire alla settimana europea per la riduzione dei rifiuti, attraverso l’iniziativa RIFIU-TAL-0 (acronimo di rifiuti Talamona zero) per fare il punto su quello che è ormai divenuto un grave problema mondiale “perché l’amministrazione non può diminuire le tasse, ma la popolazione può impegnarsi a diminuire i rifiuti prodotti” ha detto l’assessore per l’ambiente e il territorio Renato Ciaponi introducendo la serata e presentando una settimana variegata e ricca di eventi che, partendo da questa sera alla casa Uboldi alle ore 20.30, si protrarrà sino a domenica 24 coinvolgendo, con una serie di appuntamenti, il più possibile tutti gli strati della popolazione a partire dalle scuole, nell’ambito delle quali sono previsti laboratori creativi ed educativi per insegnare ai bambini e ai ragazzi, in modo divertente, tutto ciò che bisogna sapere su raccolta differenziata, riciclo, riduzione degli sprechi e conseguenze di una cattiva gestione delle risorse. Tutto questo perché, come ha detto il sindaco Italo Riva, “il senso civico della popolazione si forma sui banchi di scuola e informare le fasce più giovani della popolazione è il modo migliore di far si che tutti i cittadini siano informati e consapevoli. Tutto ciò che i più giovani imparano viene infatti trasmesso all’interno delle famiglie che a poco a poco, a loro volta, imparano ad adeguarsi a determinate norme di comportamento”. Una consapevolezza, una cultura ambientalista che anche il cinema e i nuovi media contribuiscono a formare e questo ci porta al cuore della serata, la proiezione del film documentario TRASHED gia comparso nel mese di giugno di quest’anno in varie sale cinematografiche in contemporanea mondiale, scritto e diretto da Candida Brady e narrato da Jeremy Irons e introdotto questa sera da Patrizia Balbo della commissione ambiente. Un giro del mondo in 97 minuti circa attraverso le discariche, attraverso la spazzatura che l’uomo produce e che si accumula negli anni deturpando sempre più il paesaggio, persino in angoli del pianeta dove non si penserebbe mai di trovare dei rifiuti e attraverso le conseguenze che lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti, soprattutto la pessima gestione di queste pratiche, ripercuotono sull’ambiente e la salute. Un documentario shock, un pugno nello stomaco che ci costringe a fermarci e a riflettere per chiederci “che cosa stiamo facendo?” . Un viaggio alla conclusione del quale è stato disposto un rinfresco organizzato, in modo sostenibile con tovaglie di stoffa e bicchieri di vetro, da tutte le associazioni che hanno contribuito a rendere possibile questa iniziativa: Amici degli Anziani, Associazione VentiVenti, Biblioteca di Talamona, Circolo ACLI Talamona, Cooperativa Orizzonte, Filarmonica Talamonese, Gas-Cambio, Gruppo della Gioia, Gruppo MOICA, Oratorio di Talamona, Protezione Civile di Talamona, Vigili del Fuoco Volontari,  WWF Valtellina e Valchiavenna. Un viaggio che non dovrebbe fermarsi solo a questa sera o a questa settimana, ma che dovrebbe rimanere sempre impresso come monito nella quotidianità in cui siamo assorbiti, perché spesso a fare la differenza sono solo le nostre piccole abitudini della nostra vita di ogni giorno, modificando le quali, un passo alla volta, potremmo fare molto per il futuro dei nostri ecosistemi.

Antonella Alemanni

TALAMONA 17 novembre 2013 mercatino dell’usato

QUESTO NON LO BUTTO

UN’INIZIATIVA PER COMPRENDERE COME MOLTO DI CIO’ CHE BUTTIAMO PUO’ ESSERE IN REALTA’ RESTITUITO A NUOVA VITA

Il problema dei rifiuti è in primo luogo un problema culturale. Ciò su cui bisogna intervenire è la mentalità delle persone la loro consapevolezza, la loro informazione sia a livello locale che globale. Ciò che bisogna fare è dare degli strumenti che aiutano a mettere a fuoco il problema, cercare nuove modalità di soluzioni, nuovi approcci, educare a pratiche quotidiane sostenibili. È questo il principale messaggio che emerge dall’iniziativa RIFIU-TAL-0  e che quest’oggi si è concretizzato in un nuovo appuntamento, un mercatino allestito dalle 14 alle 18 nel tendone presso la palestra comunale con il contributo delle associazioni partecipanti coordinate da Patrizia Balbo della commissione ambiente, che hanno portato libri, abiti, scarpe giocattoli e vari accessori per contribuire a creare una cultura dell’incontro e dello scambio che aiuti a scoprire come spesso ciò che si considera ormai senza più valore e da buttare può invece avere ancora valore per qualcun altro. Incontri e scambi con una discreta adesione della popolazione per cercare di arginare gli effetti deleteri che ha avuto il consumismo sulla vita e il modo di pensare delle persone e che tanta parte ha di conseguenza avuto sugli attuali problemi ambientali. Incontri e scambi per riscoprire il valore delle cose e per rendere tutti sempre meno propensi a trasformarle in scarti, per rendere sempre meno automatico quel gesto entrato con troppa disinvoltura nella nostra vita quotidiana: aprire in continuazione i secchi e i bidoni dell’immondizia senza soffermarsi a pensare alle conseguenze.

Antonella Alemanni

 

Il mercatino del baratto e dell’usato

organizzato all’interno della settimana talamonese per la Riduzione dei Rifiuti, è stata l’occasione per adulti e bambini, gruppi informali ed associazioni, di incontrarsi, conoscersi, ed informarsi, per scambiare beni dei quali non hanno più bisogno e che possono essere utili ad altri, a costo zero o limitato e trattabile. Sotto un tendone di 200 mq., è stata allestita un’area dedicata al baratto dei bambini, e un altro spazio più ampio per il mercato dell’usato di gruppi, singoli ed associazioni.

L’area del baratto è stata frequentata da una ventina di bambini/e e ragazzini/e che hanno così potuto scambiare i loro oggetti, libri, giochi, supportati dai volontari e dai genitori presenti. L’appuntamento con loro si è chiuso con una “asta finale”per l’attribuzione degli oggetti del “tavolo comune” ed una merenda con dolcetti, torte e tisane calde, offerti dalle associazioni promotrici. Molti dei giocattoli e dei libri rimasti dopo le contrattazioni, sono stati donati dai bimbi alle associazioni presenti che li proporranno nei loro prossimi mercatini.

Nello spazio del mercato dell’usato si sono allestiti una decina di banchetti gestiti da singoli che per passione o per semplice desiderio di liberarsi (senza farne rifiuti) di oggetti vari, hanno messo in mostra e scambiato/venduto la loro mercanzia. Nello spazio centrale si è allestito lo spazio per le associazioni GFB Onlus (Gruppo Famigliari Beta-Sarcoglicanopatie) di Talamona e la Onlus “Vado al Massimo – Cose per l’altro mondo” di Delebio. Entrambe presenti con molti volontari e parecchi articoli, finanziano i loro progetti di ricerca e di sostegno alle missioni, raccogliendo e vendendo prodotti usati nei loro magazzini e in varie occasioni pubbliche.

Nella bacheca allestita all’ingresso, si è avviata la raccolta di annunci “cerco, offro, vendo, regalo…” che si vorrebbe rendere fruibile sul sito del comune, ma anche concretamente visibile in uno spazio pubblico, per facilitare riuso e scambio di beni che così non si trasformeranno in rifiuti. Tra i suggerimenti raccolti, quello di riproporre in modo regolare, questo tipo di iniziative, sia per i bambini, sia per gli adulti.

Visitato da un centinaio di persone, il mercatino di RIFIU-TAL-Ø è stato un modo di sperimentare pratiche che aiutano la comunità a ridurre lo spreco e quindi i rifiuti, di riflettere sulle potenzialità di riuso di tanti oggetti ancora integri o riparabili con poco, sull’inutilità per chi se ne vuole disfare, e l’interesse o bisogno di chi li cerca, sul risparmio e la riduzione dell’impatto ambientale, e non ultima, sull’opportunità di incontrare e conoscere altre persone, gruppi ed associazioni, rafforzando la rete di relazioni solidali.

Patrizia Bavo

Mercoledì 20 novembre, alle ore 20.30

all’Auditorium delle Scuole Medie di Talamona

I RIFIUTI IN COMUNE

Incontro con Alessio Ciacci

Nato a Lucca nel 1980, Alessio Ciacci è attivo da quindici anni nei movimenti a livello locale e nazionale per la pace, contro la privatizzazione dei beni comuni, per la tutela dell’ambiente. Nel 2012 è stato nominato Personaggio Ambiente italiano dell’anno. Membro del consiglio direttivo dell’Associazione dei Comuni Virtuosi, del direttivo nazionale del Coordinamento Enti Locali Agende 21 per Kyoto e del Coordinamento Enti Locali per l’Acqua Pubblica, dal 2007 al 2013 è stato Assessore all’Ambiente del Comune di Capannori (prov. Di Lucca – 46.000 abitanti), il primo comune in Italia ad aver aderito alla strategia internazionale “Rifiuti Zero”.

Proprio per conoscere e valorizzare questa sua straordinaria esperienza amministrativa, gli organizzatori di RIFIU-TAL-Ø, la settimana talamonese di iniziative per la Riduzione dei Rifiuti, con il sostegno della Comunità Montana Morbegnese, gli hanno dedicato il terzo appuntamento che ha visto riuniti nell’auditorium delle Scuole Medie, un’ottantina di cittadini valtellinesi, tra i quali molti amministratori, rappresentanti delle associazioni locali e di attività economiche, interessati alla tematica, ma soprattutto alle buone pratiche che si possono adottare per ridurre il grande impatto ambientale, economico e sociale che ne deriva.

Ciacci è stato generoso di informazioni, analisi, consigli e documentazione riguardanti il percorso “verso rifiuti zero” che il suo comune, con altri 200 in tutta Italia, sta promuovendo nel proprio territorio con un complesso ed appassionante lavoro di coinvolgimento della cittadinanza, delle imprese, delle associazioni, nel perseguire l’obiettivo della riduzione massima della produzione di rifiuti.

Il programma della strategia Rifiuti Zero, si snoda in dieci passi che partono dalla prevenzione della produzione del rifiuto con un lavoro di sensibilizzazione e adozione di stili di vita più civili e responsabili, alla separazione alla sorgente, cioè ad una sempre più attenta differenziazione, dalla raccolta porta-porta, quindi dall’abbandono del generico “cassonetto”, alla diffusione della pratica del compostaggio domestico (ma anche collettivo), dal riciclaggio dei vari materiali, quindi dall’allungamento della loro vita in altre tipologie di prodotti, alle iniziative per la riduzione dei rifiuti, come mercatini dell’usato e altre occasioni di scambio di beni ancora utilizzabili, o ancora laboratori e magazzini di recupero e riparazione di tanti prodotti che per minimi danni o semplice perdita di interesse, vengono declassati a rifiuti.

Già mettendo in campo queste pratiche, una comunità può raggiungere risultati notevoli, stimabili in una significativa riduzione della quantità di rifiuti e nel raggiungimento del 70-80 % di raccolta differenziata (ricordiamo che la direttiva europea sui rifiuti e la legislazione nazionale hanno definito come obiettivo al 2012 il raggiungimento del 65%); ma per superare anche questo obiettivo occorre utilizzare incentivi economici che aggancino i costi alla effettiva produzione di rifiuti, facendo pagare di più chi ne produce maggiormente e premiando con sconti significativi chi si comporta in modo virtuoso.

E’ importante inoltre affrontare il tema rifiuti con un approccio scientifico e con metodo, attivando un osservatorio sul territorio che monitori la situazione, studiandola dai vari punti di vista, attivando ricerca e sperimentazione, condizionando anche scelte produttive (impiego di residui del riciclo), commerciali e di design, in particolare riguardo gli imballaggi e formule alternative di vendita.

Tutto questo riducendo progressivamente fino a dismettere le pratiche di raccolta in discarica e di combustione in inceneritori, intercettando e reimpiegando i beni e i materiali pronti per essere utilizzati da altri e in diversi modi, per ridurre entro il 2020, prima tappa temporale della strategia, l’insostenibile impatto dei rifiuti sull’ambiente e per intraprendere un lavoro di recupero sullo sfruttamento di risorse dell’unico pianeta che abbiamo a disposizione e che vorremmo lasciare alle prossime generazioni in condizioni pari, se non migliori, a quelle di quando l’abbiamo avuto in prestito.

Con i numerosi stimoli avuti in questo incontro e nelle iniziative fatte ed in programma nei prossimi giorni, si potrà continuare sul territorio il confronto su questi temi, auspicando il coinvolgimento non solo degli enti locali e delle comunità relative, ma anche di SECAM e di altri soggetti espressione del mondo dell’impresa, dell’economia solidale e del volontariato che si stanno attivando a vario titolo sulla questione rifiuti.

(eventuale riferimento ai prossimi appuntamenti)

 

Patrizia Bavo

TALAMONA 20 novembre 2013 una conferenza all’auditorium delle scuole medie

RIFIUTI IN COMUNE

L’INTERVENTO DI ALESSIO CIACCI DEL COMUNE DI CAPANNORI (LU) E IL CONTRIBUTO DELLA COMUNITA’ MONTANA DI MORBEGNO PER DISCUTERE SULLE BUONE PRATICHE AMMINISTRATIVE DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI E SULLA CAMPAGNA RIFIUTI ZERO

Nel corso dell’iniziativa RIFIU-TAL-0 stiamo scoprendo come una cattiva gestione dei rifiuti e un approccio superficiale alla questione si ripercuotono negativamente su tutta la terra, stiamo scoprendo come nessuno possa permettersi di chiamarsi fuori e dire “non mi riguarda”. Ma all’atto pratico oltre tutti i discorsi e le campagne di sensibilizzazione possibili, le istituzioni, i comuni, come stanno gestendo il problema, che soluzioni stanno provando a mettere in atto? È quello che abbiamo potuto scoprire questa sera facendo la conoscenza di un comune virtuoso, Capannori in provincia di Lucca, attraverso la voce del suo assessore all’ambiente, Alessio Ciacci che ha fortemente promosso l’adesione del comune alla campagna rifiuti zero e che ha sempre dimostrato una particolare attenzione per le tematiche ambientali. Una serata che introduce un’importante novità: a partire da questa sera infatti l’iniziativa RIFIU-TAL-0 si convenziona ad un’altra importante iniziativa che è quella dedicata alle vittime del femminicidio dal titolo IL POSTO OCCUPATO, un’iniziativa cui aderiscono biblioteche scuole, sale cinema, ambulatori, semplicemente occupando una sedia con abiti e accessori femminili e il volantino dell’iniziativa a ricordo delle troppe donne uccise. Ad introdurre la serata l’ideatore dell’iniziativa l’assessore all’ambiente di Talamona Renato Ciaponi, che ha evidenziato l’appoggio di tutte le associazioni che hanno aderito al progetto e che si stanno prodigando per promuovere la cultura del riuso contro la dannosa e purtroppo dominante pratica dell’usa e getta. Ha poi preso la parola il rappresentante della Comunità Montana di Morbegno che ha contribuito a patrocinare l’evento, un intervento volto a sottolineare l’importanza della condivisione di tante buone pratiche che oltre a giovare all’ambiente comportano non pochi vantaggi economici. E’ a questo punto che Alessio Ciacci ha potuto cominciare il suo racconto di come la sua campagna per la gestione dei rifiuti abbia trasformato il Comune di Capannori in un comune virtuoso. Per troppo tempo si è andati avanti a produrre e consumare e produrre di nuovo attingendo dalla Terra come se fosse un serbatoio inesauribile e questo ha provocato oltre ad un accumulo di scarti (che da soli sono responsabili del 45% dell’impatto ambientale) anche un impoverimento delle risorse. A tutto questo si può porre rimedio applicando una visione circolare della materia. Una volta che un oggetto ha terminato il suo ciclo vitale non deve uscire di scena diventando rifiuto, ma deve poter essere immesso nuovamente nel ciclo riutilizzato così com’è oppure trasformato. Un percorso che già diverse città e piccoli comuni stanno mettendo in atto. La prima metropoli in assoluto a ragionare su un percorso circolare per la gestione dei materiali è stata S. Francisco. Una visione che ha come obiettivo quello di ridurre sempre più il numero di rifiuti prodotti fino ad arrivare un giorno a tagliare il traguardo dei rifiuti zero. Un obiettivo che non è poi così impensabile se ci si attiene ad una tabella di marcia ben precisa articolata in vari punti:

La separazione dei rifiuti alla sorgente cioè prima che vengano gettati via attraverso la differenziazione delle varie tipologie e la raccolta porta a porta.

Compostaggio collettivo dei rifiuti organici sia ad opera delle industrie che dei privati.

Riciclaggio e riutilizzo

Migliorare le tecnologie industriali per quanto riguarda appunto lo smaltimento degli scarti.

Eliminare progressivamente i cassonetti comuni e introdurne una tipologia che permette di misurarne il contenuto.

Vendita alla spina e riduzione degli imballaggi

Abbandono progressivo delle discariche (nelle quali attualmente finisce il 65% dei rifiuti) che si prevede entro il 2020 di far diventare temporanee cioè siti di stoccaggio dei rifiuti in attesa che essi subiscano trattamenti più adeguati.

Riparazione degli oggetti e separazione del residuo e cercare tecnologie alternative a discariche ed inceneritori per trattare rifiuti non riciclabili istituendo a tal scopo centri di ricerca specifici.

Introdurre tariffe che tengono conto dei rifiuti effettivamente prodotti.

Sacchi neri col microchip per sapere quanti ne vengono effettivamente riempiti ogni giorno e operatori che si occupino di verificarne il contenuto e togliere i rifiuti che per sbaglio vi sono stati posti (anche incautamente in buona fede).

Una strategia che nel comune di Capannori pare stia gia dando i suoi buoni frutti, ma che per essere messa in atto necessita non solo dell’impegno delle amministrazioni che eventualmente vogliano seguire l’esempio, ma anche della buona volontà dei cittadini di far proprie queste modalità nella loro vita di tutti i giorni. Una strategia che forse eviterà che un giorno gli archeologi del futuro, per studiare la nostra civiltà, debbano andare a scavare nelle discariche. Sempre che, nel frattempo, sulla storia dell’umanità non sia calato il sipario.

Antonella Alemanni con la collaborazione di Lucica Bianchi e Simona Duca

TALAMONA 22 novembre 2013 alla casa Uboldi il punto sulla questione dei rifiuti

RIFIU-TAL-O… SE VUOI!

ATTRAVERSO LA VISIONE DEL FILMATO LA STORIA DELLE COSE E LA DIVULGAZIONE DEI DATI RELATIVI ALLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI DEL COMUNE DI TALAMONA, UNA SERATA DI INCONTRO E CONFRONTO PER METTERE SUL TAVOLO SPECIFICHE PROBLEMATICHE E PROPOSTE RISOLUTIVE

Per una strana coincidenza questa serata è ricaduta proprio nel giorno del lutto nazionale per gli alluvionati della Sardegna. Un disastro che ben si colloca all’interno dei discorsi portati avanti nel corso di questa iniziativa riguardo all’impatto ambientale e alla gestione delle risorse, un discorso nel quale ben si collocano anche i rifiuti che contribuiscono non poco ad impattare e che sono il risultato di una gestione scellerata delle risorse. Oggi inoltre si celebra il cinquantenario dell’attentato al presidente Kennedy il cui fratello pubblicò uno scritto nel quale illustrò come il PIL di una nazione dipenda anche dal benessere effettivo, dalla felicità dei suoi abitanti determinati da tutta una serie di fattori soprattutto sociali che vanno oltre la falsa idea di felicità propagandata dalla cultura del consumismo che ci spinge ad avere sempre cose nuove e ci convince che solo quando compriamo siamo felici cosa che ci porta a comprare e buttare facilmente per essere pronti a comprare di nuovo. Con questo discorso Patrizia Bavo, principale promotrice dell’iniziativa RIFIU-TAL-0 ha introdotto il video attorno al quale tutta la serata ruotava intitolato LA STORIA DELLE COSE realizzato nel 2006 da Annie Leonard, attivista ambientalista americana tra i primi operativi di Greeenpeace, un video  che a tutt’oggi ha avuto 12 milioni di visualizzazioni su You tube in 200 nazioni. Un video che tra le altre cose affronta proprio il discorso degli inganni della cultura consumista responsabile non solo dell’aumento esponenziale dei rifiuti, ma anche in effetti di una diminuzione della felicità e della soddisfazione generale. Un video che affronta in modo chiaro e diretto tutti i temi di cui l’iniziativa si occupa per comprendere cosa c’è effettivamente dietro agli oggetti che fanno parte della nostra quotidianità in particolar modo dopo che vengono gettati via troppo spesso a cuor leggero. Un video che permette di riflettere, capire, informarsi e che, al pari di TRASHED, visto la scorsa settimana, permette di sviluppare una maggiore coscienza civile. Un video cui ha fatto seguito l’analisi dei dati del 2012 relativi ai costi di gestione e smaltimento dei rifiuti del comune di Talamona che ha destato particolare interesse nei presenti i quali spontaneamente hanno intavolato una sorta di dibattito in cui ognuno metteva in evidenza problematiche e proposte di soluzioni anche riguardo a tematiche corollarie a quella principale dei rifiuti. C’è chi ad esempio ha fatto notare come si stia perdendo la cultura della raccolta della frutta spontanea. Chi ha detto che qui nel nostro territorio lo smaltimento dell’umido non dovrebbe essere un così grande problema perché molti possiedono spazi verdi presso le loro case, spazi dove l’umido potrebbe trovare la sua collocazione. C’è chi ha fatto notare come costi di più smaltire la terra con cui si copre la neve per non scivolare che non la terra stessa. C’è chi ha fatto notare il problema dei depliant pubblicitari fonte principale della maggioranza dei rifiuti cartacei: dire che non si vuole riceverli non basta questo non risolve il fatto che comunque circolano. Il risultato è stato una tavola rotonda che si spera non si esaurisca in una serata, ma che sia lo spunto per un riflettere (e ancor più per un agire) che venga portato avanti nel tempo.

Antonella Alemanni

TALAMONA 23 novembre 2013 una cena alle scuole elementari

METTIAMO INSIEME LA CENA

IN OCCASIONE DELLA SETTIMANA EUROPEA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI UN INIZIATIVA CONCRETA PER SENSIBILIZZARE ALLA TERRIBILE REALTA’ DEGLI SPRECHI

Alla presenza dell’assessore alla cultura Simona Duca (con famiglia al seguito) dell’assessore all’ istruzione Ernestina Cerri, dell’assessore per l’ambiente e il territorio Renato Ciaponi, dei rappresentanti delle associazioni che hanno collaborato al progetto e di simpatizzanti tra il pubblico dei cittadini, si è tenuta, sabato 23 novembre alle ore 19.30 nell’atrio delle scuole elementari una cena conviviale e in qualche modo anche solidale. Ognuno dei partecipanti ha portato qualcosa da mangiare ed è con tutte queste pietanze che è stata messa insieme la cena come dice il titolo stesso dell’iniziativa. L’idea era quella che ognuno portasse avanzi di pranzi e cene precedenti (certo, non più vecchi di uno o due giorni) per esprimere con un’azione concreta l’importanza di educare al valore del minimo spreco possibile e per sradicare l’ormai troppo diffusa cultura (o sottocultura o controcultura) dell’usa e getta che, nei cosiddetti Paesi ricchi, si estende anche al cibo buttato in gran quantità mentre nel resto del Mondo la fame rimane un flagello più presente e terribile che mai. Il risultato è stato una serata di convivialità, ma con più di un valore aggiunto.

Antonella Alemanni

TALAMONA 24 novembre 2013 conclusione della settimana europea per la riduzione dei rifiuti

E ALLA FINE LO SO FARE?

LABORATORI CREATIVI ALLA PRESENZA DEI VOLONTARI E DEI BAMBINI DELLE SCUOLE ELEMENTARI PER RIUSCIRE AD APPROCCIARSI IN MODO RIGOROSO, MA DIVERTENTE AL TEMA DEI RIFIUTI 

La ricca e variegata iniziativa talamonese in merito alla settimana europea per la riduzione dei rifiuti è giunta oggi, 24 novembre, al termine con un pomeriggio all’insegna del divertimento, ma sempre e comunque anche dell’educazione e della sensibilizzazione a questo tema di grandi e piccini. Un pomeriggio che ha avuto luogo nell’atrio delle scuole elementari dalle 14 alle 18 attraverso giochi e attività ricreative attraverso cui si possono imparare piccoli semplici trucchi innanzitutto per smaltire correttamente i propri rifiuti, ma ancor più per produrne meno (parole d’ordine riutilizzo e riciclo) e adottare uno stile di vita più verde.

vita piu verde

La principale attrazione della giornata è stato il gioco RIFIUTOPOLI preparato dagli alunni delle scuole elementari (che ne sono stati anche i principali animatori) nell’ambito dei laboratori creativi che, durante lo svolgimento dell’iniziativa, sono stati dedicati a loro. Si tratta di una sorta di gioco dell’oca con molte caselle associate a domande per mettere alla prova la conoscenza pregressa in materia di rifiuti dei giocatori. Chi non lo sapesse gia, grazie a questo divertente gioco ha potuto imparare quali sono i rifiuti che si possono riciclare e quali no (ad esempio la carta si ricicla solo se pulita così come le bottiglie di vetro e gli imballaggi di plastica i piatti e i bicchieri), ha potuto approfondire il concetto di rifiuti speciali perché più pericolosi di tutti gli altri (batterie, lampadine, farmaci scaduti) e che necessitano quindi di trattamenti particolari, ha potuto scoprire che il vetro delle finestre non è uguale a quello delle bottiglie e quindi non si deposita nelle apposite campane, ma si porta all’isola ecologica dove si portano anche gli oli esausti da cucina e da motore. Un gioco il cui unico premio è l’incremento della conoscenza e dunque in qualche modo della coscienza civile.

2 della conoscenza

Uno dei primi laboratori che si potevano notare una volta entrati era quello per la produzione dei detersivi bio. Tutti potevano provare a preparare con le proprie mani dei campioncini deposti in vasetti di yogurt da portare a casa insieme con dispense dettagliate ricche di informazioni circa gli ingredienti, le dosi e quant’altro. La volontaria responsabile di questo stand, Francesca, raccontava come i detersivi bio (che si possono comunque trovare nei supermercati specializzati in prodotti biologici) siano addirittura più efficaci in minori concentrazioni rispetto a quelli comuni diminuendo nettamente il problema dei flaconi vuoti. Inoltre dispersi nell’ambiente (per esempio attraverso le tubature del lavandino) riducono notevolmente l’impatto ambientale e l’inquinamento con tutte le loro spiacevoli conseguenze. Ho provato anche io a creare i miei campioncini di biodetersivo. Una crema pulente per sanitari mescolando bicarbonato con detersivo bio per i piatti finchè non diventa appunto cremoso e un detersivo liquido per i vetri ottenuto con due parti di acqua e una di alcool (puro o denaturato) acido citrico in polvere reperibile nei consorzi agrari poche gocce di detersivo bio per i piatti e di oli essenziali per aromatizzare e coprire l’odore pungente dell’alcool.

3 dell'alcool

Un altro stand vicino all’ingresso proponeva la creazione di collanine e braccialetti partendo da tessuti di recupero. Si tagliavano vecchi indumenti li si riduceva in striscioline e li si intrecciava con fantasia. Un laboratorio creativo apprezzato particolarmente dai bambini che, con l’attenta supervisione dei volontari, creavano questi gioielli soprattutto con l’intento di regalarli alle loro madri.

4 alle loro madri

Uno stand molto simile a questo si trovava nell’angolo più lontano dalla porta d’ingresso. Un laboratorio che aveva sempre l’intento di dare nuova vita ai rifiuti in modo creativo, ma in modo molto più variegato attraverso la creazione di vari oggetti decorativi, pupazzetti, bigliettini di natale e scatole colorate.

5 scatole colorate

Simile al laboratorio per la creazione dei detersivi bio è stato quello per la creazione del sapone bio. Un sapone che ha il solo svantaggio di essere un po’ più delicato rispetto a quello prodotto chimicamente e che per questo non deve essere lasciato troppo a lungo nel portasapone bagnato per non rischiare che si sciolga, ma a parte questo non ha nulla da invidiare, in quanto a qualità generali, al suo omologo industriale. Il sapone bio si prepara a partire dall’olio. È possibile usare sia lo strutto sia l’olio extravergine di oliva che quello esausto recuperato dalle fritture il che è un ottimo modo di riutilizzare questo materiale. L’olio va riscaldato ad una temperatura di circa 50° dopodiché si aggiunge la soda caustica sciolta nell’acqua più o meno alla stessa temperatura in un contenitore di vetro resistente al calore. Per lavorare con la soda caustica è consigliabile munirsi di guanti e mascherina per non rischiare di respirare pericolose esalazioni. La quantità di soda consigliata è di 204 g per 1 kg di olio. Il tutto va mescolato finchè non assume l’aspetto e la consistenza della crema pasticcera. Con l’olio esausto il miscuglio ci mette di più per amalgamarsi bene. Tale miscuglio può essere aromatizzato con oli essenziali o riducendo in polvere calendula, lavanda, limoncina e altre  piante profumate. Una volta ridotte in polvere tali piante devono essere usate subito o perdono l’aroma. Una volta ottenuto il fluido aromatizzato va immerso negli stampi e tenuto a riposo. Dopo quarantotto ore si solidifica e dopo due mesi giunge a piena maturazione.

Un ultimo stand se lo è riservato la principale promotrice di questa iniziativa, Patrizia Bavo, che ha esposto i suoi libri relativi alle tematiche inerenti l’iniziativa stessa.

Ed ecco dunque come questa importante iniziativa è giunta alla sua conclusione.

Antonella Alemanni

TALAMONA 20 dicembre 2013  riunione in comune

IL PUNTO SUI RIFIUTI

UNA TAVOLA ROTONDA CON GLI ORGANIZZATORI E I SIMPATIZZANTI DELL’INIZIATIVA RIFIU-TAL-0 PER FARNE UN BILANCIO E CERCARE SPUNTI DI RIFLESSIONE

Con l’iniziativa RIFIU-TAL-0 si è cercato di aprire un ulteriore squarcio sui problemi ambientali che da anni affliggono il mondo intero. L’ambiente sempre più invaso dai rifiuti umani che si ritrovano persino in zone non abitate dall’uomo perché trasportati dalle correnti marine è un problema molto serio che richiede l’interesse, la collaborazione e l’impegno di tutti per poter essere risolto una volta per tutte. Non sarà una cosa facile e sicuramente non si risolverà in tempi brevi, ma bisogna seriamente cominciare a preoccuparsene. Ignorare il problema, non informarsi, non cercare nemmeno di capire in che modo i rifiuti potrebbero essere gestiti al meglio non farà altro che ingigantire il problema cui sarà sempre più difficile far fronte. L’iniziativa RIFIU-TAL-0, attraverso cui il comune di Talamona ha aderito alla settimana europea per la riduzione dei rifiuti grazie all’impegno delle varie associazioni che vi operano, ha avuto proprio questo scopo: sensibilizzare ed informare la popolazione lanciando tra le altre cose un messaggio fondamentale secondo cui tutti nella propria quotidianità possono contribuire a migliorare le cose, differenziando, smaltendo correttamente i rifiuti a seconda della loro tipologia e soprattutto diminuendo la propensione a buttare favorendo il riciclo e il riuso. La riunione di questa sera alle ore 17.30 ha avuto lo scopo di raccogliere i frutti di questa iniziativa, di riflettere su quanto è emerso dalle serate e dalle varie iniziative organizzate e cosa effettivamente sia rimasto a chi ha partecipato, di provare a fare di questa iniziativa un punto di partenza per dei cambiamenti positivi più concreti e duraturi, di provare a capire come tutto cio che è stato appreso possa essere portato avanti, provare sulla base di cio a fare proposte e capire come metterle in atto. E’con tali propositi che si sono trovati l’assessore all’istruzione Ernestina Cerri, quello per l’ambiente e del territorio Renato Ciaponi (giunto in ritardo per motivi di lavoro), alcuni volontari della biblioteca (tra i quali la sottoscritta e la signora Lucica Bianchi), alcuni rappresentanti delle varie organizzazioni che hanno dato il loro contributo, alcuni tra i semplici cittadini che sono intervenuti come pubblico nel corso della settimana di attività e naturalmente Patrizia Bavo che è stata un po’ l’anima nonché la principale promotrice del progetto. A lei il compito, dopo essere stata introdotta dall’assessore all’istruzione, di aprire la tavola rotonda illustrando il bilancio effettivo dell’iniziativa che ha avuto un discreto numero di partecipanti anche se non tutte le attività hanno avuto egual successo ed eguale adesione, soprattutto da parte dei talamonesi. La proiezione del documentario TRASHED ad esempio è stata riproposta a Sondrio e tutti i presenti nel corso della riunione sono stati concordi nel dire che tale proiezione è stato un metodo molto efficace per cominciare a far concentrare la gente sul problema perché nessuno è riuscito a restare indifferente a cio che ha visto. I mercatini dell’usato invece hanno avuto scarso successo, molta gente non ne era informata e quel giorno a Talamona erano in corso di svolgimento anche altre iniziative. La risposta più positiva l’hanno data i bambini nel corso dei laboratori organizzati per loro a scuola coronati dall’iniziativa conclusiva E ALLA FINE LO SO FARE con laboratori ricreativi e il gioco RIFIUTOPOLI appositamente creato dai bambini. Questo ha fatto riflettere gia durante lo svolgimento dell’iniziativa e ancora di più questa sera sull’opportunità di puntare molto sui bambini per educare l’intera popolazione a nuovi modi di pensare e agire. I bambini infatti per loro natura sono più recettivi, aperti alle novità e sono in grado di imparare tutto se proposto loro nel modo giusto come appunto è stato nel corso delle attività ricreative. A tal proposito Lucica Bianchi ha parlato delle attività scolastiche cui collabora e ha detto che affinchè i bambini possano essere davvero un veicolo di educazione al senso civico anche per gli adulti è necessaria una maggiore comunicazione tra scuola e famiglie. Grande successo la serata con Alessio Ciacci e le sue proposte per un comune virtuoso che tutti i comuni d’Italia e nel Mondo dovrebbero mettere in atto per ottenere risultati. Grande affluenza di pubblico, ma scarsa adesione dei talamonesi che si sono invece ritrovati alla cena solidale e alla serata informativa circa i costi di smaltimento dei rifiuti nel comune di Talamona due serate che già si possono considerare come due tavole rotonde con la possibilità di proporre idee e soluzioni possibili, due serate delle quali la riunione di questa sera ha raccolto in qualche modo il testimone. Dopo l’intervento di Patrizia Bavo è stata data infatti a tutti i presenti la possibilità di dire la propria, di dire per esempio a quale delle iniziative ha partecipato, cosa è piaciuto e cosa no, di aggiungere qualcosa che non è stato ancora detto, dire la sua sulla questione in generale. Bisogna dire che sono emerse cose molto interessanti. C’è chi ha sottolineato ancora una volta l’impegno messo nell’iniziativa, chi ha detto che andrebbe organizzata in modo diverso organizzando eventi e frequenti richiami dilazionati nel tempo anziché concentrare tutto in un arco di tempo ristretto e che tutto questo è necessario perché bisogna scuotere la popolazione dal torpore e dal disinteresse in quanto basta davvero poco per fare la differenza purché quel poco sia portato avanti con costanza e impegno dal maggior numero di persone possibile. C’è chi a tal proposito ha sottolineato l’importanza di non sottovalutare l’aspetto comunicativo, il modo in cui le cose vengono presentate. Bisogna cercare di risultare accattivanti e di coinvolgere nomi che hanno un richiamo sulla gente (SAVIANO, SAVIANO, SAVIANO, SAVIANO, SAVIANO!!!!! Ndr) e bisogna fare in modo che la gente interiorizzi quello che si fa che si prodighi per renderlo parte integrante della propria vita, non deve succedere, come invece purtroppo succede, che la gente partecipa ad un evento poi dopo un po’ non ci pensa più. Qualcuno già questa sera ha detto di essersi reso conto di avere un approccio errato alla questione di non averla compresa fino in fondo prima di aderire a questa iniziativa e che dunque è fondamentale che i canali di comunicazione con la popolazione si mantengano sempre aperti per diffondere il più possibile obiettivi condivisi e condivisibili. Non è poi così utopico pensare infatti che, partendo dalle piccole realtà poco per volta si possa arrivare a ragionare su larga scala, sempre più larga fino a portare tutto su un piano globale come dovrebbe essere. Per fare cio è necessaria però la coerenza in primo luogo. A tal proposito c’è stato anche chi ha sottolineato come aver utilizzato le luminarie di Natale sia stata una dimostrazione di incoerenza rispetto alle tematiche affrontate poiché le luminarie non sono certo un grande esempio di attenzione verso l’ambiente, verso il problema dell’inquinamento e la necessità del risparmio energetico. Tra le varie impressioni relative all’iniziativa e alle tematiche espresse ha gia cominciato questa sera ad emergere qualche proposta concreta, come ad esempio costituire un gruppo stabile che si occupi attivamente delle problematiche ambientali, una associazione costituita da tutti coloro i quali hanno già aderito all’iniziativa RIFIU-TAL-0, oppure la possibilità di creare un sistema di compostaggio dei rifiuti organici su scala comunale, investendo in apposite attrezzature e coinvolgendo la popolazione con partecipazioni dirette e obbligate, oppure la necessità di variegare le iniziative per indirizzarle a varie tipologie di target (come in parte è già stato fatto). Nel corso della serata si è notato che il tempo era davvero poco per tutto quello che sarebbe stato necessario dire. Si è dunque deciso di indire un’altra riunione. Prossimo aggiornamento mercoledì 8 gennaio.

Antonella Alemanni

TALAMONA 8 gennaio 2014 riunione in comune

IL PUNTO SUI RIFIUTI: NUOVO AGGIORNAMENTO

DOPO LA PRECEDENTE RIUNIONE PREFESTIVA UN NUOVO SLANCIO AL PROGETTO DI CREARE UN GRUPPO DI VOLONTARI PER UNA SORTA DI MONITORAGGIO LOCALE CIRCA LA SPINOSA QUESTIONE DEI RIFIUTI

Un successo ancora maggiore rispetto alla volta precedente ha coronato la riunione tenutasi in comune questa sera alle 20.30. Sebbene qualcuno che era presente la scorsa volta stasera non c’era, nel complesso il numero di partecipanti, tra volontari, amministratori, cittadini e rappresentanti di varie associazioni talamonesi era addirittura maggiore. Un successo che fa riflettere una volta di più e che funge da stimolo per continuare questo percorso con proposte e idee da rendere al più presto operative. Per prima cosa però è stato necessario aggiornare gli assenti alla riunione precedente su cio che è stato detto in modo che tutti i presenti si potessero poi confrontare alla pari. Poi è stato necessario consentire di esprimersi a chi non ha potuto farlo nel corso dell’incontro precedente. Sono emersi ancora diversi pareri in merito all’iniziativa RIFIU-TAL-0. Chi non ha trovato assolutamente cattiva l’idea di concentrare tutto in una settimana perché in questo modo si è creata condivisione. Chi ha osservato che sarebbe stato meglio unire in qualche modo l’iniziativa dei mercatini con quella dei laboratori per bambini. Chi pur sottolineando l’importanza dell’impegno preso ha consigliato di non indulgere a prendersi troppo sul serio. Il risultato è stato un dibattito che si è rivelato ancora una volta molto vivo da cui sono emerse molte note positive, ma anche tutta una serie di problematiche dalle quali non si può prescindere nell’impostazione di un piano di sensibilizzazione generale. Tra le note positive il fatto che Talamona sia stato l’unico comune in tutta la provincia ad aderire alla settimana europea per la riduzione dei rifiuti, una nota che si può definire positiva e negativa allo stesso tempo: positiva in quanto nota di merito per il nostro comune (e soprattutto per la cooperativa ORIZZONTI che ha confermato il suo impegno nella promozione di iniziative in tal senso e per tutti coloro che, dopo aver preso parte alle iniziative, hanno diffuso il messaggio ad amici parenti e conoscenti contribuendo già in questo modo a creare una rete) ma negativa se si considera il complessivo scarso interesse dimostrato dalla provincia per queste tematiche molto importanti e molto delicate. Uno dei nodi cruciali del dibattito di questa sera è stato proprio il senso civico che manca nella gente, soprattutto a causa di un modello sociale che spinge all’individualismo nel senso più negativo, quell’individualismo che porta la gente a pensare cose tipo “se fanno tutti così perché io mi devo sbattere più degli altri?” oppure “non sono problemi miei, non sono ambientalista io nella vita ho altre priorità, non vedo perché dovrei interessarmene” e altre cose simili che, senza essere telepatici, si possono facilmente indovinare osservando gli atteggiamenti di chi ci circonda, il degrado e il menefreghismo impregnato nell’aria. Durante il dibattimento stasera c’è stato chi ad esempio ha fatto notare come molte persone sono talmente pigre o talmente idiote da non saper nemmeno usare i contenitori della raccolta differenziata da arrivare li appresso al contenitore con la loro plastica, la loro carta o il loro vetro e anziché inserirli nel contenitore lasciarli ai piedi del contenitore stesso finchè non si accumulano al punto che se qualcuno che passa di li con l’intenzione di usare correttamente il contenitore è impossibilitato a farlo. Qualcun altro ha fatto notare come invece in altri Paesi, come ad esempio la Svizzera, non solo il senso civico è più sviluppato, ma è anche supportato da un sistema di leggi e burocrazia intelligenti che anziché svilirlo lo stimolano. In Italia se qualcuno vuole segnalare alle autorità comportamenti poco corretti come vandalismi o strade che vengono sporcate deve sopportare poi una lunga trafila di pratiche, processi e procedimenti vari, quando non addirittura la querela del vandalo o dell’incivile che è stato segnalato. È una guerra persa in partenza per la quale qualcuno ha proposto come soluzione un efficace sistema di videosorveglianza multe più severe ma nel contempo una campagna di sensibilizzazione da svolgersi in vari modi: in forma di gioco (una delle prime iniziative che il gruppo di volontari per la questione dei rifiuti potrebbe fare una volta costituito dovrebbe essere commercializzare il gioco RIFIUTOPOLI come gioco in scatola da tavolo, anche per autofinanziarsi) ma anche andando più volte nelle case dei cittadini a spiegare loro i comportamenti corretti e le conseguenze di quelli non corretti come già viene fatto nel virtuoso comune di Capannori e come viene fatto in altri comuni che stanno cominciando a seguirne l’esempio come Ariccia, una sensibilizzazione, che come è già stato detto in precedenza, può passare attraverso le scuole, attraverso i bambini che, prendendo esempio da figure di riferimento che non sono sempre e solo insegnanti, ma anche figure esterne talvolta più efficaci, possono contribuire a sensibilizzare le loro famiglie. Ma siamo davvero sicuri che questa cosa funziona? È davvero una strategia vincente puntare sulla sensibilità della gente? Siamo così sicuri che questa sensibilità esiste? Non si corre il rischio di sentirsi opporre dei netti rifiuti tipo “non accetto che mi si venga a dire come devo comportarmi in casa mia” oppure che neanche i bambini riescano a portare il loro messaggio perché potrebbero sentirsi dire cose tipo “come ti permetti di dirmi che non faccio niente per il Mondo o che non mi comporto bene quando ti metto un tetto sopra la testa”? Purtroppo non si possono considerare le questioni emerse dall’iniziativa RIFIU-TAL-0  e dagli incontri successivi senza tener conto di questi fattori spiacevoli, della grettezza mentale diffusa più di una malattia infettiva e che colpisce diverse fasce d’età dalle più mature alle più giovani (i quali per altro si fa molta fatica a coinvolgerli). Non si può non tenerne conto tanto più se si pensa e si ribadisce ancora una volta che questo è un problema collettivo e che dunque anche le soluzioni devono essere collettive, devono nascere dalla volontà di ognuno di fare la sua piccola parte nel quotidiano devono prescindere dal colore politico e da qualsiasi barriera che gli esseri umani possono mettere tra loro e tra loro e la buona riuscita del progetto come ad esempio il fatto di mettere convenienza e profitto al primo posto anche a scapito dell’ambiente e della salute  e che tutto deve essere considerato come una questione morale che deve avere però anche un certo peso legale, che comporta informazioni corrette (come ad esempio il fatto che se il consumo di metano continua di questo passo, secondo gli studiosi entro il 2075 sarà esaurito del tutto) corretta gestione delle risorse e norme che non siano di ostacolo (come quella assurda che vieta il compostaggio nei condomini). Insomma un dibattito dal quale si può prendere spunto se non altro in vista dell’organizzazione di iniziative future delle quali a Talamona si dovrà occupare una nuova amministrazione che sarà eletta nel mese di maggio e riguardo alla quale bisogna assicurarsi che non faccia venire meno l’impegno portato avanti sinora, un impegno che dovrà comunque continuare indipendentemente dal comune e dall’ente gestore dei rifiuti. Un impegno di tutti che è a favore di tutti. Un impegno per ricordare che abbiamo un solo pianeta e che se è vero che il pianeta è in grado di sopportare condizioni anche peggiori rispetto a quelle cui è attualmente sottoposto, la biosfera, l’ambiente, gli ecosistemi e dunque l’umanità non ne sono più in grado. Un impegno per ricordare a chi dice “tanto il pianeta sopravvivrà” che si il pianeta sopravvivrà ma che finirà col somigliare a Venere, un pianeta senza vita.

Antonella Alemanni

IL TERRITORIO NEGLI ANTICHI STATUTI DI TALAMONA

PREMESSA GENERALE

Una piccola premessa generale mi pare doverosa, prima di affrontare l’argomento del titolo.

Su invito della biblioteca comunale, ho accettato di collaborare con “I tesori alla fine dell’arcobaleno”, con una serie, che non sarà infinita, di note, vuoi di ricordi, vuoi di accenni storici, di leggende talamonesi, di annotazioni sulle attività lavorative che ora non si praticano più e di altro, che in parte ho annotato nel tempo. Il tutto non intende essere un ritorno nostalgico al passato, magari pensando che era tutto migliore di adesso, che si stava meglio, che non c’erano tanti bisogni, che ci si accontentava di poco, che si era più contenti, che la famiglia era più unita ecc. ecc.  e si potrebbe continuare. Se così fosse, perderei il mio tempo e lo farei perdere al lettore, anche perchè non è proprio tutto vero e poi non esiste solo il  mio punto di vista.

Cercherò di parlare di fatti, quindi di usi, costumi, di piccole notizie storiche, di lavori, di vita sociale e religiosa e anche di divertimenti  e di altri avvenimenti che rappresentano il nostro passato  da cui veniamo. Sono le nostre radici talamonesi che in parte Gustavo Petrelli, come un antico menestrello, richiama nelle sue simpatiche canzoni.  Rappresentano la vita di chi ci ha preceduto  e sono stati una delle tappe che ci hanno portato al nostro oggi. E’ il patrimonio, non solo materiale, che i nostri genitori ci hanno lasciato e come tale è importante, soprattutto perchè è fatto di regole morali e di insegnamenti religiosi fondamentali per la nostra  vita civile.

Scrivo queste cose, perchè sono convinto che i giovani (sempre se qualcuno avrà la bontà di leggere queste note) debbano conoscere tutto quello che  è avvenuto prima, cioè la nostra storia dalla quale ciascuno, volenti o nolenti, veniamo e da cui, chi  vuole, può trarre qualche insegnamento. Dico questo senza voler fare da maestro a nessuno, senza salire sul pulpito, come si suol dire.

Mi si permetta un’ultima considerazione più o meno personale. Quando una persona invecchia, vive anche di ricordi e forse i miei scritti potranno servire, a quelli della mia età, a richiamare alla memoria momenti importanti, spero piacevoli, della loro vita passata, forse in parte dimenticati.

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RISPETTO E SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO (prima parte)

 

Come sono venuti alla luce gli statuti raccolti nel “Liber Statutorum Magnifice Comunitatis Talamone”.

Verso la metà degli anni 80 del secolo scorso, venni a conoscenza, per puro caso, dell’esistenza del “ Liber Statutorum Magifice Comunitatis Talamone”.

Un amico, imparentato con una talamonese, sapendomi nato a Talamona e appassionato di storia della comunità, mi confidò di possedere, in fotocopia, il testo degli Statuti, senza specificare nè come ne era venuto in possesso, nè chi possedesse  il testo originale.

La notizia fu per me una piacevole novità, perchè non avevo mai sospettato fino ad allora dell’esistenza di un simile importantissimo documento.

Solo in seguito scoprii che già l’ing. G.Battista Valenti, un grande talamonese, molto attivo nella vita sociale di fine ottocento-inizio novecento, a cui è intestata una via a Talamona per i suoi molteplici meriti, era a conoscenza che un privato cittadino lo possedeva (vedi G. B. Valenti in Bollettino della Società Storica Valtellinese, 1937), dicendo che il documento era stato “ salvato dalla veggenza di un privato custode”.

Giustamente, padre Abramo Bulanti, traduttore degli statuti, di cui parlerò in seguito, nelle premesse, fa rilevare come “ la veggenza di questi privati custodi si è dimostrata tanto solerte che ora tanti documenti storici “pesano” in altri archivi personali, privando i talamonesi delle loro radici storiche”.

Sono passati  circa trentanni dal momento in cui ho saputo degli Statuti e spero che, nel frattempo, gli archivi comunali siano venuti in possesso degli originali, in caso contrario, invito il, o i possessori a compiere un passo importante per la nostra comunità e doveroso per lui o per loro, e di consegnare il documento a chi di dovere, cioè colui che deve essere il legittimo depositario: il Comune di Talamona.

Personalmente ritengo di aver fatto solo il mio dovere nell’averlo allora, quando mi è stato prestato in fotocopia , riprodotto in tre copie  e averne consegnata una all’allora sindaco Sergio Pasina.

Io ne ho tenuta una, perchè volevo provare a tradurla, essendo gli Statuti, come si rileva dal titolo stesso, scritti in latino, ma non in un latino classico.

Visti poi  i tentativi infruttuosi di traduzione da parte mia, soprattutto per mancanza di tempo, ma anche di preparazione specifica, concordammo col Sindaco di consegnare la terza copia a un giovane laureato in lettere classiche per la traduzione e la successiva pubblicazione da parte dell’Amministrazione Comunale.

La cosa non andò in porto per una serie di circostanze e così, negli anni seguenti il testo venne consegnato alla “Accademio de la Crüsco”.

Fortuna volle che del gruppo (benemerito finchè ha operato e che purtroppo ha cessato la sua importante attività) facesse parte Padre Abramo Bulanti di Prinsep, talamonese, Betarramita, allora parroco a Dascio, un paesino posto all’inizio del Lago di Como, che con un grande lavoro e con passione, fece la traduzione, premettendo una serie di importanti e chiare considerazioni a chiarimento dei testi.

Il testo completo degli Statuti, venne poi pubblicato nel dicembre 1994 e recapitato, dall’ Amministrazione Comunale a tutte le famiglie residenti e e quelle emigrate, quando è stato possibile.

La università dei Talamonesi deve essere eternamente riconoscente  a questo benemerito cittadino, che, non sono ha permesso che tutti conoscessero l’antico testo, ma l’ha dotato di un commento preciso e puntuale.

Non nascondo la soddisfazione per aver dato il mio contributo a che l’opera potesse giungere  alla conoscenza di tutti i miei paesani, come è avvenuto, anche per la sensibilità degli Amministratori.

A dimostrare la saggezza e la lungimiranza degli antichi reggitori della Magnifica Comunità  che hanno stilato gli Statuti, voglio portare all’attenzione dei lettori le disposizioni in merito alla “Tutela e alla conservazione dell’ambiente”,  quasi totalmente montano.

Talamona, infatti, è un paese che ora si estende su un ampio conoide, il più ampio della Valtellina, ai piedi delle pendici settentrionali delle Alpi Orobie, nella Bassa Valtellina  chiamata anche  Terziere Inferiore.

Nel periodo che va dal 1525, anno della prima stesura degli Statuti, fino al 1562, anno del testo definitivo, salvo alcuni divieti aggiunti negli anni successivi dal 1563 al 1968, poco meno della metà dell’intera “università”  dei cittadini talamonesi risiedeva stabilmente sulla montagna, in diverse località o frazioni, chiamate vicinie o vicinanze, al di sopra degli 800 m di altitudine (di cui parleremo in seguito): un quinto circa risiedeva a Tartano e in Val Lunga, nel cuore delle Alpi Orobie. Come si può capire anche Tartano e Campo a quei tempi facevano parte della Comunità di Talamona.

Dal momento quindi che la popolazione viveva sulla montagna e della montagna, dalla quale dipendeva, per molti motivi, anche quella che risiedeva nella parte bassa del conoide, si pensi alle frane e agli straripamenti dei torrenti, ne derivava l’impellente necessità della conservazione dei boschi, della tenuta sotto controllo delle acque e del loro deflusso, della salvaguardia dei terreni coltivi e del loro miglioramento.

Ora, grazie all’opera di Padre Abramo, dopo tanti secoli, possiamo conosce tutti ciò che i saggi reggitori della comunità avevano allora deliberato e, come ci dice chiaramente il traduttore, i talamonesi, come comunità, hanno recuperato le proprie radici, nella parte più importante, perchè codificata.

Dal momento che si possono considerare gli Statuti uno dei “Tesori alla fine dell’arcobaleno”, forse il più prezioso, nei prossimi scritti cercò di approfondire il tema della salvaguardia del territorio  nelle loro disposizioni, sempre con l’aiuto di quanto ha scritto Padre Abramo Bulanti. (continua).

Guido Combi

UNA STORIA DI EMIGRAZIONE

Leggendo il pregevole volume “Talamonesi nel mondo” di Daniela Larraburu, edito dal Comune di Talamona nel 2008, mi sono ricordato che da parecchi anni, sono in  possesso di alcuni documenti originali molto interessanti che provengono dalla famiglia Manzoni. Adesso che la famiglia è estinta, con la morte dell’ultima delle tre sorelle avvenuta nel 1972, nessuna delle quali ha avuto figli, ritengo sia possibile pubblicare, per ora, una parte della documentazione.

Essa  è costituita da lettere, fatture, autorizzazioni, rendiconti e documenti vari inerenti la vita della famiglia, proveniente dalla zona di Lecco, come attestano i primi documenti che risalgono all’inizio del 1700, legati all’attività del mulino di proprietà.

A quei tempi,  l’attività del mugnaio rappresentava una realtà economica di grande importanza nella società contadina.

Il mulino ha svolto le sue funzioni fino a metà degli anni cinquanta del secolo scorso e si trova all’inizio della via S. Giorgio, appena sotto la latteria sociale Coseggio. Sopra la porta di accesso al mulino, ancora adesso, si può vedere un affresco, parecchio deteriorato dal tempo, di S. Vinnoco con la scritta: “ O San Vinnoco di Voromolt, protettor de’ molinari, fate che a prò dei poveri tapini non manchi mai farina alli forni”. Purtroppo non esistono più nè le macine, nè le impalcature, nè le ruote che facevano funzionare il mulino, mosse dall’acqua del “fiüm” opportunamente incanalate.

Tutte le lettere, che ho passato alla Casa della Cultura, dovranno essere tradotte e penso potranno essere oggetto di una interessante pubblicazione.

Per ora mi limito a proporre all’attenzione dei lettori talamonesi due lettere, provenienti dal’Argentina, scritte da parenti della famiglia Manzoni, come si capirà, datate  “lui, 19 del 1881” e “li 6 abril 1897”.

Sono state scritte rispettivamente: la prima da “Luzzi Lurenzu” e, nella parte finale dalla “mulglie” Simonetta Rosa; la seconda,a distanza di 16 anni, dalla stessa Simonetta Rosa.

Ritengo opportuno che le due lettere vengano pubblicate integralmente, così come sono state scritte, alla fine del 1800, perchè rappresentano uno spaccato di vita dei nostri emigranti con i loro affetti, i loro stretti legami familiari con i parenti in patria, le loro aspettative e soprattutto i loro sacrifici e le loro difficoltà, quando con le prime ondate di emigrazione verso l’America Latina, cui ne sono seguite altre fino alla fine degli anni 50 del ‘900, affrontavano l’ignoto verso la ricerca di una vita migliore per i loro figli, dopo aver abbandonato praticamente tutto: la loro terra natia, i parenti, gli amici e le proprietà.

Leggendo queste lettere, riusciremo forse a capire meglio, coloro che oggi fuggono dalla guerra e da condizioni di vita che non presentano speranze per l’avvenire, affrontando pericoli e disagi enormi e, troppo spesso, anche la morte.

Nella prima lettera, scritta su carta listata a lutto, (il lettore capirà il perchè) viene riportato un fatto curioso e doloroso assieme successo al Luzzi e alla sua “familglio” nei primi due anni di permanenza in Argentina, che spero sia chiaro nel significato dei termini pusteru, gaioffa ecc. essendo il contesto sufficientemente esplicativo.

Nel modo di scrivere, si può notare l’influenza della lingua spagnola in certe parole e, in altre, il ricordo del dialetto talamonese, che normalmente veniva parlato in famiglia  dagli emigrati.

Nella seconda, si intuisce il lavoro fatto dalla famiglia nei 18 anni dalla partenza da Talamona e le difficoltà incontrate.  E’ messa in evidenza con dispiacere, la volontà dei figli  “baruni” di dedicarsi ad altri lavori e quindi di non voler proseguire quello paterno nella “panaderia” , che costringe “Lorenzu e Rosa” ad affittare la piccola azienda messa in piedi da loro stessi, tanti anni prima.

Può darsi che qualche “regiur” riconosca nelle persone che vengono nominate qualche lontano parente e penso possa, in questo caso, essere fiero di quello che hanno fatto i nostri emigranti più di un secolo fa.

Ritengo che nessuno possa offendersi se vengono pubblicati “interess” che ormai, a distanza di tanti anni, non sono più notizia “secreta”.

Lascio al lettore le considerazioni sui vari aspetti, rapporti, sentimenti, a volte appena accennati, espressi nelle due lettere e soprattutto sulla capacità di affrontare le mille difficoltà dell’ignoto e di superarle con una tenacia tipica della nostra gente.

Un’ultima considerazione riguarda la capacità di esprimersi  per iscritto e di farsi capire in modo corretto in tempi in cui l’analfabetismo in Italia toccava percentuali altissime.

Anche se, a prima vista, può sembrare un po’ difficoltoso capire il modo di esprimersi dei protagonisti, una volta “fatto l’orecchio”, il lettore vedrà che riesce con una certa facilità a “entrare nei panni”  di Lorenzu e di Rosa, che esprimono, tra l’altro, una grande nostalgia di Talamona e dei parenti lontani.

Ecco allora il testo integrale delle due lettere, così come sono state scritte più di un secolo fa e che testimoniano, anche se indirettamente, come tanti, tantissimi italiani, con il loro lavoro, abbiano anche contribuito in modo  rilevante alla crescita della nazione argentina, come risalta anche nel volume citato.

Queste mie righe vogliono essere un omaggio e un ricordo dei tanti “Talamun” che hanno dovuto lasciare la patria.

Guido Combi (GISM)

Prima lettera:

lui 19, del 1881

Cara Cugniata Mariangela e cugniatu batista Manzoni contutta la vostra preziosa familglio

Dopu di mandarvi ipiu sincieri e cordiali saluti io vengo a darvi notizia di nostra regular salute come spero ilsimile  anche di voi tutti. Io ontesu che non avete ricevutu le mie lettere mandate da me la prima lomandata il 12 diciembre del 1879 dieci giorni dopu il miu arivu in la merico e non o potutu sapere selavete ricievuta che era la lettere del miu lungu e tristu viagiu duncuve temu che sara persa per la gran guvera che aveva alura e laltra mandata dellamiamuglie il 16 giugnu del 1880 che era il riscuntru della vostra che mi avete scrittu il 8 Marsu e di piu nel cientru della lettera omessu un bigliettu di 5 franchi moneda italiana che mi e avanzatu del miu viagiu era una riconoscienza della fiosie nostre e mia scrittu il miu procurador che non avete ricievutu nesuna risposta duncuve per me e un destinu disgraziatu sobratutte le mie cose perche in febreru delanu corente no mandatu unaltra de inportanza:  a una persona che aveva dinteresu e nolanricievuta che era sulu la distanza di 6 ure di dove vivu iu e io ocercato di sapere cone era cuvestu  e ofatu scuprire la cosa era il pusteru che ricievia le carte e li dinari delle carte fronchiate selometeva in gaiofa e le carte le meteva nel fuoco duncuve duncuve lannu messu nelle calciere seriamente e aora sono cambiatu e deve caminarbene con la posta e insedeno le andrà male di più delaltru ancora duncuve senoavete ricievutu le miecarte siguru sono andate nel focu della medesima manu che sono poi 3 che mesea persu duncuve mi presentaro in giustizia a far raportu che elmerita. Caru cugniatu e cogniata non credete che io sia statu capaci di far cuvestu di non scrivervi sino aora saria ilpiu indegniu el piu crudele del mundu avaria fatu pecatu murtale dopu tantu bene ricievutu da voi caru cugniatu e de la mia cara cugniata e de tutti i vostri figli nostri fiosi e nipoti cari allora avaresti occasione di portarmi unagran rabia sobra cuvestu che credu asolutamente di non aver culpa e vidicu laverita come fusse inconfesione generale abenche il miu faratellu ha dettu che lui mi comprava e mi vendeva e me e nonevera non ano dinari sificiente per cuvestu se fuse busie ne avaria multi il miu fratellu.

Caru cugniatu Batista e cogniata Mariangela io vengu a darvi notizia della mia numerosa famiglia abiamo 7 figli e la piupiupicula anno gia prestu 10 mesi.Bene el procurador miu le mandi unaletera anche a lui e vi pregu e  vi repitto di star uniti con lui che credi che el fara ilgiudtu anche per noi sevoi volete comprare la parte della mia muglie vi do la preferenzo a voi prima e se no disponi di vendere a cuvalunque che si puo presenta e che paga di piu e se non puo vendere e sulu fitamu voi siete il primu intra tantu che seincuntra cumpradori di piu vi pregu solamente di farghi comprendere al miu procurador della parte della stalla che ne partiene del pover pietru di piu  i farete il piaicere a oservare bene cuvanti giornate che ocupa in cuvesti interes per mia regula pero vi pregu che la cosa sia secreta che non abia di sapere niente nesuni e se per casu elvende cuvalche cosa mifarete ilpiacere a tener unapuntu voi per vedere se la cosa vanno bene un qualche giornu alafenitiva perche la mia mulglie volvedere il tuttu e se fanno cuvalche cose malfati alura la mia mulglie taglia inmediatamente la catena perche intra le vendite e cuvel che annu fattu a parte al michelangil alora lialtri non pigliamo cuvasi niente el pover padri lanu fatu fare delle cose malfati infine in unaltra lettera vi spiegaro piu bene e in cuvesta nono potutu scrivervi tantu chiaru perche hola mulglie disperata aver persu il suvu padre altru non mi resta che rilasiarvi con i piu sincieri e cordiali saluti tutti in familglia e vi saluta tutti i miei filgli adiu e mi dichiaru Luzzi Lurenzu”.

La lettera continua con un’altra calligrafia, quella della moglie Rosa Simonetta.

Carissima Sorella Mariangela che mala notizia che o ricevuto da parte del mio procuratore che seamorto  il nostro Caro Padre a che desgrazia per io di non poterlo vedere anti di morire ora o piu speranza di vederlo. Caro sorella vengo a ripetere il riscontro de tuo unico carta che oricevuto io non poso fenire di ringraziarti tu e tuo caro famiglio il bene che ciavete voluto al mio Lorenzo io no podero rivare a pagare lobligazione pero da Dio non perdarete niente. Cara sorella e cogniato Batista le mie due care fiose e li altri nipoti tutti vi saluto caldamente adio cari e me salutarete il Michelangelo e tutta la sua familglia ellantonietta e la familglia adio te mando milla bacci mi dichiaro tuo sorella Simonetta Rosa.”

 

Seconda lettera.

“lì 6 abril de 1897

Caru nipute michele e batista conle vostre sagradi familie e fiosini  ursula e rosa con le vostre sagradi familie e antoni mio fratellu antoni con la suva famili e tutti i nostri parenti conla bella occasione che viene a casa duca andrea vimandi quvesti duve righe a farvi sapere la nostra regular salute tutti in gieneral tutti in casa e quvelli fora di casa e così desideriamo e speriamo di tutti voi.

Vi fo sapere che pochissimi giorni prima della partenza de duca pumpeo e saputu de pasina batista che ritorna allamerico che e morta mia sorella mariangela quvanti elme rincrese a non poter vederla  mai piu cara mia sorella cari miei niputi fatevi di coragiu e rasegniatevi al voler dedio che non perite mai

Caru nipute michele vengu a predirti un favore a farmi sapere come sono la sunto de la selva che resta da vendedere dentro sura la gierra se  voialtri avete intensione di comprala  siono  se avete intensione coprala ve la vendo por el prezi di duve marenghini e mezu in oru dico 2 1/2 marenghini oru e se voialtri noavete interes di comprare mi farete il piaciere a cercare  de vendela al miu fratellu antoni o a quvalunque duni altri se potete guvadagnare  quvalche cosa di più ve lo lasi aviotri per la vostra comisione che gia sapete che sono stata stimata 60 £ dunquve duncuve de cuvel tempu a sta ura credemu che li arbuli sono cresuti dunquve sono sempre a benefizi del compradore caru nupute michele tirego di farmi il piaciere a fare tuttu lo posibile a ajiutarmi sopra quvesta granda vendita

Caru nipute michele per elustrumentu se pudara rangiarsa con el esatur per poco dineru perche a mandare una procura e poi mandarla a roma viene a custar il valore che la vendi dunque non mi resta niente per me caru nupute abiamo metutu panaderia in nostra casa j abiamo travallatu 5 anni e siamo trasati e adessu abiamo afitatu per 10 anni per potere pagare la nostra perdita per no lienare i beni. Dunquve quvesta selva in talamona sono puse disposta da vendere che altra cosa sempriper aiutarne un pocu caru nipute i nostri figli baruni non ano piaciere nesuni a lavorare in la panaderia e per quvestu lo afitata quvesta estata la mia desfortuna el ghi piacie di piu quvalunquve altri lavori

 Altra non mi resta che racomandarvi  di unpruntu riscuntru e rilasiarvi con ipiù cordiali saluti tutti con la vostra apresiada familia e il vostru fratellu batista e le mie fiosie ursula e rosa e meneghina e mariangela e antoni mio fratello con la suva familia e tutti quvei de la famili di riva lorenzu dettu benedet e mi salutarete tutti quveli della mia casa paterna e materna adiu adiu adiu

Mi dichiaro la vostra zia Simonetta Rosa maritata Luzzi adiu cari miei niputi

E vostru ziu Lorenzu Luzzi

   Adiu Adiu Adiu

IL SENSO DEI TALAMONESI PER LA SOLIDARIETA’

LA SECONDA PARTE DELLA NOSTRA RIFLESSIONE ANTROPOLOGICA

Non di rado, il senso dei talamonesi per la collettività assume una sfumatura di vera e propria utilità sociale. Lo stare insieme non ha più dunque soltanto scopi di divertimento o di commemorazione, ma diventa anche una forma di aiuto concreto. Con questo spirito molto spesso nascono i gruppi che ormai sono una vera e propria tradizione della nostra comunità. L’esempio più efficace di questa socialità a tutto campo è il gruppo della gioia, un’associazione di volontariato che da diversi anni a Talamona offre assistenza e intrattenimento ai soggetti diversamente abili e alle loro famiglie, un aiuto indispensabile per garantire a queste persone una vita il più possibile normale, un aiuto che si manifesta nell’organizzazione delle loro vacanze, in spazi ricreativi con attività ludiche e il più possibile formative. Un senso di solidarietà che coinvolge anche lo sport, un aspetto onnipresente e capillare della nostra vita comunitaria. Significativi da questo punto di vista sono il peruvolley organizzato ogni anno nel mese di giugno nell’ambito dell’operazione Mato Grosso, una ONLUS che ha come scopo l’aiuto mirato alle popolazioni del Sudamerica, e la camminata non competitiva a favore dell’AIDO l’associazione dei donatori di organi e tessuti che si avvale dell’aiuto del Comune di Talamona, della Pro Loco, della Provincia di Sondrio della podistica del gruppo alpini e altri gruppi talamonesi. Significativo anche il numero di talamonesi che sempre più danno la loro adesione diretta ad associazioni di volontariato più o meno importanti sia a livello locale che nazionale, come appunto il gruppo della gioia oppure EMERGENCY, SAVE THE CHILDREN, associazioni per le quali il volontariato è una vera e propria linfa vitale e che dunque viene promosso molto spesso nell’ambito di serate informative volte a stimolare il già naturale senso dei talamonesi per la solidarietà.

Antonella Alemanni